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Da: Elettorale Lega Nord
“Creare lavoro, soprattutto per i più giovani. Da tempo l’abbiamo indicato come obiettivo del nostro programma e gli ultimi dati ci danno ragione: è necessario intervenire subito. Come? Programmando il rilancio e non attendendo gli eventi. Preparando un piano strategico capace di fare leva sui punti di forza e portandolo avanti come un programma di mandato. Aprendosi alla collaborazione di esperti, supportando le idee innovative e facendo, per la prima volta davvero, sistema tra l’amministrazione e gli enti economici del territorio. Tutti, non solo quelli di una parte politica”.
Così Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra commenta i dati che emergono dal report regionale elaborato dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Emilia-Romagna.
“Se saremo alla guida della città struttureremo un un nuovo patto per il rilancio di Ferrara lavorando gomito a gomito con le istituzioni pubbliche, a partire dalla Camera di Commercio, che anche per questo deve rimanere indipendente e legata al territorio, ma anche con le associazioni di categoria e datoriali, le organizzazioni sindacali e tutti i movimenti che sono espressione del mondo economico”, spiega Fabbri. “A tutti, senza pregiudizi, chiederemo un aiuto concreto per l’individuazione dei bisogni e delle possibilità, per elaborare una strategia efficace e ripensare l’attuale modello di sviluppo della città”.
“Non basta elogiare gli imprenditori che ogni giorno affrontano sfide sempre più complesse: è necessario sostenerli concretamente. Attivando sgravi fiscali per i nuovi insediamenti, per esempio, realizzando piani urbanistici mirati alla crescita e pianificando attività promozionali ben strutturate”, prosegue il candidato. “Ma per rendere efficace la strategia di rilancio bisogna innanzitutto avere l’obiettivo politico di dare uno sviluppo al territorio, uscendo dalla logica dei favoritismi e delle spartizioni politiche che ha contribuito a bloccare lo sviluppo della città”.
Questo non significa “stravolgere le dinamiche del territorio ma attingere a risorse nuove, in termini di programmazione, facendo leva sui punti di forza. Come per esempio l’Università da considerare finalmente come potenziale incubatore di nuove imprenditorialità o comela cultura da inserire concretamente in un serio circuito di potenziamento dell’offerta turistica”.
Per le ‘piccole e medie imprese sarà fondamentale ottenere la realizzazione delle opere viarie di collegamento alla costa (Ferrara-mare) e alle regioni del nord (Cispadana), per le attività commerciali creeremo un ambiente favorevole semplificando la burocrazia ed eliminando gli odiosi balzelli che troppo spesso frenano l’iniziativa dei singoli”, aggiunge Fabbri “mentre all’agricoltura garantiremo la promozione e il sostegno dei prodotti ferraresi, per rafforzale l’appeal delle nostre eccellenze, come mai prima d’ora è stato fatto”. Tra tutte “la sfida più grande, lo sappiamo, sarà quella di attrarre nuove attività. Per farlo bisogna incidere sulla struttura del territorio, rendendolo innanzitutto idoneo e aperto a nuove sfide e, ancor di più, bisogna cancellare il timore di mettersi a confronto con nuove forze o soggetti diversi che entrano in gioco. Noi non abbiamo paura del confronto perchè non abbiamo paura di perdere il potere. Crediamo anzi nel cambiamento, nello sviluppo della nostra economia e faremo tutto il possibile per rimettere Ferrara dove: al pari delle altre province emiliano romagnole e in sfida con quelle venete più vicine”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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