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Da: Il Consiglio della Polisportiva O. Putinati

Gentili Soci e gentili Concittadini,
vi rivolgiamo questa lettera nella nostra veste di dirigenti e soci fondatori della Polisportiva Putinati nella speranza di fornirvi un resoconto chiaro e puntuale circa la probabile conclusione della lunga storia della nostra associazione.
Sentiamo anche di dover esporre pubblicamente la nostra posizione riguardo della procedura
amministrativa di concessione dell‟impianto sportivo che abbiamo concorso costruire in ben 50 anni di storia e di lavoro volontario, grazie ai soci ed ai numerosi sostenitori della nostra Polisportiva.
La Putinati è nata nel 1968.
All’inizio degli anni ’70 ha ottenuto in concessione dal Comune una ex scuderia diroccata
dell‟ippodromo comunale, ristrutturandola a sue spese con il lavoro dei soci volontari con l’ambizione di costruire la prima palestra popolare totalmente autogestita della Città di Ferrara.
Con interventi successivi di cui oltre l‟80% totalmente a carico della Polisportiva, la palestra è cresciuta, fino a diventare il centro polisportivo attuale: due palestre, uffici, spogliatoi e un campo polivalente coperto, contemporaneamente svolgeva e promuoveva altre attività, sia per bambini che per adulti; facendo nascere e crescere il Giro Podistico delle Mura estensi, la squadra pallavolo femminile arrivata a giocare in serie A2, la squadra di nuoto vincitrice anche di una medaglia d’oro nazionale ai G.d.G., e la sezione di ginnastica ritmica che ha visto una nostra atleta partecipare alle olimpiadi di Atene. Per questi ed altri risultati che hanno dato lustro negli anni allo sport cittadino il Coni ci ha riconosciuto la Medaglia d‟Argento per meriti sportivi, ancora oggi due atlete della Sezione ora autonoma, Ginnastica Estense O. Putinati, fanno parte della squadra nazionale di ginnastica ritmica.
Nell’Ottobre del 2018, anno del 50esimo anniversario della nostra Polisportiva, dopo diversi mesi di proroga della concessione la Giunta Comunale ha deliberato l‟avvio di una procedura di gara.
Il valore dell‟affitto dell‟immobile stimato dall‟ufficio patrimonio è stato di 62.500€ annui. La giunta Tagliani ha potuto deliberare un abbattimento del canone a base d‟asta del 90% appellandosi alla legge regionale 34 sulla valorizzazione della promozione sociale; negli atti pubblici di quella seduta risulta un indirizzo politico molto chiaro:
1) 50% di abbattimento per il sostegno alle attività giovanili e femminili, 25% per la
realizzazione di attività di comprovata valenza sociale, 15% per gli interventi di miglioria
richiesti;
2) La suddetta legge regionale 8/2017 riconosce il valore sociale della pratica sportiva ed il
Comune con apposito regolamento ha disciplinato la concessione dei propri beni immobili
indicando “finalità specifiche” di “rilevante interesse pubblico”, ribadendo all‟art.7 dello
schema di convenzione approvato dalla giunta “non devono essere favorite o privilegiate le
utenze economicamente più forti” e devono essere “rimossi gli ostacoli alla libera fruizione
dell’impianto”;
3) nel medesimo schema di concessione, fra i requisiti del concessionario al punto 5c la Giunta
richiama “l’elettività e la gratuità delle cariche associative” e la “assenza di remunerazione
degli associati sotto qualsiasi forma”.
Questo è il quadro normativo e politico che avrebbe dovuto rappresentare il parametro per le
valutazioni della Commissione tecnica individuato dal Comune.
A causa di un disciplinare di gara che a nostro giudizio non appare coerente con la delibera della
giunta, la procedura ha visto l‟ammissione di una SRL Sportiva non iscrivibile ed incompatibile al
registro della promozione sociale, che non presentava nell‟offerta tecnica alcuna collaborazione
convenzioni con associazioni di promozione sociale e del terzo settore, la cui unica attività svolta riguarda i corsi di nuoto: non risulta infatti avere mai avuto affiliazioni a federazioni nazionali per le discipline praticate nell‟impianto oggetto della gara, è priva di tecnici e struttura organizzativa per svolgere attività giovanili, addirittura non risulta avere mai avuto nemmeno squadre iscritte a nessun campionato neppure amatoriale.
Il soggetto in questione è Acqua Estense, una SSD SRL controllata al 100% da Nuova Sportiva, che
risulta essere a sua volta controllata da COPMA.
Con una prima richiesta di accesso agli atti la Polisportiva ha potuto verificare l‟offerta di Acqua Estense ed i verbali della commissione tecnica.
Dai verbali risulta che la commissione ha assegnato identico punteggio a due progetti molto differenti sia in termini qualitativi che quantitativi: diversamente dal nostro, quello di Acqua Estense non contempla alcun intervento per l‟accessibilità ai diversamente abili, prevede oltre 40.000€ di investimenti in meno rispetto a quelli proposti della polisportiva Putinati, nessuno dei quali per la messa in sicurezza del centro sportivo. Al tempo stesso la commissione ha ritenuto credibile la proposta esclusivamente estetica di Acqua Estense di demolizione di muri portanti in un edificio che è soggetto ai vincoli stringenti da parte della sovrintendenza e senza che venisse inserito nel piano economico una seria valutazione dei costi effettivi di un intervento strutturale di quella portata e delle conseguenti ed onerose spese accessorie di messa a norma della nuova struttura.
