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Università. L’Emilia-Romagna sempre più ‘Data Valley’: 28 dottorati finanziati dalla Regione con 2,5 milioni di euro per formare alte competenze sui Big Data. L’assessore Salomoni: “La nostra idea di ‘Data Valley’ è proprio questa, creare un ecosistema di alta tecnologia e formazione che sia sempre più punto di riferimento in ambito nazionale ed europeo”

Investimento finalizzato ad affrontare le sei “Sfide globali e Competitività industriale europea”. I progetti di ricerca avranno durata triennale e potranno prevedere periodi all’estero; centrale la valorizzazione delle potenzialità infrastrutturali Big Data disponibili e in corso di realizzazione, e la costruzione di un rapporto sinergico e cooperativo con le aziende del territorio.

Bologna – Per dare forma e sostanza alla ‘Data Valley’ la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna – con una delibera approvata in questi giorni – mette a disposizione circa 2,5 milioni di euro per finanziare 28 dottorati finalizzati allo sviluppo di alte competenze per la ricerca, nel campo multidisciplinare e transdisciplinare, dei Big Data. Punto di riferimento principale saranno le tematiche di Horizon Europe e della nuova Strategia di specializzazione intelligente in cui i Big Data possono essere applicati, per una “Regione europea più ecologica, digitale e resiliente”, come recita il titolo del progetto. La partenza sarà rapida: i dottorati dovranno infatti riferirsi all’anno accademico 2021-22.

La priorità dei dottorati di ricerca, che avranno durata triennale, sarà coniugare lo sviluppo sostenibile e lo sviluppo economico, formando le competenze necessarie a supportare concretamente i processi di transizione verde e digitale delle filiere, dei sistemi produttivi e dei servizi. Un’altra parola chiave del progetto è la sinergia: tutti i progetti di dottorato per essere presentati dovranno richiedere la collaborazione di almeno tre tra gli Atenei aventi sede sul territorio regionale, e sarà fondamentale nel percorso di formazione sia valorizzare le potenzialità delle infrastrutture sui big data disponibili e in corso di realizzazione sul territorio regionale, sia costruire un rapporto di cooperazione con le aziende presenti in regione. Nessuna autoreferenzialità però: i progetti possono infatti prevedere periodi di studio e ricerca all’estero, per confrontarsi con le realtà più all’avanguardia in Europa e nel mondo.

“Con questo invito, grazie al finanziamento di 28 borse triennali, intendiamo selezionare una candidatura costituita da progetti di formazione alla ricerca nell’ambito dei corsi di dottorato del 37° ciclo- dichiara l’assessore regionale all’Università e agenda digitale, Paola Salomoni-; proseguiamo così e rafforziamo gli investimenti in ricerca e sviluppo, coinvolgendo atenei e costruendo un rapporto più sinergico e cooperativo con le aziende del territorio. La nostra idea di ‘Data Valley’ è proprio questa, creare un ecosistema di alta tecnologia e formazione di cui possa beneficiare l’intera società regionale e non solo, visto che il nostro territorio è ormai punto di riferimento in ambito nazionale ed europeo per il settore”.

Al centro anche la multidisciplinarietà. Infatti, le sei “Sfide globali e Competitività industriale europea” che costituiscono il secondo Pilastro del Programma su cui punta questo invito sono Salute (Health), Cultura, creatività e società inclusiva (Culture, Creativity and Inclusive Society), Sicurezza civile per la società (Civil Security for Society), Digitale, industria e spazio (Digital, Industry and Space), Clima, energia e mobilità (Climate, Energy and Mobility) e Prodotti alimentari, bio-economia, risorse naturali, agricoltura e ambiente (Food, bio-economy, natural resources, agriculture and environment).

Oltre che nella nuova ’Agenda digitale “Data Valley Bene Comune” approvata all’inizio di quest’anno, che detta la linea sullo sviluppo tecnologico dell’Emilia-Romagna fino al 2025, questo intervento guarda anche alla nuova Strategia di Specializzazione Intelligente in corso di approvazione; strategia che prevede l’investimento nelle alte competenze per la ricerca, costituisce una condizione per lo sviluppo delle specializzazioni produttive distintive del sistema regionale e sostiene gli ambiti ad alto potenziale di sviluppo. Ulteriori riferimenti sono la programmazione comunitaria 2021-2027 Horizon Europe, che ha tra i propri obiettivi “rafforzare l’impatto della ricerca e dell’innovazione per lo sviluppo”, e il Patto per il lavoro e per il clima, sottoscritto dalla Regione e della Parti sociali a dicembre 2020, che in cima alle priorità ha l’Emilia-Romagna come regione della conoscenza e dei saperi che investe in educazione e ricerca.

Per quanto riguarda le domande di partecipazione, saranno le stesse Università a pubblicizzare tramite i propri canali i nuovi dottorati, fornendo tutte le indicazioni necessarie.

 

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

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