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da: organizzatori

Il 1° luglio u.s. si è tenuto il primo incontro con il Direttore Generale dell’Ospedale di Cona dott. Tiziano Carradori e la Direttora Generale dott.ssa Paola Bardasi dell’Azienda USL con il Gruppo Salute Donna UDI sui punti critici e le relative richieste uscite dal lavoro svolto per l’applicazione e gestione della Legge 194. Vogliamo sottolineare l’importanza dell’incontro e dell’impegno uscito per proseguire nelle varie fasi della riorganizzazione dei servizi sia ospedalieri che territoriali, con particolare attenzione alle Case della Salute e la riorganizzazione dei Consultori Familiari e Giovani.
Da diversi anni a Ferrara siamo impegnate ad affermare i diritti di scelta della donna sul proprio corpo, per la tutela all’autodeterminazione sessuale e riproduttiva, proponendo idee sul piano della salute. In questa fase di riordino del Servizio Sanitario Nazionale, in particolare la riorganizzazione ferrarese della sanità e del sociale, dai presidi ospedalieri, agli Ospedali di Comunità e Case della Salute, siamo di fronte ad un cambiamento non solo organizzativo ma culturale, che richiederebbe un processo il più possibile partecipato e condiviso dai cittadini.
In questo contesto poniamo all’attenzione, per un loro rafforzamento, i Consultori Famigliari e i Consultori Giovani che dovranno far parte integrante delle Case della Salute.
In una recente indagine sono stati individuati alcuni punti critici. Per esempio, con i tagli alla sanità dei vari Governi, i Consultori rischiano di perdere la loro funzione, con conseguente diminuzione degli operatori, degli strumenti e dei mezzi necessari per la loro funzione.
Purtroppo oggi prevale una cultura economicistica che non mette più al centro la persona e la comunità.
Vogliamo riprendere invece l’importanza della Legge 405/75 che istituì i Consultori Familiari per affermare alcuni valori (promozione della procreazione responsabile, prescrizione dei mezzi necessari per poterla proseguire, tutela della salute della donna, assistenza psicologica e sociale della coppia e dei minori).
Fu una legge che non si limitò a investire in strutture già esistenti, ma propose l’istituzione di Servizi Pubblici dalle caratteristiche profondamente nuove che sarebbero poi diventate articolazioni del Servizio Sanitario Nazionale, collocati nell’area della prevenzione. Pertanto la prevenzione deve essere proposta come opportunità di vivere meglio e non come mezzo per evitare il peggio.
Il gruppo salute donna dell’UDI continua il proprio impegno per riprendere il valore e l’importanza del Servizio Sanitario Nazionale, in applicazione dell’art. 32 della Costituzione, spesso minacciato. Nell’attuale situazione di crisi, sono le donne a sopportare il peso maggiore, anche per l’aumentata pressione del lavoro di cura.
Ci sentiamo in presidio permanente, per vigilare e proporre.
Di fronte a risorse limitate, in un quadro di programmazione, non può mancare la nostra parola.

per il Gruppo Salute Donna UDI
Luana Vecchi

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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