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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Start Romagna lancia da domani un nuovo titolo di viaggio (da 3 e da 7 giorni), per salire e scendere dai mezzi pubblici a Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini

Bologna – Da domani si può viaggiare sui bus in tutta la Romagna e per più giorni con un unico biglietto.

“Romagna SmartPass” è il nuovo titolo di viaggio (da 3 e da 7 giorni) da utilizzare per tutti gli autobus di linea Start, da ogni fermata e per qualsiasi destinazione negli oltre 80 Comuni delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. L’iniziativa è stata presentata oggi in Regione dagli assessori regionali al Turismo e commercio, Andrea Corsini, e alla Mobilità, Raffaele Donini, insieme al presidente e di Start Romagna, Marco Benati.

Turisti e residenti avranno così accesso, con un singolo biglietto, ad una rete di 5.551 chilometri di trasporto pubblico coperta con una flotta di oltre 150 linee e più di 600 mezzi. La Regione ha, inoltre ricordato, che tra il 2017 e il 2018 il parco mezzi della Romagna si doterà di 57 nuovi autobus ecologici, previsti dal piano di investimenti varato da Regione e Aziende di trasporto pubblico.

Il pass è disponibile nelle due diverse validità temporali di 3 e 7 giorni consecutivi e ha un costo rispettivamente di 11 e 22 euro. Consente di viaggiare sull’intera rete servita da Start Romagna senza limitazioni di percorso ed orario e di avere anche sconti nelle strutture aderenti al pacchetto (come parchi di divertimento, attrazioni o musei) raggiungibili attraverso le diverse linee di bus.

L’iniziativa promossa da Start Romagna recepisce e sviluppa l’esperienza avviata con il biglietto Orange Ticket. Al momento il Romagna SmartPass è in vendita in formato cartaceo e magnetico nei “Punti Bus” di Start Romagna e in numerose rivendite autorizzate, tra cui un numero crescente di strutture turistiche come hotel, campeggi e Iat; il nuovo pass sarà a breve acquistabile anche attraverso le App per smartphone DropTicket e MyCicero.

Start Romagna è la società con sede legale a Cesena che dal 2012 gestisce i servizi di trasporto pubblico locale in tutta la Romagna, a seguito della fusione delle precedenti società provinciali (Avm Forlì-Cesena, Atm Ravenna e TramServizi Rimini).

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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