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This Guy’s in Love with You (Burt Bacharach, 1968)

Burt Bacharach mi accompagna spesso nelle mie faccende domestiche, non c’è musica migliore per rilassarsi e abbandonarsi ai ricordi. Come questo di qualche tempo fa…

Stavo sognando quando sentii bussare alla porta. Andai ad aprire, era mio padre!
Era ringiovanito, ben vestito, con una camicia bianca e una giacca di lino beige. E mi sorrideva.
Io lo guardai senza riuscire a dire una parola, quanto tempo era passato…
Poi pensai: “E’ vero, è soltanto un sogno!”
Lo feci entrare, lui mi guardava divertito e insieme andammo in cucina.

Così continuai a fare quello che stavo sognando – in effetti è difficile ricordarsi i sogni – comunque sì: stavo pelando delle pesche mature, le avrei poi affettate per farci la macedonia.
Adoro le pesche. Avete presente quando una pesca è matura al punto che riesci a pelarla con le dita?

Mio padre stava in piedi di fianco a me e osservava l’operazione, poi disse: “Devono essere dolci e pure buone, quasi quasi ne mangerei una.”
“Tieni papà!” gli allungai quella che avevo appena finito di pelare.

La prese, la guardò con ammirazione, e con un sorriso affettuoso sentenziò: “La pesca, quando è matura, è il frutto più buono di tutti!”, poi iniziò a mangiarla di gusto, come se non mangiasse da anni. Ventidue anni, per la precisione, da quando se n’era andato.
Ben tornato papà… Quanto avrei voluto dormire ancora!

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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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