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Da: Stefania Rubbini

Il progetto “Illusive” nasce all’interno di quell’incubatore creativo nel centro di Ferrara: il liceo artistico Dosso Dossi. Ai ragazzi, affiancati da professionisti del settore, viene chiesto di sviluppare un progetto editoriale, seguendo passo passo l’ambito contenutistico, grafico e curatoriale della rivista.

Ferrara Museo quotidiano è il tema della rivista N.0, la quale raccoglie gli scatti dei ragazzi portando l’attenzione su quei dettagli che ci circondano ma che, spesso, essendo talmente usuali e tipici delle nostre vite quotidiane, diventano invisibili, nonostante l’immenso potenziale narrativo che si portano appresso. È così dunque che, la nebbia, gli edifici dismessi, la fabbrica, la campagna, acquistano un valore magico agli occhi di chi riesce a coglierlo, ma se è vero che la difficoltà maggiore sta nel notare l’invisibile che abbiamo sotto gli occhi, altrettanto difficile è saperlo trasmettere. L’edizione N.0, il cui progetto grafico ed impaginazione è a cura di Giulio Testi, è stato diretto da Cinzia Calzolari, con la partecipazione di Gabriella Soavi e Massimo Marchetti, Giovanni Guerzoni e Maria Luisa Pacelli per la parte editoriale.

La seconda edizione di Illusive, porta alla luce il tema della terra, focalizzandosi non tanto sul problema ambientale, quanto sulle diverse sfaccettature che esso porta in sé.

Un’esplorazione che parte dall’uso della terracotta in ambito artistico, passando per la bonifica agraria, la conservazione dei fossili ed infine, prendendo in analisi la più dura e realistica delle sue mille facce, inserendo così nel progetto anche il cimitero della Certosa. La terra è il luogo da dove siamo venuti e nel quale, una volta morti, ritorneremo. Terra primo ingrediente è il titolo dell’edizione N.1, diretta da Cinzia Calzolari, con il coordinamento grafico di Federica Zabarri, l’assistenza al progetto e l’editoria di Massimo Marchetti e Tiziano Menabò.

L’idea di esporre in Bacheca nasce dalla volontà di Arci Ferrara APS di rendere ancora e per l’ultima volta questo’anno, il cinema Boldini parte della cittadinanza attiva.

La convenzione con Arci Ferrara negli ultimi 20 anni ha permesso che al cinema Boldini fosse riservata una programmazione prevalentemente d’essai, garantendo anche grazie al teatro ragazzi, allo spazio dedicato a Mondovisioni durante il festival di Internazionale ed a numerose altre iniziative, la restituzione alla città di proposte alternative e di spessore che non si limitavano al mero intrattenimento, ma erano sinonimo di informazione, scambio, integrazione, nonché di riflessione, dibattito e confronto.

Per non lasciare che tutto si spenga silenziosamente all’ombra del virus, Arci Ferrara APS metterà a disposizione le bacheche esterne, solitamente utilizzate per le locandine dei film, come vetrina espositiva per dare voce ad una forma di cultura che non è quella cinematografica o teatrale, ma che allo stesso modo arricchisce, dialoga e muove il mondo: l’arte. Non perdiamo l’abitudine di dare un’occhiata alle bacheche all’esterno del cinema, allunghiamo la nostra passeggiata e passiamoci davanti lo stesso, non lasciamo che le nostre consuetudini più belle si perdano e manteniamo viva la nostra curiosità.

Grazie al liceo artistico Dosso Dossi per il progetto che ha messo a disposizione e per essersi prestato a collaborare. La mostra sarà visibile da venerdì 18/12/2020.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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