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da: Federica Cesarini – press office IJF

Torna a Perugia dal 6 al 10 aprile il Festival Internazionale del Giornalismo, il più importante media event del panorama internazionale.
5 giorni, oltre 200 eventi – tra incontri-dibattito, interviste, film e documentari, presentazioni di libri, workshop, serate teatrali – oltre 500 speaker da 34 paesi diversi, e come sempre tutto rigorosamente a ingresso libero e in live streaming.

Dove sta andando il giornalismo? è la domanda alla base della decima edizione del festival e che metterà a confronto il pubblico e gli speaker in arrivo da tutto il mondo, attraverso la condivisione e il racconto della rivoluzione permanente che stiamo vivendo. Tante le tematiche messe in discussione: fact-checking, data journalism, explanatory journalism, il ruolo giornalistico delle piattaforme, paywall vs crowdfunding, l’era dei video e del mobile, robot journalism, il coinvolgimento dei lettori e il ruolo civico dell’informazione, il giornalismo mobile first, social networks vs media mainstream… Ma non solo temi che riguardano strettamente il mondo del giornalismo, si parlerà anche di attualità: dai migranti, le guerre, il terrorismo, l’Europa in crisi e le nuove sfide della democrazia, la privacy e la sorveglianza di massa, la libertà di espressione, fino alla riflessione intorno al mondo della letteratura, della musica e dello sport; non mancherà inoltre un incontro per indagare sul caso di Giulio Regeni, alla luce dei recenti sviluppi.
Quattro i talk previsti -sul mondo del giornalismo che cambia, sulla battaglia per la democrazia e la libertà di informazione- affidati a Hossein Derakhshan scrittore e blogger iraniano-canadese, un pioniere dei blog in Iran, considerato in patria “the BlogFather”, Mark Little vicepresidente media Europa-Africa Twitter e fondatore di Storyful -una delle più importanti piattaforme di verifica dei contenuti online-, Iyad El-Baghdadi attivista per i diritti umani e scrittore, cresciuto negli Emirati Arabi, da cui è stato espulso dopo essere stato arrestato, ha avuto un ruolo importantissimo durante la Primavera Araba informando sulla rivoluzione in Egitto tramite Twitter, Peter Greste pluripremiato giornalista e corrispondente australiano, ha lavorato per Reuters, CNN, BBC e per Al Jazeera English. Nel 2013 è stato arrestato in Egitto, insieme ad altri due giornalisti di Al Jazeera, con l’accusa di “mettere a repentaglio la sicurezza nazionale” con le notizie diffuse.

Tra i moltissimi ospiti stranieri ci saranno Abdalaziz Alhamza e Hussam Eesa due tra i fondatori di Raqqa is Being Slaughtered Silently (RBSS) la campagna rivoluzionaria di informazione anti ISIS, nata per pubblicare e distribuire contenuti online in arabo e in inglese e documentare il massacro nella città siriana Raqqa; Anas Aremeyaw Anas il pluripremiato giornalista investigativo che lavora sotto copertura e combatte contro la corruzione e per i diritti umani in Ghana e non solo; Jay Carney Senior Vice President Global Corporate Affairs di Amazon ed ex Portavoce della Casa Bianca, in un incontro con il direttore de La Repubblica per esplorare il significato e le potenzialità del “explanatory journalism”.
Ci sarà Emily Bell una delle pensatrici più autorevoli del giornalismo digitale e direttrice del prestigioso Centro per il giornalismo digitale della CJS Tow Center for Digital Journalism -che per la prima volta ha organizzato alcuni panel discussion nell’ambito del Festival-, Trushar Barot mobile editor per BBC World Service, Craig Silverman direttore di Buzzfeed Canada e fondatore di Emergent.info, Madhav Chinnappa direttore strategic relations Google News and Publishers, Ewen MacAskill il corrispondente del Guardian per difesa e intelligence che nel 2013 è stato a Hong Kong per incontrare Edward Snowden, Matina Stevis corrispondente economica dall’Africa per il Wall Street Journal, Marcel Rosenbach giornalista del settimanale tedesco Der Spiegel per cui si occupa di inchieste sull’economia e la sicurezza nazionale. Ed ancora Liz Heron direttrice The Huffington Post, Andy Carvin direttore Reported.ly, Kate Riley della BBC News, Aron Pilhofer Executive Editor del Digitale del Guardian e cofondatore di Hacks/Hackers, Patricia Thomas giornalista corrispondente e produttrice dell’Associated Press Television News.
Molti anche gli ospiti italiani tra cui la giornalista d’inchiesta collaboratrice dell’Espresso Stefania Maurizi, il direttore La Repubblica Mario Calabresi, la giornalista televisiva e corrispondente di Al Jazeera English Barbara Serra, l’editorialista e inviato di politica, economia e costume al Corriere della Sera Gian Antonio Stella; Sarah Varetto direttore di Sky TG24, Enrico Mentana direttore del Tg LA7, Lucia Goracci inviata di Esteri a Rai News 24, Anna Masera giornalista e caporedattore e public editor (garante del lettore) presso La Stampa. Inoltre Riccardo Iacona, Marco Travaglio, Lirio Abbate, Beppe Severgnini, Pietrangelo Buttafuoco, Stefano Rodotà e, per la prima volta al festival, il giornalista, paleontologo e divulgatore scientifico Alberto Angela e Franca Leosini autrice e conduttrice del programma televisivo cult Storie Maledette.
Tra i protagonisti di IJF16 anche i giornalisti de La Repubblica Carlo Bonini e Giuliano Foschini sul caso Regeni: le inchieste e la ricerca della verità, tra reticenze e depistaggi; Corrado Formigli e l’attivista e scrittore Karim Franceschi nell’incontro ‘Storia di un italiano che ha difeso Kobane dall’Isis’; il fondatore de Il Foglio Giuliano Ferrara e il direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais a confronto sulla “nostra identità”; Alessandro Gassman autore del documentario Torn – Strappati, realizzato in collaborazione con UNHCR Italia (che sarà proiettato al festival), in un incontro sull’arte e il giornalismo in tempo di guerra.

