ARCI e le barricate di Goro e Gorino
Da: Arci Ferrara
Questa notte a Goro e Gorino, in Provincia di Ferrara, sono state allestite barricate per impedire l’arrivo, per decisione prefettizia, di un pullman che portava ben 12 (dodici) donne migranti (una di queste in cinta) in un ostello. Donne traumatizzate da viaggi pericolosi e povertà assoluta condannate nuovamente ‘alla deriva’, nonostante l’impegno di volontari e militari impiegati nei soccorsi di cui si ha quotidianamente cronaca. Donne costrette a vivere una notte in una caserma, dopo un viaggio e violenze terribili, bloccate da cittadini irrispettosi dell’interesse pubblico che ragionano solo secondo la difesa di interessi particolari per diffidenza pregiudiziale. Non può l’esasperazione dei cittadini trasformarsi in un gesto di simile intolleranza. l’accoglienza è un servizio pubblico, previsto per legge, che non può essere impedita. La decisione prefettizia non è la modalità che come Arci auspichiamo, ma nello stesso tempo non possiamo tollerare reazioni così tremende come quelle che si sono verificate questa notte. Serve un maggior ruolo di programmazione e regia che dovrebbe essere sempre guidato dagli enti locali nel loro complesso, con la fattiva collaborazione delle reti sociali sul territorio, il Terzo Settore in primis. Come Arci lo diciamo da sempre, in quanto solo con una valutazione dell’impatto sociale e la promozione della mediazione sociale di soggetti competenti nella comunità che accoglie è possibile non alimentare derive profondamente razziste. C’è bisogno di uno sforzo da parte di tutti perché all’accoglienza materiale, imprescindibile per le persone, si accompagni una intensa, decisa e irrinunciabile azione di ripristino della cultura dell’accoglienza. C’è bisogno di dire con forza che a questo spettacolo senza cuore e senza testa, non vogliamo più assistere. Non possiamo essere soli a sostenere questo, ma al di là delle ripercussioni elettorali che questi temi alimentano, restiamo umani e chiediamo alla politica di ogni livello territoriale che si pronunci e si attivi per mantenere la rete sociale dove ancora esiste e ricostruirla dove appare distrutta.

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Arci Ferrara
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)