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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Durante la seduta di Giunta Comunale del 30 gennaio scorso sono stati approvati i primi due accordi pubblico-privati per la rigenerazione turistico-ambientale della Costa, in applicazione degli indirizzi forniti del Comitato Esecutivo del Parco del Delta del Po e del Consiglio Comunale del 22 settembre scorso. Il primo accordo riguarda un progetto di trasformazione dell’area denominata “Collinara”, parzialmente già destinata da Piano Regolatore Generale, alla realizzazione di una zona artigianale-produttiva, come comparto prevalentemente turistico e di servizi dedicati al turismo lento – “Slow tourism”. Per quanto attiene la componente turistica è previsto l’insediamento di una struttura ricettiva alberghiera, congressuale e termale, oltre ad una azienda viti-vinicola e agrituristica (Vineyard). L’attività agricola e agrituristica sarà unita a quella ricettiva con la possibilità di ospitare turisti in alloggi e unità abitative fisse o all’interno di spazi aperti attrezzati destinati alla sosta sotto forma di “campeggio innovativo”. Quest’ultima formula consente di coniugare la ricettività alla somministrazione di pasti e bevande e alla degustazione di prodotti aziendali, trasformati in tipicità enogastronomiche, ivi inclusa la mescita dei vini. E’ stata inoltre ideata anche una serie di attività complementari quali quelle ricreative, culturali, sociali e didattiche, di pratica sportiva, escursionistica e di ippo-turismo da praticarsi in apposite strutture dedicate. Il secondo progetto riguarda la realizzazione di un nuovo campeggio in località Porto Garibaldi, anche questo assolutamente innovativo, volto ad intercettare i segmenti di domanda turistica “en plein-air” e “slow-tourism”.

Una delle condizioni essenziali per l’ammissione era che l’intervento di nuova costruzione avvenisse senza aumento di superficie e/o volume rispetto alla capacità edificatoria complessivamente prevista dagli strumenti urbanistici vigenti così come specificato dal programma di mandato e dagli indirizzi del documento preliminare del PSC. I proponenti hanno infatti già indicato preliminarmente le aree da cui trasferire i diritti edificatori eventualmente necessari per la realizzazione degli interventi oggetto della proposta, ovvero la riconversione con destinazione diversa (es. da produttivo a ricettivo) di diritti edificatori insistenti sulle aree oggetto di intervento.

“Questo è un chiaro segnale di stop alla costruzione di seconde case- sottolinea il sindaco Marco Fabbri- e di via libera a nuove strutture ricettive, purché adeguate al contesto territoriale e non comportino nuove volumetrie rispetto a quelle previste dal PRG.  Entrambe le proposte infatti prevedono tipologie di insediamento di strutture e modalità di infrastrutturazione cosiddette leggere, tali da essere compatibili con le caratteristiche dei suoli o tali da favorire la ricostituzione della complessità paesaggistica ed ambientale, oltre a prevedere interventi di ricostruzione del sistema duna/intraduna e del bosco Eliceo. Entro sei mesi – prosegue il Sindaco- le proprietà dovranno presentare i progetti definitivi, che  a sua volta verranno valutati e vagliati dal Consiglio Comunale. I numeri che segnano la depauperazione delle opportunità di lavoro, sono impietosi.  In un periodo di forte crisi economica abbiamo assistito alla chiusura di diverse aziende importanti sul territorio, come il punto operativo di Manutencoop Servizi Ospedalieri di Porto Garibaldi, oltre alla recente crisi del gruppo Mercatone Uno. L’Amministrazione Comunale si sta adoperando al massimo per lo sviluppo turistico, con una rinnovata strategia di promo-commercializzazione. Anche questa azione strategica, per affermarsi, richiede investimenti privati consistenti. In una decina danni sono stati migliaia di posti di lavoro persi e se non si trova rimedio l’emorragia continuerà. Per molti, l’estate rappresentava dunque l’unica àncora di salvezza, l’unica boccata d’ossigeno necessaria per non chiudere i battenti, per non allungare la lista dei senza-lavoro, ma ormai è chiaro a tutti che il balneare non può più bastare e dobbiamo semmai puntare sul Parco del Delta, del quale Comacchio e le sue Valli sono la capitale. La nostra arma vincente è il turismo, che passa attraverso il rinnovamento delle strutture ricettive, incentivando l’insediamento di nuove realtà. L’ulteriore sfida sarà quella di trovare la formule per ammodernare e rinnovare le migliaia di case frutto del boom edilizio del passato.

Queste azioni tra l’altro potranno creare nell’indotto delle costruzioni e degli impianti uno sbocco per parecchi operatori che hanno visto in questi anni portare ai minimi termini le loro prospettive ed i loro fatturati, la realizzazione di strutture leggere, innovative e sostenibili dal punto di vista energetico oltre alla loro manutenzione potrebbero ricreare posti di lavoro anche per le aziende del territorio e fare scuola per le strutture per la vacanza all’aria aperta di nuova generazione.

 Non sarà facile,  – conclude il Sindaco – ma soltanto affrontando questa sfida, unitamente ad un lavoro di squadra, che vede in campo da protagoniste le scuole del territorio, si potrà affermare pienamente una nuova cultura dell’accoglienza.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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