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da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Nuovo appuntamento domani, martedì 24 novembre, alle ore 17 a Palazzo Bonacossi, (via Cisterna del Follo, 5), con il ciclo di conferenze “Il Museo. Dentro e intorno”, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, Ferrara Arte, TekneHub, Musei Civici di Arte Antica, e con la collaborazione degli Amici dei Musei, per invitare a scoprire il museo, come un luogo attivo e vitale di conservazione e diffusione del patrimonio culturale.
Relatori dell’incontro saranno Simone Verde, autore del libro “Cultura senza Capitale. Storia e tradimento di un’idea italiana” (Marsilio Editori) e Responsabile della ricerca scientifica e delle pubblicazioni per Agence France-Muséums/Louvre Abu Dhabi ed Andrea Emiliani, uno dei più grandi storici dell’arte italiani, che interverranno sul tema “La politica dei beni culturali in Italia. Attualità e Storia”.
“Con questa lezione e con la presentazione del libro di Giuliano Volpe, Professore di Archeologia e Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e paesaggistici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che si terrà martedì 15 dicembre presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (via XX Settembre, 122) – spiega Francesca Cappelletti, docente di Storia dell’Arte moderna dell’Università di Ferrara e Vicepresidente del Consiglio – cerchiamo di fornire un contributo al dibattito sul patrimonio culturale che, mai come in questo periodo, in Italia è vivo, anzi quasi incandescente. La Riforma del Ministero intrapresa recentemente, ha investito con un ripensamento strutturale l’organizzazione della tutela sul territorio e del museo. Le riflessioni sulla storia del concetto di bene culturale in Italia, sulla sua gestione nel Novecento e fino ad oggi, nonché il confronto con realtà internazionali in cui conservazione e ricerca rappresentano un binomio imprescindibile, ci sembrano particolarmente utili perché tutti, non solo gli studenti universitari, ma più in generale i cittadini, si sentano coinvolti in questo processo e responsabilizzati nei confronti del patrimonio della nazione e del suo futuro”.
Simone Verde è Responsabile ricerca scientifica e Pubblicazioni per Agence France-Muséums/Louvre Abu Dhabi. Ha studiato filosofia teoretica tra Roma e Parigi ed è diplomato in museologia e storia dell’arte a L’École du Louvre. Storico dell’arte, ha collaborato con istituzioni museali italiane e scrive o ha scritto per «Il Manifesto», «il Fatto Quotidiano», «L’Unità». Ha tradotto dal francese per Adelphi, Fazi, Sellerio ed è stato assistente di Antonio Tabucchi di cui ha curato “L’Oca al passo” e la sua edizione francese. Ha una rubrica su «l’Huffingtonpost» e cura il blog www.simoneverde.it.
Andrea Emiliani è uno storico dell’arte. E’ stato presidente dell’Accademia Clementina nonchè sovrintendente per i beni Storico-Artistici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna e Direttore della Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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