Si parlerà di radio, informazione, intrattenimento con Giuseppe Cruciani e Platinette; di musica, social e attivismo insieme al repper Fedez, e di ‘Come sopravvivere all’hype’ con le storie del cantautore Calcutta e di Niccolò Contessa produttore discografico e leader del gruppo I Cani, intervistati da Francesco Raiola capo area Musica a Fanpage.it e da Luca Valtorta La Repubblica.

Torna Diego Bianchi, in arte Zoro, con Gazebo Live! insieme alla sua originale ‘compagnia di giro’ e si parlerà di sport e soccer telling con Fabio Caressa condirettore Sky Sport e l’ex calcatore Beppe Bergomi a 10 anni da quell’ “Andiamo a Berlino!” che ha fatto di loro una delle coppie più celebri del commento calcistico in tv.

Tra le presentazioni di libri: Cosa è successo quando ho “hackerato” il mio cancro al cervello, la storia di Salvatore Iaconesi e del progetto open source “La Cura”, un libro che potrebbe cambiare il nostro punto di vista sulle malattie e su come affrontarle; Giovanni Floris presenta il suo nuovo lavoro “La prima regola degli Shardana”; Andrei Soldatov e Irina Borogangli presentano il loro “The Red Web”, uno studio eccezionale sugli attacchi alla libertà di Internet e di espressione in Russia; ospite del festival anche il giornalista e scrittore Evgeny Morozov, autore del libro “Silicon Valley: i signori del silicio”, in conversazione con il giornalista Fabio Chiusi.

Il festival offre anche quest’anno moltissimi workshop, tutti gratuiti, per permettere ai partecipanti di affinare le proprie competenze di diverse aree. Tra i 75 in programma, previsti anche dei workshop formativi tenuti da Google e Twitter con Elisabetta Tola media training specialist per l’Italia di Google News Lab e Livia Iacolare Manager of Media Partnerships di Twitter Italia. Da segnalare: Le ‘quattro C’ dell’uso di contenuti presi dai social: Copyright, Control, Credit e Cash! il workshop con Adam Rendle dello studio legale Taylor Wessing e Jenni Sargent direttrice First Draft News; Giornalismo, attivismo e diritti umani con Antonella Napolitano direttore comunicazione CILD e Lina Srivastava cofondatrice Regarding Humanity; La cybersicurezza e terrorismo (categoria hackers’ corner) con Antonio Mauro dell’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale; La diffamazione online, satira, parodia (categoria law&order) con l’avvocato Marcello Bergonzi Perrone; Tool per raccogliere, pulire e analizzare i dati (categoria data journalism) con Gianluca De Martino e Andrea Nelson Mauro di Dataninja.
Molti i film e documentari, tra i quali #ThisIsACoup: come l’Unione Europa ha distrutto il primo governo Tsipras di Theopi Skarlatos e Paul Mason, serie/documentario in quattro parti che esamina la vita ai tempi dell’austerità in Grecia, il confronto con l’UE, e il tumulto emozionale che accompagnava il cambiamento politico; la proiezione in anteprima italiana di Transparent (seconda stagione) e The Man in the High Castle, due serie televisive prodotte da Amazon Studios, presentate a IJF da Roy Price Senior Vice President di Amazon Studios. E ancora The Internet’s Own Boy: la storia di Aaron Swartz diretto da Brian Knappenberger, racconta la storia affascinante e tragica di una delle menti più brillanti della cultura digitale degli ultimi tempi. Nel trentennale del disastro di Chernobyl, arriva in anteprima al festival Il complotto di Chernobyl, il film di Chad Gracia vincitore del Gran Premio della Giuria a Sundance 2015; ci sarà anche Greenpeace. How to change the world il pluripremiato film documentario sulle origini e la storia di Greenpeace.
Tra i numerose presentazioni: The Coral Project – lavorare con la community per un giornalismo migliore, Greg Barber The Washington Post e Marc Lavallee The New York Times racconteranno il progetto che sta creando strumenti open source per editori di qualsiasi grandezza; Matt Waite fondatore Drone Journalism Lab spiegherà ai giornalisti come utilizzare al meglio i droni evitando i pericoli connessi.

In diretta da Perugia Luca Bottura con Lateral – Radio Capital e con la trasmissione 42 il nuovo gioco sull’attualità condotta insieme a Enrico Bertolino; Eta Beta, il programma quotidiano di Radio 1, ideato e condotto da Massimo Cerofolini e, per il secondo anno consecutivo, Voci del Mattino – Radio1, con Paolo Salerno.

EVENTO SPECIALE – Per la prima volta in Italia, dopo un tour nelle piazze più importanti d’Europa, l’installazione Anything to Say? dell’artista Davide Dormino; la scultura di bronzo che ritrae a grandezza naturale, in piedi sopra tre sedie, le figure di Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning, che hanno avuto il coraggio di dire no all’intrusione della sorveglianza globale e alle bugie che portano alla guerra. La quarta sedia è vuota e serve per invitare il pubblico all’azione prendendo posizione simbolicamente al fianco delle tre figure.

Per consultare l’intero programma del festival: http://www.festivaldelgiornalismo.com/programme/2016

Twitter: @journalismfest
Facebook: @International Journalism Festival

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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