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Maria Elena Mantellini

Egregio Direttore,
SONO una residente di Rampari di San Paolo e NON SONO tra i firmatari della petizione “contro la realizzazione del parcheggio dell’area ex MOF”.
Premetto che ho il massimo rispetto per le opinioni altrui, ma dopo aver letto il testo della petizione mi è venuto il dubbio che sia stata sottoscritta davvero da residenti o quantomeno da residenti informati.

Personalmente è da tempo che mi preoccupo, insieme a molti altri abitanti della zona, della situazione e del futuro del nostro quartiere e per questo ho sempre partecipato agli incontri pubblici di condivisione e di presentazione dei progetti che ci sono stati negli anni. Il dubbio sull’effettiva consapevolezza dei firmatari mi è venuto dalla lettura delle motivazioni contraddittorie e per nulla tecniche riportate sul testo della petizione: dal ricorso ad informazioni inesatte, all’uso di parole e frasi ad effetto, compreso il link ad un progetto vecchio del 2012, mentre sempre sul sito del Comune, a pochi click di distanza, sono disponibili i progetti più recenti ed aggiornati. [Qui] 

Dalla relazione allegata al progetto si evince che il nuovo parcheggio non è né un anonimo silos, né un cubo di cemento ma un edificio moderno ed efficiente sia nell’accoglienza dei turisti che nell’incremento dei servizi offerti ai residenti, contraddistinto da una soluzione estetica innovativa (non banali “pannelli piegati in alluminio”) che è in grado di conferire al volume un aspetto leggero grazie alla riflessione nebulosa del paesaggio circostante.
Una soluzione ben diversa da quella usata per il parcheggio costruito in Contrada di Borgoricco. Non vi sarà alcuna interruzione nella continuità del filare alberato su C.so Isonzo, che anzi verrà integrato da un’ampia area verde anch’essa alberata su Rampari di San Paolo.

A tutti fa piacere poter parcheggiare gratuitamente vicino al centro storico, cosa piuttosto rara in altre città, ma gli utilizzatori dell’attuale parcheggio a raso sono spesso infastiditi da parcheggiatori abusivi che ottengono qualche moneta in cambio della segnalazione dei posti liberi, per il quieto vivere degli automobilisti che lasciano le proprie auto in sosta.
Un parcheggio controllato invece, soprattutto se gestito in modo lungimirante, dà la possibilità di usufruire di un ricovero più sicuro per la propria vettura.
Inoltre lo stato attuale dell’area dà un senso di abbandono ed incuria vista la diffusa sporcizia: immondizia, lattine, bottiglie vuote sparse ovunque.

Il buon funzionamento di un parcheggio pubblico lo fa la gestione più che il contenitore: si potrebbero stipulare abbonamenti o convenzioni a prezzi agevolati per chi lavora in centro, per chi è domiciliato nel quartiere per motivi di studio o lavoro, che non può usufruire della vetrofania riservata a noi residenti (che dà la possibilità di parcheggiare gratuitamente nella zona), convenzioni a tempo per i frequentatori del mercato o abbonamenti agevolati per gli stessi residenti che non possiedono un garage presso la propria abitazione e che vogliano usufruire di un posto “al sicuro”.
Come in altre città, si potrebbero proporre riduzioni o gratuità per chi dimostra di aver fatto acquisti, per i tifosi che frequentano lo stadio o ancora per i turisti in visita ai musei.

I ferraresi sanno che qualche albero e qualche aiuola non bastano da soli per riqualificare un’area. Le distese asfaltate e le aree “vuote” per quanto “verdi” non sono sufficienti a scongiurare il rischio di losche frequentazioni e sono esse stesse ricettacolo delle attività illecite lamentate nella petizione.
Per scongiurare tali attività alle residenze vanno affiancati centri di interesse che portino all’utilizzo di un’area da parte del pubblico nelle diverse fasce orarie della giornata.

Chi per anni ha sopportato l’inquinamento acustico ed i gas di scarico prodotti dalle corriere e da tempo chiede lo spostamento del terminal in una zona più consona, è impaziente di vedere finalmente realizzata l’area verde prevista dal progetto al posto dell’attuale distesa asfaltata occupata dagli stalli dei mezzi; oltre a migliorare la qualità dell’aria, si otterrà l’integrazione del percorso verde frammentato delle Mura di Rampari di San Paolo, dando continuità ai percorsi pedonali e ciclabili della città, tanto apprezzati da residenti e turisti.

Il denaro pubblico utilizzato per la realizzazione dei progetti è stato destinato a Ferrara come a molte altre città italiane, grazie all’assegnazione del finanziamento del “Bando Periferie” (nome forse non del tutto appropriato), che richiedeva ai Comuni partecipanti la candidatura di aree con caratteristiche e requisiti ben precisi a cui Ferrara ha potuto partecipare, solo con la candidatura dell’area Darsena, Rampari, Ex MOF che era l’unica a rispondere alle richieste specifiche del bando.

Il progetto proposto è stato già ampiamente dibattuto ed approvato da tutti gli uffici competenti, assentito dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici, ed è stata bandita una gara di evidenza pubblica. Non è possibile perdere questa enorme opportunità per la riqualificazione ed il rinnovamento di un’area che grazie alla vicinanza del MEIS può diventare uno snodo turistico e vitale di grande importanza per la città.

Per concludere, qualsiasi progetto può essere migliorabile, ma rimettere tutto in discussione pochi giorni prima della scadenza della presentazione delle offerte delle imprese concorrenti alla gara d’appalto, non dev’essere una scusa per bloccare ed impedire un processo già avviato, condiviso, approvato e finanziato. Dov’è l’interesse pubblico a fermare questa riqualificazione? Non c’è più tempo ed il rischio è quello di perdere i finanziamenti e di rimanere nel limbo dell’amorfa situazione attuale che i residenti NON vogliono!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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