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Massima attenzione all’immissione sul mercato e alla gestione delle diverse varietà di pere per
assicurare un’offerta di prodotto italiano almeno fino al prossimo febbraio. Ieri pomeriggio
all’interno del World Pear Forum si è tenuta la tavola rotonda “UNAPera alla sfida del mercato”, in
cui è stato fotografato il battesimo di fuoco – è proprio il caso di dirlo viste le condizioni di questa
annata – della nuova Aop.
Come ha ricordato il presidente Adriano Aldrovandi, l’evento organizzato nell’ambito di FuturPera
è stata la prima uscita ufficiale di UNAPera come Associazione di Organizzazioni di produttori,
dopo il riconoscimento arrivato il 27 settembre scorso. “Aggreghiamo 25 imprese, 13 Op e 12 non
Op, posizionate sul mercato con prodotto condizionato, specializzate e non sulle pere, tutte con la
volontà di valorizzare la produzione agricola”, ha sottolineato Aldrovandi in apertura dell’incontro
moderato da Paolo Bruni, presidente di CSO Italy.
Nel ricordare la genesi del progetto, avviato nel luglio del 2020, Bruni ha introdotto le due prime
relazioni istituzionali. “Il Parlamento è consapevole delle difficoltà del comparto – ha ricordato
Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati – E’
importante sostenere l’ortofrutta e le aziende con la liquidità, in modo da far fronte alle crisi di
mercato e climatiche. La struttura del Crea sarà rinforzata, in modo da spingere la ricerca sulla
lotta alle fitopatie”. Paolo De Castro, in rappresentanza del Parlamento Europeo, ha ricordato il
ruolo decisivo del Regolamento Omnibus nella genesi del progetto UNAPera e l’imminente
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale nazionale del recepimento della Direttiva comunitaria in
materia di pratiche sleali, che aiuterà i produttori a far valere le proprie ragioni sul mercato. Per
rafforzare il sistema è stata approvata la nuova Pac e l’iter si completerà entro l’anno. Il futuro del
settore è nelle nostre mani – ha concluso De Castro – dobbiamo riuscire a sfruttare gli strumenti a
nostra disposizione”.
“La campagna in corso è tra le più complesse mai affrontate – ha aggiunto Giampaolo Nasi,
coordinatore del comitato commerciale di UNAPera – Stiamo gestendo l’immissione del prodotto
dei soci nel mercato per garantire la presenza delle pere italiane fino a febbraio. Lo facciamo
attraverso il governo dei canali e delle diverse varietà, che sono state proposte sul mercato in
maniera scalare, con un inserimento ragionato e inedito tale da ampliare al massimo la copertura
del calendario. Nonostante un mercato dell’ortofrutta non particolarmente dinamico, la domanda
di pere è sostenuta rispetto all’offerta, come era prevedibile. Pur nella presenza di molti più frutti
di origine estera, che compensano il calo produttivo nazionale, la richiesta di pere Made in Italy è
sostenuta e interessa sia canali tradizionali che moderni”.
UNAPera ha registrato sulle superfici controllate dai soci una riduzione della produzione
disponibile di circa il 70% rispetto allo scorso anno per effetto delle avversità che hanno pesato
anche sulle caratteristiche estetiche. Il minor carico sulle piante, però, si è riflesso positivamente
sulle qualità organolettiche dei frutti. “Le pere sono maggiormente apprezzate in termini di calibro
– ha sottolineato Nasi – ma soprattutto a livello gustativo, perché il grado zuccherino è più elevato
del solito”.
“Il nostro progetto è fondato sulla regolazione dell’accesso del prodotto al mercato, ma anche sul miglioramento degli standard di qualità commerciale da sviluppare a livello comune tra i soci: il
sistema di controllo di qualità è vincolate per i soci e gestito dall’Aop con l’assistenza di una struttura terza. Questo ci permette di valorizzare le pere dei soci con standard qualitativi comuni e di verificare la rispondenza del prodotto gestito dall’Aop agli obiettivi, governando ed eliminando le non conformità”, ha sottolineato il coordinatore delle attività organizzative di UNAPera, Alessandro Zampagna.
Una campagna che presenta diverse criticità, è vero, ma il nuovo modello messo in campo da UNAPera servirà a non renderla drammatica per i produttori. “Siamo il primo caso dell’applicazione del regolamento Omnibus, rappresentiamo un nuovo modo di aggregare l’offerta tra imprese con caratteristiche diverse le une dalle altre, facendo lavorare assieme Op e non, cooperative e privati – ha puntualizzato il responsabile del progetto, Roberto Della Casa –.
Acquisizioni e fusioni sono sempre processi difficili da realizzare nel mondo dell’ortofrutta: UNAPera è uno strumento strategico che permette di controllare l’immissione del prodotto sul mercato, mentre la fatturazione sui clienti resta in capo ai singoli soci; l’Aop lavora ad accordi quadro per l’ambito commerciale e marketing con le insegne della distribuzione moderna e le imprese all’ingrosso, sviluppando settimanalmente listini di riferimento; mentre i soci gestiscono la commercializzazione quotidiana”.
Ma il rilancio del sistema pericolo passa anche dall’Igp dell’Emilia Romagna. “Archiviata questa campagna, speriamo unica anche per frequenza, la Pera Igp dell’Emilia-Romagna intende dar vita a un robusto piano di trade e consumer marketing che potrà utilizzare proficuamente la partnership
con UNAPera al fine di legare il prodotto alle strategie commerciali del sistema distributivo moderno e tradizionale, per affermare i valori distintivi del frutto e dell’indicazione Igp agli occhi del consumatore, esaltando gli aspetti nutrizionali e la territorialità – ha detto Mauro Grossi, presidente Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna Igp – A questo si affiancherà un programma di sviluppo della certificazione di imprese e superfici da dedicare alla pera Igp, così da raggiungere in tre anni il 35% della superficie dell’areale, nell’ottica di arrivare alla sua totalità”.
“UNAPera è una scommessa vinta, che ha dimostrato coerenza, lungimiranza e coraggio da parte dei promotori – ha affermato Alessio Mammi, assessore all’agricoltura della Regione Emilia- Romagna – Sosterremo i frutticoltori con 100 milioni di euro, con interventi mirati su cimice asiatica, maculatura e gelate: le risorse sono una boccata d’ossigeno ma serve un nuovo approccio strutturale del settore, come quello rappresentato da UNAPera. Un approccio che deve seguire tre direttrici: investire di più in ricerca, sia su nuove cultivar che su prodotti per la difesa; proteggendo le produzioni con impianti antibrina e dotando le imprese di sistemi di efficientamento energetico; sostenendo le attività di valorizzazione del prodotto. La pera, infatti, sconta anche una bassa attrattività agli occhi del consumatore”.
“E’ stata approvata la nuova Pac e l’iter si completerà entro l’anno; a brevissimo avremo una nuova agenzia nazionale che regolerà le pratiche sleali e combatterà gli abusi nella filiera; dobbiamo dare risposte congiunturali e strutturali al settore – ha rimarcato l’europarlamentare Paolo De Castro – con un’organizzazione commerciale capace di gestire meglio l’organizzazione della produzione e del commercio, in modo da confrontarsi con tutti gli attori, a partire dalla distribuzione. UNAPera è una grande scommessa, ma la gestione dell’offerta è la chiave per assicurare reddito ai produttori. Il futuro del settore è nelle nostre mani – ha concluso De Castro – Dobbiamo riuscire a sfruttare gli strumenti a nostra disposizione”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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