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Da: Elettorale Lega Nord
PROGRAMMA E’ CONSULTABILE ALL’ALBO PRETORIO, A BREVE SUL WEB”
“Più lavoro e sviluppo economico, più sicurezza e meno criminalità, più decoro urbano e qualità della vita in un ambiente salubre. E, ancora, sostegno alle famiglie e ai nostri anziani, risorse dedicate a rendere Ferrara una città amica dei giovani, la valorizzazione delle iniziative culturali di qualità e un quotidiano coinvolgimento dei cittadini e delle imprese nel governo della Città, per riaccendere quel senso di appartenenza che, nel tempo, è andato perso”. Questi, in estrema sintesi, i principali punti del programma elettorale del candidato a sindaco di Ferraraper il centrodestra, Alan Fabbri, depositati questa mattina all’albo pretorio. Nel programma trovano spazio anche “un rafforzamento del legame con l’Università degli Studi, una maggiore attenzione allo sport e al sostegno delle associazioni legate al volontariato e una tutela più concreta dell’ambiente e degli animali d’affezione”, spiega Fabbri. “Inoltre quello che immaginiamo è una nuova amministrazione con più integrità e trasparenza, più semplificazione e meno burocrazia, in modo da garantire vicinanza ai cittadini e alle imprese”.
Per Fabbri “sono questi i temi caldi su cui lavorare per costruire la Ferrara del futuro, da oggi consultabili per i cittadini interessati presso l’albo pretorio del Comune, dove il programma è stato depositato e a breve visibili anche on line sul sitowww.alanfabbri.it”. Si tratta di “undici priorità condivise dalle liste che sostengono la mia candidatura a Sindaco di Ferrara”, spiega ancora il candidato. “Quello che abbiamo scritto per i cittadini non vuole essere un libro dei sogni fatto di vuote promesse, ma intende essere un contratto sottoscritto con tutta la Comunità da qui ai prossimi cinque anni”, che “senza cancellare le cose positive costruite fini ad oggi vada a migliorarele mancanze e a correggere le storture di un territorio malgovernato dalla stessa formazione politica da oltre 70 anni”, spiega il candidato. “Questo contratto dettagliato e chiaro, se i ferraresi ci daranno fiducia, ci impegnerà a governare ponendo al centro dell’amministrazione comunale i reali bisogni dei cittadini e delle famiglie e non quelli dei potentati che da troppo tempo governano a tutti i livelli Ferrara, gestendo quasi tutte le dinamiche del suo territorio”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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