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Da ufficio stampa Nexo Digital

Euforia creativa e depressione, ossessione per le ninfee

e ricerca continua della bellezza

Il 14 e 15 febbraio arriva nelle sale il docu-film

Io, Claude Monet

Un viaggio intimo nella vita dell’artista impressionista più amato e nei luoghi che lo hanno ispirato, attraverso decine di opere riprese in alta definizione e le lettere agli amici più cari

TRAILER https://www.youtube.com/watch?v=ks13piBu200

KIT FOTOGRAFICO https://we.tl/0UO9JRA4DZ

In Emilia Romagna aderiscono i seguenti cinema

EMILIA ROMAGNA

Bologna 

Odeon

EMILIA ROMAGNA

Bologna 

The Space

EMILIA ROMAGNA

Carpi 

Space city

EMILIA ROMAGNA

Casalecchio di Reno  

Uci Meridiana

EMILIA ROMAGNA

Cesena 

Eliseo

anche 18 febbraio

EMILIA ROMAGNA

Faenza 

Cinedream 

EMILIA ROMAGNA

Ferrara 

Apollo

EMILIA ROMAGNA

Ferrara 

Uci 

EMILIA ROMAGNA

Forlì 

Astoria

EMILIA ROMAGNA

Imola

Sala Teatro dell’Osservanza

EMILIA ROMAGNA

Modena 

Raffaello 

EMILIA ROMAGNA

Modena 

Victoria 

EMILIA ROMAGNA

Parma 

The Space Barilla Center

EMILIA ROMAGNA

Parma 

The Space Cinecity Campus

EMILIA ROMAGNA

Piacenza 

Uci 

EMILIA ROMAGNA

Ravenna 

Astoria

EMILIA ROMAGNA

Reggio Emilia 

Uci 

EMILIA ROMAGNA

Riccione

Cinepalace

EMILIA ROMAGNA

Rimini

Tiberio

15 febbraio

EMILIA ROMAGNA

Rimini 

Giometti le Befane

EMILIA ROMAGNA

Rimini Savignano

Uci Romagna

Tremila lettere di Claude Monet.

È a partire da questo immenso patrimonio che si snoda Io, Claude Monet, il nuovo docu-film di Phil Grabsky che arriva al cinema solo il 14 e 15 febbraio nell’ambito della stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital (elenco delle sale su www.nexodigital.it).

Proprio a partire dagli scritti di Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926), accostati alle straordinarie opere conservate nei più importanti musei del mondo, il film rivela la tumultuosa vita interiore del pittore di Giverny, tra momenti di intensa depressione e giorni di assoluta euforia creativa, offrendone così un ritratto complesso e commuovente. Attraverso più di cento dipinti filmati in alta definizione lo spettatore potrà conoscere la vita emotiva e creativa del pittore che con il suo Impression. Soleil levant, esposto nell’aprile del 1874 nello studio del fotografo Nadar, fece parlare il critico Louis Leroy della prima “esposizione degli impressionisti”, dando involontariamente vita al termine che avrebbe segnato buona parte della storia dell’arte europea di fine Ottocento.

Riportate alla vita dall’acclamato attore britannico Henry Goodman, le lettere di Monet narrano infatti il percorso dell’artista da enfant prodige e appassionato caricaturista a maestro indiscusso di fama internazionale e registrano con attenzione gli incontri più importanti – come quelli col pittore Eugène Boudin e col primo ministro e amico Georges Clemenceau, che nel 1899 gli scrive “Voi ritagliate dei pezzetti di cielo e li gettate in faccia alla gente. Niente sarebbe così stupido come dirvi grazie: non si ringrazia un raggio di sole”.

Molte lettere mostrano inoltre la disperazione, i momenti di oscura depressione e anche il tentativo di suicidio, i problemi di salute, i lutti e le complesse relazioni con Camille Doncieux e Alice Hoschedé, prima e seconda moglie dell’artista. “Sono assolutamente disgustato e demoralizzato dall’esistenza che sto conducendo da così tanto tempo… Ogni giorno porta con sé nuovi affanni e nuove difficoltà, da cui non riuscirò a liberarmi“, scrive Monet al medico George de Bellio sul finire degli anni ’70 dell’Ottocento.

Ma in egual misura la corrispondenza di Monet celebra le gioie della pittura e del mondo naturale. Siamo nella “Mecca dell’Impressionismo”, quella Giverny in cui Monet dipingeva sotto il sole cocente e sotto la pioggia battente per studiare tutte le infinite sfumature della luce. Un luogo descritto come una visione paradisiaca dai visitatori del tempo, gli stessi che si fermano sul bordo della strada a sbirciare papaveri di campo, primule, violette, margherite, fiordalisi, o che allungano il collo dai finestrini del treno per scorgere il ponticello giapponese o un angolo dello stagno, con quelle ninfee “silenti e misteriose più di ogni altro fiore”, passione e ossessione decennale di un artista che inseguì il sogno della forma e del colore quasi fino all’autodistruzione. erano l’anima del duo giardino.

 

 

Io, Claude Monet ripercorre i luoghi in cui Monet dipinse e scrisse le sue lettere, da Honfleur a Étretat, da Parigi a Venezia, da Londra a Le Havre e dà inoltre spazio alla corrispondenza poco nota coi colleghi impressionisti Bazille, Manet e Pissarro e agli accesi scambi di opinione col mercante Paul Durand-Ruel, mostrando il rapporto spesso conflittuale di Monet con il mondo dell’arte.

Il regista Phil Grabsky spiega: “Amo molto lavorare sulle biografie degli artisti, perché quando si legge con attenzione la loro corrispondenza, quando si torna nei luoghi in cui hanno vissuto e si esaminano attentamente i dipinti che hanno realizzato, se ne rintraccia una personalità più ricca e sincera. È quanto accaduto con Monet. Non c’è nulla scontato in questo artista. Ciò che colpisce con maggior forza è la sua passione, la sua ricerca senza fine e, infine, la sua genialità”.

La Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner  Sky Arte HD e MYmovies.it.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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