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Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Lonely Planet Boy di Johnny Thunders.

In mezzo a tutti ‘sti accordi e abbracci vari di cui leggo sui giornali – accordi sulla Grecia, accordi sul nucleare iraniano, l’abbraccio della sonda con Plutone ma soprattutto l’abbraccio dei fan di vascorossi con il caldo e la coda per entrare al suo concerto a Padova una cosa su tutte mi ha colpito: l’abbraccio di un fan in coda con un grande classico, l’eroina.
Ebbene sì, questo tipo ha pensato di farsi un buco proprio nel bel mezzo della fila per i biglietti davanti a centinaia di persone.
Una cosa un bel po’ grottesca.
A me una cosa simile è capitata mentre aspettavo l’autobus in stazione qualche anno fa e, vedi te il caso, avevo in cuffia la banana dei Velvet Underground e di nuovo, vedi te il caso, il pezzo che stava andando in quel momento era “Heroin”.
Il tipo si era sparato la sua pera e stava attraversando la strada in direzione di quel portico quadrato sotto cui, come sa chiunque bazzichi Ferrara, all’epoca (o anche adesso?) c’era un distributore di siringhe.
In quel momento mi sono sentito un po’ strano perché sì “Christiane F.” l’abbiamo visto tutti, “Drugstore Cowboy” l’ho visto almeno tre volte, “il Pasto Nudo” l’ho letto a 13 anni e “Please Kill Me” me lo leggo ogni mattina in bagno, ma non mi era mai capitato di vedere quella cosa nel mondo reale.
E quella volta così, d’istinto “Heroin” l’ho mandata avanti.
Però oggi è anche il compleanno di John Anthony Genzale Jr. a.k.a. Johnny Thunders, uno dei più celebri italiani all’estero straight from Calabria dritto a New York e ancora meglio ai New York Dolls e poi agli Heartbreakers.
Non entrerò nei dettagli sulla sua vita ma mi limiterò a sottolineare quella cosa azzeccata che Wayne Kramer, proprio in “Please Kill Me” disse riguardo a lui: riusciva sempre a strappare la sconfitta dalle fauci della vittoria.
Più o meno.
E infatti diventò un peromane per calmarsi la paranoia da anfe.
Quindi oggi un classicone dei NY Dolls, in versione decisamente calmata, dritta dal mio album preferito del Johnny Thunders solista.

album: Hurt Me (1983)

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3 Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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