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Da: Ufficio Stampa

“Renderemo Ferrara una città libera dai venditori di morte, non tollereremo più lo spaccio davanti alle scuole e all’Università, collaboreremo con le forze dell’ordine e con l’Ateneo per fermare i pusher e per dare ai ragazzi una visione alternativa della vita. Se saremo alla guida della città, faremo tutto quello che è in nostro potere per eliminare idea di impunità su cui fino ad oggi gli spacciatori hanno prosperato. Lo spaccio si contrasta anche con la presenza della politica nelle zone più a rischio: per questo stasera incontrerò i cittadini nel cuore della zona Gad, dove porteremo, già nelle prossime settimane, altre numerose iniziative”.

Così Alan Fabbri, candidato a sindaco per il centrodestra, commenta la situazione dello spaccio di droga a Ferrara, tornata alla ribalta delle cronache.

“Se i cittadini ci daranno fiducia faremo il massimo per liberare la nostra città da chi specula e lucra sulla droga. In particolare davanti alle scuole e nella zona universitaria, ma anche nelle altre zone frequentate da giovani e adolescenti, i controlli della polizia locale saranno più intensi e mirati a prevenire e ad arginare questo fenomeno”, spiega Fabbri.

La Lega al governo “ha già annunciato una proposta di legge per il raddoppio delle pene per reati di droga e, come evidenzia l’esempio di Bologna, esiste per i giudici la possibilità di applicare le aggravanti”. I numeri, però, (40 arresti e 16 denunce solo nei primi tre mesi di quest’anno) “confermano per Ferrara una situazione purtroppo ben nota e a lungo sottovalutata”, aggiunge il candidato.

La lettera inviata, oggi, dalla madre del quattordicenne che ha scoperto il giro di droga all’interno dell’Istituto, “deve farci riflettere anche sugli aspetti legati alla domanda: in questo la politica e l’amministrazione possono mettere in atto progetti positivi con programmi di informazione e attività che coinvolgano attivamente i ragazzi in una visione diversa e migliore della vita e della giovinezza”.

Per questo “garantiamo fin da ora l’adesione e il sostegno ai progetti che il questore Pallini ha annunciato di voler attuare in collaborazione con l’Ateneo, sostenendo il rettore Zauli, quando rimarca l’importanza del riconoscimento delle aggravanti e il dovere di garantire tranquillità alle famiglie dei giovani che frequentano l’Ateneo”, aggiunge il candidato.

“Non ci arrenderemo mai all’idea che i ferraresi debbano convivere con i pusher che invadono le nostre strade e il messaggio deve arrivare forte e chiaro: Ferrara non è di chi spaccia, non è di chi delinque, non è di chi ruba e rapina. Ferrara è dei ferraresi onesti”, conclude.

Per questo “stasera abbiamo scelto per la tappa del nostro tour Piacere chiamami Alan, una delle zone più spesso teatro di spaccio, anche in pieno giorno. Dal bar Fiorella, che si trova propio di fronte alla stazione, con nostra presenza vogliamo lanciare un messaggio chiaro a chi crede di avere in mano il territorio: a partire dal 26 maggio, se saremo alla guida di Ferrara, la pacchia è finita”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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