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Da: Organizzatori

Si è svolta stamani in Prefettura una riunione allo scopo di fare il punto della situazione sulle condizioni di staticità della Chiesa di San Domenico a Ferrara, imponente complesso religioso settecentesco del centro storico, già dichiarato inagibile dopo il sisma del 2012, alla luce dei recenti episodi di ulteriore ammaloramento delle strutture denunciati dall’attuale custode giudiziale dell’immobile.
A perfezionamento del passaggio di proprietà dalla “Provincia Lombarda dei Padri Domenicani” al Fondo Edifici di Culto, prossimamente l’immobile sarà oggetto di variazione catastale a favore del FEC una volta ultimate le procedure di identificazione delle porzioni immobiliari che attualmente sono planimetricamente condivise tra il predetto Ordine religioso, il Comune di Ferrara e la locale Università.
A questo proposito il Prefetto ha invitato i responsabili della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e degli Uffici tecnici del Comune di Ferrara a completare nel più breve tempo possibile tale ricognizione, indispensabile anche a definire le responsabilità dei soggetti cui grava l’onere di provvedere agli ulteriori interventi di messa in sicurezza delle opere di interesse storico-artistico presenti all’interno della chiesa, la cui portata sarà definita solo al termine di un accurato sopralluogo a cura degli organi tecnici.
Si tratta, in particolare, dopo gli interventi operati nel 2018 sull’edificio a seguito del crollo di una parte del soffitto in corrispondenza dell’area absidale, di individuare soluzioni che salvaguardino il prezioso quadro settecentesco raffigurante l’immagine di “San Domenico” e di alcune reliquie, la cui integrità è minacciata da eventuali, ulteriori cadute di detriti dal soffitto.
I rappresentanti della Soprintendenza presenti al tavolo hanno preannunciato che detti lavori sono inseriti nel “programma” delle opere pubbliche per un importo pari a €2.457.975,00, nell’ambito delle provvidenze previste per gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012.
Sono certo – ha sottolineato il Prefetto Campanaro al termine dell’incontro – che ciascun Ente coinvolto nei complessi interventi di messa in sicurezza e riqualificazione della Chiesa di San Domenico saprà svolgere il proprio ruolo al massimo livello di responsabilità e competenza, per contribuire a restituire alla comunità ferrarese un complesso monumentale di particolare pregio artistico e significato religioso.
All’incontro, presieduto dal Prefetto Michele Campanaro, affiancato dal Dirigente Dr. Massimo Zavagli, erano presenti gli Arch. Gabriele Pivari e Monica Bertocchi, in rappresentanza della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l’Ing. Luca Capozzi e la Dr.ssa Alessandra Genesini, dirigenti del Comune di Ferrara, l’Avv. Barbara Grandi, custode giudiziale, l’Ing. Stefano Zanella, direttore dell’Ufficio tecnico dell’Arcidiocesi di Ferrara, accompagnato dal Dr. Giovanni Lamborghini e dall’Ing. Nicola Gambetti Responsabile Unico del Procedimento per conto della Curia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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