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Da Lega Nord Emilia Romagna

“La querela a Giovanna Mazzoni è un’azione vergognosa e quasi incredibile. Sulle banche il Pd ha davvero perso il senso della misura: ha stritolato migliaia di famiglie con un decreto sciagurato, i vertici sono accusati di aver fatto pressioni sugli organi di controllo per interessi personali e, ora, si accanisce su un’anziana signora che ha osato esprimere una critica. E’ evidente che per Renzi i cittadini sono sudditi e devono subire in silenzio. Noi, invece, siamo dalla parte di Giovanna, la sosteniamo e la ringraziamo per aver portato con il suo coraggio la vicenda Carife all’attenzione nazionale. E i democratici non si preoccupino della loro reputazione: per i risparmiatori l’hanno già persa da un pezzo”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, commenta così la querela presentata dal deputato e tesoriere del Partito Democratico, Francesco Bonifazi, nei confronti di Giovanna Mazzoni, la donna di 69 anni, che lo scorso 2 settembre criticò apertamente l’operato del Pd alla Festa dell’Unità di Bologna.

“E’ vergognoso che un partito di governo che si definisce democratico decida di accanirsi legalmente contro una donna di 69 anni che ha perso i risparmi di una vita in un crac bancario, semplicemente perché ha espresso pubblicamente un’idea. La signora Giovanna con la frase “voi avete rubato” si è fatta portabandiera di un pensiero condiviso da tante altre famiglie, economicamente devastate dai fallimenti bancari e, soprattutto, dalle decisioni assunte dal governo nei confronti dei risparmiatori danneggiati. E non può essere trattata per questo alla stregua di una delinquente”, spiega Fabbri.

“Il Pd teme di essere stato danneggiato da quelle critiche? Pensi piuttosto a come ha agito. Non ha esitato a mettere le mani in tasca ai risparmiatori senza preoccuparsi di quello che sarebbe accaduto nella vita delle famiglie colpite”, aggiunge Fabbri “e adesso vorrebbe addirittura ottenere un risarcimento per una frase che ne avrebbe danneggiato la reputazione… Sappiano, i fedeli dell’ex premier, che la reputazione se la sono rovinata da soli gestendo, come hanno fatto, l’intera vicenda dei crac bancari e non certo a causa delle parole di una donna dettate dalla rabbia e dal dolore”, conclude il capogruppo.

“Come già avevamo fatto in passato esprimiamo pieno sostegno a Giovanna Mazzoni che ha tutto il diritto di essere arrabbiata e che anzi, con il suo coraggio e con la sua caparbietà ha contribuito a portare all’attenzione nazionale la vicenda Carife, troppo a lungo dimenticata”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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