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Da: Informazioni Aldo Sindaco
Partecipazione e dialogo sono le parola d’ordine della campagna
elettorale di Aldo Modonesi, che ieri mattina ha incontrato i
cittadini in Sala Borsa per fare insieme una sintesi della prima
settimana di campagna elettorale come candidato Sindaco di Ferrara.
“Con i se e con i ma non si fa la Storia né si amministra una città –
ha spiegato Modonesi, puntando il dito alla propaganda politica dei
suoi avversari – Chi fa campagna elettorale per slogan racconta alla
gente una favola. Noi abbiamo proposte e idee, costruite con decine di
persone che hanno lavorato con noi mettendo a disposizione le proprie
esperienze, per immaginare assieme una città migliore che guardi al
futuro. Questa non è solo buona amministrazione, quello che stiamo
facendo in campagna elettorale – e che faremo per i prossimi 10 anni –
è soprattutto buona politica. Significa lavorare sulla relazione con i
cittadini, le associazioni, i gruppi presenti, per realizzare insieme
l’idea di città, per tenere viva e coesa la comunità, attenti alle
esigenze di oggi e guardando al futuro, alla città che vogliamo essere.”

Al centro delle iniziative e degli incontri condotti nella settimana
passata ci sono state le azioni per “ridurre le distanze, fra persone,
luoghi, centri e periferie, cittadini e amministrazione”.

Patrizia Bianchini, candidata nella lista del PD, ha spiegato come
Ferrara, con Aldo Sindaco, sarà sempre più una città esemplare per la
mobilità, che diventerà sempre più sostenibile, sia dal punto di vista
ambientale che sociale ed economico. “Più trasporto pubblico e più
esteso per arrivare in maniera più capillare nelle frazioni, una
tariffazione agevolata per lavoratori e studenti, il “bonus
bicicletta” per chi decide di lasciare a casa l’auto a favore delle
due ruote, il miglioramento dei mezzi trasporto pubblici con l’aumento
di mezzi ecologici e ibridi, l’istituzione del car sharing e del biche
sharing che partiranno dai parcheggi scambiatori e piste ciclabili più
estese e migliori.”

Paola Chiorboli, della lista “Gente Amodo” ha posto l’attenzione sui
progetti di comunità e partecipazione, come il “Controllo di
Vicinato”. Questo vede i cittadini protagonisti di una iniziativa
dall’importante impatto sociale: mira alla ricostruzione delle
relazioni e dei legami che creano coesione sociale ed evitano
l’isolamento delle persone, porta alla formazione dei cittadini per
far sì che vengano evitate le vulnerabilità ambientali e
comportamentali e fortifica la capacità di fare segnalazioni
qualificate ed efficaci alle Forze dell’Ordine.

Il rapporto fra l’amministrazione “centrale” e i quartieri periferici
e le frazioni è stato invece analizzato da Marcello Celeghini, della
lista “FrAzioni e Quartieri”. Celeghini ha spigato che, con Aldo
Sindaco, verranno istituite le figure dei “delegati di quartiere” che
faranno dialogare le comunità delle frazioni con l’Amministrazione e
che verrà messo in opera un “Ufficio Mobile del Comune”, che sarà a
disposizione dei cittadini delle frazioni per avere informazioni e
servizi “a domicilio” per avvicinare l’amministrazione in maniera
fattiva.

Simone Furlati, della lista Insieme! per Aldo Sindaco, ha spiegato
come verrà implementato l’ecosistema digitale e tecnologico di Ferrara
per ridurre le distanze e migliorare la partecipazione democratica
dei cittadini allo sviluppo della città. L’amministrazione si
impegnerà a portare la banda larga in tutto il territorio comunale,
comprese le così dette “zone bianche” che al momento non sono coperte
dai servizi della rete veloce; in ogni quartiere verrà creata una
“piazza digitale” – ossia un luogo pubblico coperto da wifi – affinché
chiunque possa accedere alla rete. Ma non basta: verranno istituiti
incentivi per la formazione alla tecnologia, per diminuire il “digital
divide” e portare quanti più cittadini possibili all’utilizzo del
mezzo digitale per fruire dei servizi del Comune ma anche della ASL e
di altri soggetti pubblici.

“Quando si doveva aprire il Parlamento come una scatoletta, vi
ricordate lo slogan?, ci era stato detto dai politici che tutte le
attività sarebbero stazze trasmesse in streaming, in modo da aprire a
tutti cittadini la possibilità di partecipare. – ha aggiunto Modonesi,
parlando di tecnologie – Poi a Roma se ne sono dimenticati. Il Comune
di Ferrara però ha offre da tempo il servizio streaming per le
riunioni del Consiglio Comunale, noi vogliamo implementare la
possibilità di accesso alla tecnologia digitale, perché essa sia uno
strumento di partecipazione, per rendere Ferrara sempre più SMART.”
“Una città si amministra con la sana partecipazione, coinvolgendo le
persone nei progetti di lavoro all’interno di una prospettiva politica
condivisa, nella quale ci si prende la responsabilità di dire dei si e
si ha la forza anche per dire dei no. – ha continuato Modonesi – Noi
vogliamo mettere i quartieri al centro della nostra strategia, senza
contrapporre il centro alle periferie. Penso a quello che è accaduto
qualche giorno fa a Malborgetto, dove la comunità si è trovata senza
medico di base. Noi saremo uno stimolo anche per la ASL perché
garantisca i servizi dovuti ai nostri cittadini; abbiamo pensato ad
istituire l’infermiere di comunità – una figura di assistenza di
rifermento dei quartieri che possa curare il legame fra i bisogni
delle comunità residenti con i servizi socio-sanitari. Verrà
implementato il Controllo di Vicinato e metteremo in opera altre 100
nuove telecamere di video-sorveglianza. Come detto prima, accorceremo
quanto più possibile le distanze fra amministrazione e cittadini, per
sperimentare forme diverse e sempre più dirette di democrazia.
Ferrara ha tutte le potenzialità per essere una città che continui a
crescere, migliorandosi e proiettandosi al futuro. Lo abbiamo fatto
negli anni della crisi, con il terremoto, la crisi della banche e del
lavoro: lo dicono le statistiche e gli istituti di ricerca e questi
risultati sono frutto di una buona politica e di una buona
amministrazione, che noi siamo stati capaci di fare.
La comunità va fatta crescere con idee, progetti e lavoro di tanti
uomini e donne – che noi abbiamo loro no -la città va fatta crescere
con buona amministrazione e buona politica, che noi sappiamo fare e
loro no. Non basta aver amministrato una cittadina che ha meno
abitanti di Pontelagoscuro per definirsi capace di guidare Ferrara.
Noi siamo qui per fare di più, insieme, per la nostra Ferrara nei
prossimi 10 anni” ha quindi concluso Modonesi.

La prossima settimana il tema centrale delle attività della campagna
elettorale sarà il “Vivere bene”, con focus sulla sanità, la salute,
l’infanzia, la casa, lo sport, l’ambiente e i diritti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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