Il Margine Operativo dell‟offerta di Acqua Estense, sulla base di un parere fornito da professionisti, appare calcolato come posta a pareggio al solo scopo di dimostrare la sostenibilità di un progetto che ad una analisi tecnica appare tutt‟altro che sostenibile.
Con una seconda e specifica richiesta di accesso agli atti la Putinati ha potuto anche visionare il Piano Economico Finanziario che Acqua Estense ha erroneamente (vedi nota a margine) allegato nella busta dell’offerta economica.
Questo PEF dettagliato chiarisce diversi aspetti che nei riferimenti contenuti nella busta del progetto tecnico appariva difficilmente comprensibile o addirittura anomala. Il Margine Operativo Lordo (se inteso come misura dei ricavi annuali) di oltre 340.000€ non è aritmeticamente compatibile con la capacità della struttura esistente anche nella massima capacità potenziale di utilizzo di quelle superfici sportive. Pare che la commissione abbia considerato come investimenti quello che invece è un noleggio. Ma i beni oggetto del noleggio operativo restano di proprietà della società concedente e non
costituiscono immobilizzazioni! Il noleggio proposto da Acqua Estense è l’esatto opposto di un
investimento.
Dai verbali della commissione risulta un leggero vantaggio a favore del progetto sportivo della
Putinati che al contrario di quello concorrente poteva avvalersi di tecnici formati per le Attività Fisiche Adattate, per la disabilità fisica e psichica, per gli anziani ed i bambini, e che garantiva a diverse associazioni sportive e di promozione sociale ampi spazi a tariffe agevolate; a detta della stessa commissione la proposta di Acqua Estense risulta incentrata unicamente sul fitness e le attività commerciali.
Il soggetto risultato vincitore, diversamente dalla nostra Polisportiva, è infatti una SRL priva di organismi dirigenti democraticamente eletti ed il cui organo di controllo è l‟amministratore unico, remunerato per la sua carica. Con questa gara l’amministrazione precedente ha tolto tutti i diritti democratici di controllo agli associati, che non a caso (come rilevato dalla commissione
giudicante) verranno considerati dalla SRL, per sua stessa ammissione, non soci ma semplici
clienti.
L‟equivoco nasce probabilmente dal fatto che lo statuto della SRL Acqua Estense rispetta disposizioni del registro del CONI ma non quelli della legge regionale citata in delibera sulla valorizzazione promozione sociale (la stessa che ha giustificato l‟abbattimento del canone a base d‟asta); non a caso, nello schema di concessione allegato alla gara, fra i requisiti del concessionario è prevista “l‟elettività e la gratuità delle cariche associative”.
Lo statuto di Acqua Estense definisce la società non a scopo di lucro, ma nel progetto presentato
in gara la stessa fa esplicito riferimento a “remunerazione del capitale investito dal
concessionario” e al “rimborso finanziario dei soci e dividendi”: anche questa, a nostro avviso,
rappresenta una sostanziale violazione del sopracitato punto 5c “assenza di remunerazione degli
associati sotto qualsiasi forma”.
Per tutti questi elementi siamo convinti che l‟esito della gara non sia coerente alla delibera, allo spirito della legge regionale richiamata e allo stesso regolamento comunale. La Putinati ha presentato un articolato ricorso al TAR per le incongruenze degli atti predisposti dall’amministrazione, il quale con la propria sentenza dello scorso luglio ha però avallato la legittimità del procedimento. La nostra
ferma intenzione di sovvertire la sentenza ricorrendo al Consiglio di Stato si scontra con
l’impossibilità economica di far fronte alle ulteriori spese necessarie (il solo contributo unificato da pagare allo Stato per l’appello al Consiglio di Stato ammonta a € 3.000,00).
Abbiamo chiesto alla vecchia Giunta di riconoscere gli errori commessi dall’amministrazione ed in
autotutela di non procedere alla firma del contratto con il vincitore della gara, valutandone
l‟annullamento a prescindere da quello che sarebbe stato l‟esito dei nostri ricorsi.
Ritenevamo e riteniamo infatti che, mentre il Tribunale Amministrativo è chiamato ad esprimersi su
un percorso tecnico tutt‟altro che lineare, in capo al Sindaco ed al Consiglio Comunale stia la
prevalente responsabilità politica di indirizzo dell‟ente pubblico e di rappresentanza dell‟interesse
generale.
In ultimo ci interroghiamo da diverse settimane sulla ragione per la quale la Giunta negli ultimi mesi abbia disposto diversi allungamenti nelle durate di concessioni di impianti sportivi comunali senza bandi o procedure pubbliche, diversamente da quanto avvenuto per il centro sportivo di via Pastro.
Siamo intimamente convinti che sulla pelle della nostra Polisportiva si possa consumare un
precedente molto pericoloso per tutte le associazioni sportive di base e per tutti i soggetti deboli(famiglie in difficoltà, bambini, anziani o diversamente abili) per i quali ci siamo battuti senza tregua per oltre 50 anni.
Per questo, nel ringraziare tutti i soci, i dirigenti delle associazioni, i collaboratori, gli amici ed i cittadini del quartiere per il sostegno ricevuto in tutti questi anni ed in questi mesi, abbiamo ritenuto importante riaffermare una volta di più, il valore politico e sociale della nostra Polisportiva.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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