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Da: Ufficio Stampa di Comune di Comacchio

Il 16 e 23 febbraio a Comacchio si svolgerà la IX edizione del Carnevale sull’ Acqua.
Una manifestazione unica nel suo genere dove le Barche vengono trasformate in “carri” allegorici, divenendo delle vere opere d’arte e attrazione ineguagliabile. È una manifestazione molto originale che coniuga la magia della cittadina con la creatività di tutti gli attori che la animano. Associazioni, volontariato, gruppi di ballo, scuole, parrocchie, animatori tutti insieme danno vita a questa splendida manifestazione che mette in moto una comunità intera.
L’evento richiama ogni anno migliaia di visitatori provenienti da ogni parte d’Italia che al carnevale di Comacchio trovano un clima di festa e allegria, spettacoli, intrattenimento, danza, musica e teatro nelle vie del centro storico.
Un evento in continua crescita, per la costante collaborazione tra i diversi attori e la Cooperativa Sociale Girogirotondo, che ne ha assunto il ruolo di “regista”, curandone l’organizzazione.

L’unicità della Manifestazione è dovuta anche alla collaborazione con tutte le Scuole del territorio e le Parrocchie, che insieme ai genitori si mettono in gioco con fantasia. La domenica mattina, infatti, vede in sfilata centinaia di bambini mascherati che con i loro sorrisi animano il centro storico.

Il carnevale di comacchio è anche a misura di bambino, è presente un’area dedicata esclusivamente ai più piccoli e alle famiglie. Quest’anno propone il tema “pirati e corsari”, con laboratori ludico creativi, spettacoli, animazione e possibilità di navigare sui canali sul galeone dei pirati per una piccola avventura in compagnia dei nostri animatori.

La variegata proposta dell’animazione è resa ancora più ricca dalle diverse Scuole di ballo locali, che con la loro energia arricchiscono l’atmosfera carnevalesca.

Nel pomeriggio prende vita il cuore pulsante della manifestazione, le barche allegoriche sfilano lungo i canali, mostrandosi nella loro originalità e splendore. Gli equipaggi con i loro coloratissimi costumi carnevaleschi intrattengono il folto pubblico che ogni anno arriva nella città di Comacchio coinvolgendo con musiche, allegria.
Coriandoli, stelle filanti e gadget per tutti contribuiscono a rendere l’atmosfera ancora più magica.

Tutte le strade del centro si animano grazie a stand gastronomici, bancarelle, luna park, intrattenimento e tanto altro da scoprire fino a tarda sera.

Parcheggi e aree di sosta allestiti per l’occasione, accolgono ogni forma di turismo: organizzato, itinerante e libero.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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