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Dopo Mi e la Frara da ier (ricordi, chiacchiere e fatti di un vecchio mondo) e Ferraresi ritratti (personaggi della Ferrara di un tempo), proposti in questa rubrica, Flavio Bertelli ci sorprende con un adattamento del Vangelo secondo Marco. Tale Vangelo, secondo gli studiosi, è il primo ad essere stato scritto. L’autore con una popolare traduzione in dialetto ferrarese delle parabole, ne rende accattivante la lettura.
Di seguito due brani per questi giorni che ci avvicinano alla Pasqua.
(Ciarìn)
 

Pietro al diś la so

Dit quest, Gesù al va, coi so, vers Cesarea, ai pié dal mont Ermon indù nas al Giordano. Strada faśénd al dmanda: – Cusa peηsa la źént? Cusa disla chi sia? –
– Mah! – a rispónd j’apòstul – Qualcdùn diś ch’at jé Giovàni Batista … –
“… D’j’àltar ch’at jé Elia… –
-… E d’j’àltar ancora ch’at jé un di profeta! –
– E ti? – al dmanda Gesù diretament a Pietro – Ti, chi pénsat che mi a sia? –
– Par mi t’jé Crist! – a rispond Pietro – al Fiòl ‘d Dio! –
Gesù al li guarda tuti uη pr’un e, sibén al gh’j’àbia tuti int al cuór, a tuti al s’arcmànda d’an dir gnént.

 

Confessione di Pietro
Poi Gesù coi suoi discepoli andò per i paesi di Cesarea di Filippo, e per la strada chiese ai suoi discepoli: La gente chi dice ch’io sia? Essi risposero: Chi dice che sei Giovanni Battista, chi Elia, chi uno dei profeti. Allora disse loro: E voi chi dite ch’io sia? Pietro rispose: Tu sei il Cristo. E vietò loro di parlarne ad alcuno.

 

Gesù al conta com sarà la so pasión

Ed eco che Gesù, ciacarànd ben ciàr par fàras capìr, al s’mét a cuntàr che as furmarà na cumbrìcula di sòlit ach sa ad létra e che, dop avéral fat patìr al so bel póch, j truvarà al mòd ad fàral murìr. Lu però, parché acsì al sarà al vlér dal Pàdar, al risusitarà tri gióran dop.

As punt chi Pietro al la ciama da na part e al la rimpròvera par quél cal diś, e alóra l’è Gesù che al g’dà al so avér e al la fa davanti a j’apòstul: – Ti t’aη raśóni briśa sgónd Dio, ma sgónd Pietro, e alóra at pó aηch far fagòt e andàrtin! –

E po’ al ciama tuti, źént e apòstul, e al precìsa ben: – Mitén iη ciar ill cundizióη na volta par tuti: chi vol gnir coη mi al dév tór la so cróś e purtàrsla iη spala, ma chi vol salvàr la so vita seηza peηsàr a l’anima, al pòl métar źó l’idea ad salvàr al Vangelo! Che intarès g’al un òm ad métras iη bisàca tut l’òr dal mond, se po’ al pèrd l’anima? E se, quand a gnirà al so mumént, al vra l’anima, cusa agh daràl iη cambi? Sia beη ciàr ‘n àltar quèl: chi vol gnir coη mi iη mèź a tuta sta źént pina ad pca, al faga iη mod da η’vargugnàras briśa, parché Dio al s’putrìa vargugnàr d’vuàltar! E, da źa ch’a c’sén, av vój aηch dir che iη mèź a vuàltar agh è źa soquànti ch’aη gustarà briśa la mort prima d’avér vist arivàr la Gran Luś ad mié Pàdar.– (…)

 

Profezia della passione
Poi incominciò a insegnare a loro come il Figlio dell’uomo dovesse patir molto e venire riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli Scribi, ed essere ucciso, e risuscitare tre giorni dopo. E parlava di questo apertamente. Ma Pietro trattolo in disparte, cominciò a biasimarlo. Ma egli voltosi in presenza dei discepoli, sgridò Pietro dicendo: Vattene via da me, Satana, perché non ragioni secondo Dio, ma secondo gli uomini.

E chiamata la gente insieme coi suoi discepoli disse loro: Se alcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché se uno vorrà salvare la sua vita la perderà; ma chi perderà la vita per me e per il Vangelo, la salverà. E che gioverà all’uomo guadagnare tutto il mondo, se perderà poi l’anima sua? E che darà l’uomo, in cambio dell’anima sua? Chi poi si vergognerà di me e delle mie parole in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria del Padre suo cogli Angeli e Santi, si vergognerà di lui. E diceva loro: Vi dico in verità che ci sono alcuni dei presenti i quali non gusteranno la morte prima di aver veduto il regno di Dio venire con maestà…

 

 

 

Tratto da:
Flavio Bertelli, La bòna nóva : dal Vangelo secondo San Marco, Ferrara, Editrice Universitaria, 1982.

 

Flavio Bertelli (Ferrara 1916 – 1983)
Autore e regista teatrale in lingua e in dialetto ferrarese.
Altre note biografiche nel Cantóη Fraréś del 5 marzo 2021 [Qui] .

Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia,
esce ogni 15 giorni al venerdì mattina. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui]

In copertina: Gerusalemme, Orto dei Getsemani

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Ciarin


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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