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Alan Fabbri: “Lotta al bracconaggio: il PD stravolge la proposta di legge e rende nulla l’efficacia”

Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna
“Nel tentativo di mettere il cappello sulla proposta di legge della Lega contro il bracconaggio ittico il Pd l’ha completamente stravolta e ha reso il progetto di coinvolgere le associazioni sportive, di fatto, inattuabile. Assistiamo all’ennesimo pasticcio dei democratici incapaci di condividere progetti con chi non è della loro area politica e di agire per un fine comune. Se la nuova versione della legge proposta dal Pd dovesse passare in assemblea, non solo aumenterà a dismisura la burocrazia nel settore della pesca sportiva, ma i bracconieri potranno continuare ad agire indisturbati perchè, di fatto, nessuno potrà assumersi la responsabilità di gestire e sorvegliare le aree fluviali”.
Così il capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, Alan Fabbri, commenta l’emendamento presentato questa mattina dal Pd in V Commissione come modifica alla legge regionale 7 novembre 2012, relativa alle norme per la tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico.
“Per mesi abbiamo lavorato insieme al mondo dell’associazionismo sportivo per elaborare una proposta di modifica che permettesse alla Regione di dare in gestione, attraverso concessioni, alle associazioni sportive le aree fluviali che sarebbero state così manutenute, utilizzate per attività sociali e soprattutto ben presidiate contro uno dei reati più odiosi e dannosi per il territorio”, spiega Fabbri. “Invece di appoggiare la proposta, positiva per l’intero settore, il Pd ha voluto metterci lo zampino con la solita tecnica e, per sottrarne l’imprimatur alla Lega ha presentato un emendamento che, nel merito, la stravolge completamente”.
L’emendamento del Pd infatti “Sostiene che la Regione su richiesta di Comuni, Unioni o Associazioni può istituire aree di pesca sportiva regolamentata, ma che tali aree non possono coprire una percentuale superiore al 40% dei tratti idrici dei Comuni a cui appartengono”, spiega il consigliere. “E’ chiaro che spezzettando le percentuali di superficie destinabile all’attività sportiva, a seconda dell’area comunale sotto cui ricadono, si verrà a creare una tale confusione di competenze su ogni singolo tratto di fiume da rendere, di fatto, impossibile qualsiasi azione o programmazione reale”.
Non solo, ma il Pd “vuole aggiungere a questo anche la possibilità per ogni singolo Comune di esprimere parere vincolante su eventuali progetti di assegnazione in concessione, altra scelta che, come è stato dimostrato in altri campi relativi alla tutela ambientale, complica in modo pesantissimo qualsiasi tipo di azione o progetto” oltre a “ledere di fatto la competenza regionale sulla tutela delle acque e del patrimonio idrico”.
Quel che è peggio, conclude Fabbri è che “in questo modo i progetti non verranno realizzati se non con complicatissimi percorsi burocratici, le associazioni che avevano dato la propria disponibilità per occuparsi in modo volontario del problema della sorveglianza non saranno messe nelle condizioni di farlo e tutto resterà di fatto come al momento attuale, con i bracconieri liberi di agire su interi tratti di fiumi e canali che nessuno sorveglia”.

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