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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Alto Reno, la Regione dà il via libera al progetto di legge di fusione tra Porretta Terme e Granaglione. Ora il referendum consultivo nei due Comuni. Soddisfazione dell’assessore regionale Petitti dopo il voto dell’Assemblea

Via libera dall’Assemblea legislativa al progetto di legge di fusione dei Comuni di Porretta Terme e Granaglione nella Città Metropolitana di Bologna.
Il voto dell’Aula apre ora la strada all’indizione di un referendum consultivo nei due comuni. Dopo il suo svolgimento, l’Assemblea legislativa regionale sarà riconvocata per il pronunciamento definitivo.
Col referendum i cittadini saranno anche chiamati a scegliere il nome del nuovo Comune unico. Questa la rosa dei nomi possibili: Acque Alte, Alto Reno Terme, Granaglione Porretta Terme. Con la fusione, il nuovo Comune unico avrebbe una popolazione di circa 7000 abitanti e una superficie di 73 km quadrati.

“Il voto di oggi denota la consapevolezza e l’importanza di una sfida, quella della fusione, che i territori vogliono cogliere e che la Regione sostiene”. E’ con soddisfazione che l’assessore regionale a Bilancio e Riordino istituzionale, Emma Petitti, commenta la determinazione dell’Aula: “Questa fusione ha attraversato momenti di confronto a volte dai toni aspri, ma sempre sostenuta dalla voglia di arrivare alla conclusione. Noi ribadiamo il nostro appoggio e la continuità molto forte con le scelte già compiute, che rispettano la volontà degli amministratori locali”.
“Il processo – conclude l’assessore Petitti – porterà ad una semplificazione della rappresentanza politica del territorio. Si tratta di due Comuni con meno di 5000 abitanti in un’area dell’Appennino bolognese e il passaggio a un unico ente consentirà risparmi e razionalizzazione della gestione in modo ottimale, aumentando la competitività dell’area all’interno di un sistema regionale che vuole semplificare l’organizzazione per migliorare efficienza ed efficacia”.

Secondo la proposta di legge presentata dalla Giunta e approdata oggi in Assemblea, il nuovo ente – a decorrere dal primo gennaio 2016 – riceverà dalla Regione un contributo annuale di 200 mila euro per quindici anni e, in aggiunta, un contributo straordinario in conto capitale di 150 mila euro all’anno per un triennio.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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