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da: Alberto Mazzotti

E’ uno dei bar più vecchi del centro di Lugo: con l’originario nome di Bar Marcello è stato, per generazioni, un punto di ritrovo privilegiato per centinaia di giovani lughesi.
Oggi, dopo un periodo di alterne fortune e alcune settimane recenti di lavori, il Sax Pub Cafè di largo Repubblica 4 è pronto per tornare agli antichi splendori. A partire da venerdì 16 ottobre, il locale di fronte al Pavaglione riapre i battenti: rinnovato negli interni, nella “filosofia”, nei programmi. Merito di un team tenace e motivato: i due proprietari Sergio Mezzogori e Davide Ballardini; il “factotum” Luca Ghetti – chef di grande esperienza, personaggio ben noto nel lughese, che torna nella sua città dopo anni di attività in località diverse -; e Vince Vallicelli, notissimo batterista forlivese che ha il ruolo di direttore artistico delle serate dedicate al jazz.
Una delle poche conferme nella nuova attività del Sax Pub riguarda infatti gli appuntamenti con il jazz del venerdì sera, che hanno caratterizzato il locale anche nelle passate stagioni. Con Vallicelli come nuovo responsabile, il programma promette serate di grande spessore musicale: a partire proprio dall’inaugurazione, il 16, quando lo stesso Vallicelli accompagnerà un assoluto “big” dell’organo Hammond come Pippo Guarnera (session man abituale di artisti del calibro di Ligabue o Gianna Nannini, ma che ha un curriculum di assoluto rilievo anche in ambito jazz e blues), in trio con il talentuoso chitarrista Nahuel Schiumarini.
La musica sarà protagonista anche al sabato sera, con concerti live di gruppi locali e spazio a giovani band; e alla domenica pomeriggio, quando il dj set accompagnerà gli aperitivi al pianterreno.
Perché il locale, da sempre, è dislocato su due piani: e fra le novità della riapertura c’è anche un’attenzione fondamentale all’aspetto della ristorazione. Al piano terra, allora, alle spalle del salone del bar – dove ci si concentrerà sulla qualità sia del caffè che delle bevande – è stato realizzato un ristorante: avrà una quarantina di coperti, sarà aperto anche a pranzo per fornire pasti veloci ma squisiti, che partiranno dalla tradizione romagnola ma punteranno anche sull’utilizzo di prodotti biologici, sulla possibilità di piatti particolari per celiaci e per vegani, e con un menù che cambierà di giorno in giorno. Il ristorante sarà aperto anche di sera (tranne al lunedì): e ogni mercoledì sera sarà dedicato esclusivamente ai piatti di pesce.
Al piano di sopra, poi, ecco il pub, rivolto ai più giovani anche come menù: pizza (al martedì a metà prezzo), hamburger, spaghetti, bruschette… E quattro tipi diversi di birra alla spina, che varieranno di mese in mese a seconda delle stagioni.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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