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Da: Ufficio Stampa Comune di Codigoro

Gran finale della Fiera di Santa Croce con grandi numeri: ben 5mila spettatori hanno assistito ieri sera al concerto dei Nomadi, storica band fondata nel 1963 da Beppe Carletti e Augusto Daolio. Il numero dei partecipanti è stato contato da un apposito strumento in dotazione agli addetti alla sicurezza. Icona del rock italiano, la formazione ha incantato il pubblico, passando in rassegna uno straordinario repertorio musicale, che attraversa questi 56 anni vissuti sul palco. Dall’ultimo singolo “Milleanni” al brano cult “Vagabondo”, riservato per la chiusura del live, i Nomadi hanno coinvolto il pubblico numerosissimo, accorso nel campo polivalente ex-salesiani di Codigoro, lanciando, tra un brano e l’altro, messaggi di forte connotazione sociale, contro i femminicidi, contro le guerre, in memoria dei caduti di Nassirya e a sostegno dei componenti delle Forze dell’Ordine, che tutti i giorni rischiano la vita per tutelare l’incolumità pubblica. “La 348^ edizione della Fiera di Santa Croce annovera grandi numeri, – dichiara il sindaco Sabina Alice Zanardi -, dagli stand gastronomici a quelli della fiera campionaria e del mercatino dell’ingegno, passando per street food e motorfest. Abbiamo registrato il pienone in tutti i concerti che si sono susseguiti in Piazza Matteotti, con la partecipazione di cantanti e gruppi acclamati da giovani e meno giovani, da Ostetrika Gamberini e Timothy Cavicchioli alla tribute band Queen Vision, dal Gallo Team a Federica Carta e Shade. Lo stand del gemellaggio con la città tedesca di Eppertshausen – prosegue il sindaco – ha totalizzato 800 coperti, in più 500 piatti di vongole, sono state cucinate dalla Pro Loco di Goro nel maxi padellone da guinness dei primati. Trecento coperti sono stati serviti nello stand dell’Aido e 650 allo Sport Street food nel campo polivalente ex Salesiani.” Ben duemila sono i coperti serviti nello stand della Nuova Unione Sportiva Codigorese, 70 gli espositori che hanno partecipato alla fiera la quale, nonostante il tempo incerto di domenica scorsa, ha bissato il successo di tutte le edizioni precedenti, puntando sulla qualità e sulla varietà. Seguitissima anche la fiaccolata in canoa e sup lungo il Po, organizzata, sabato scorso, dal circolo nautico di Volano e culminata con uno spettacolo piro-musicale,organizzato dall’Amministrazione Comunale e curato da Giuliano Sardella ( Parente Fireworks Group). L’evento è stato dedicato ai 50 anni dello sbarco sulla Luna. “La chiave del successo della Fiera di Santa Croce – conclude il Sindaco – è riposta nell’entusiasmo e nel lavoro di squadra compiuto da tante associazioni, che hanno collaborato tra loro e con l’Amministrazione Comunale, per assicurare alla manifestazione la perfetta riuscita. Voglio ringraziare i volontari, i dipendenti comunali, le aziende, le associazioni, che a vario titolo hanno lavorato con impegno e grande professionalità. Da ultimo, ma non per ultimo, rivolgo un ringraziamento alle Forze dell’Ordine e al Nucleo volontari dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo Alto Ferrarese – sezione locale Protezione Civile di Codigoro e ai volontari della Croce Rossa Italiana per la sorveglianza assicurata, durante i concerti e durante lo svolgimento di tutte le iniziative della fiera.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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