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da: ufficio stampa “Gruppo del Tasso”

«Ermes, il messaggero divino, si reca presso la dimora della ninfa Calipso consegnando l’ordine di Zeus di lasciar partire il naufrago verso casa…», così comincerà il racconto di Claudio Cazzola, il terzo ospite atteso da “I giovedì diCibo”, a cura di Matteo Bianchi e Matteo Musacci, la rassegna di buona letteratura nella cucina dell’omonimo ristorantino in via Carlo Mayr, 4. E già le prenotazioni a sedersi “A tavola con Omero” e il menù degli eroi che il professore dell’Università di Ferrara illustrerà, non si contano più.

«Congedatosi il dio – ha anticipato il docente – la proprietaria del luogo va a chiamare l’ospite che siede tutti i giorni sugli scogli sospirando il ritorno, lo fa accomodare sul sedile davanti a lei, e la coppia si appresta a condividere il cibo. A questo punto, il cantore avverte il suo uditorio che a Ulisse viene presentato un menu appropriato agli uomini, mentre alla dea nettare e ambrosia. Ognuno vede che si attua una vera e propria separazione alimentare, a marcare regolarmente la frattura, avvenuta in epoca mitica, fra gli immortali e i mortali». E di che cosa si cibano, appunto, i mortali? Il mondo omerico è popolato di eroi, la cui dieta è essenzialmente a base di carne di animali quadrupedi, come dimostrano gli esempi che fornirà l’ospite erudito: la prova più eloquente di questa predilezione sta nel libro dodicesimo dell’Odissea. «Sbarcati nell’isola che ospita questi animali intoccabili, per tutto un mese Ulisse e i suoi compagni si nutrono delle scorte di pane e vino rosso che la nave contiene; esaurite le quali, impera la fame, e a nulla possono servire i palliativi offerti da sporadici volatili o pesci effimeri, perché la dieta genuina prevede ben altro. Ecco quindi l’atto sacrilego, che i compagni compiono, di infrangere il tabù alimentare – ha servito l’assaggio – per cui a tutti loro la divinità nega il ritorno a casa tanto sospirato». Per l’occasione, sarà disponibile anche L’enigma di Omero, il saggio più volte ristampato che Claudio Cazzola ha pubblicato nel 2013 con Este Edition. Per prendere parte alla serata è consigliata la prenotazione allo 0532/765997, www.dicibo.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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