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da: Centro di partecipazione giovanile L’Urlo

La festa presso il centro L’Urlo per la riqualificazione partecipata e low cost degli spazi

«Sono molto contento del lavoro svolto in questi mesi presso L’Urlo, vi faccio i miei complimenti. Questo luogo è vostro nel bene e nel male, sia quando c’è da divertirsi sia quando c’è da rimboccarsi le maniche per renderlo più bello e ospitale». Così il vicesindaco Massimo Maisto sabato 14 giugno ha salutato i ragazzi che hanno partecipato alla festa organizzata al Barco dal centro di partecipazione giovanile L’Urlo. L’evento è stato organizzato per festeggiare la conclusione di Refresh, il progetto di riqualificazione partecipata e low cost degli spazi avviato nella primavera 2013, portato a termine grazie all’impegno di tutte le associazioni e gli utenti che usufruiscono gratuitamente della struttura messa a disposizione del Comune – si tratta di circa 260 persone ogni settimana- .

Il lavoro è stato finanziato grazie ai fondi raccolti con la cena organizzata assieme alla contrada di Santo Spirito e grazie alla vendita delle magliette “Keep calm and play Games”, realizzata dai soci della ludoteca Ludus Iovis Diei. La riqualificazione è stata avviata nell’autunno 2013 e ha compreso la tinteggiatura della pareti, il restauro e la colorazione di tutte le porte e gli infissi, la decorazione dei tavoli e di vari accessori, per i quali sono state usate le tecniche del decoupage e dello stancil.

«È stata un’operazione lunga e complessa – ha commentato la coordinatrice del centro, Licia Vignotto -, alla quale ognuno ha contributo mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità. Ora è una gioia poter accogliere i ragazzi in un luogo completamente “rinfrescato”, più ordinato e accogliente». Soddisfazione e ringraziamenti sono arrivati anche da Fausto Pagliarini, responsabile del Servizio Giovani per il Comune di Ferrara, e dal neo-eletto consigliere comunale Davide Bertolasi, che da anni – contestualmente al suo precedente incarico per la per la Circoscrizione 3 – segue le vicende del centro.

I soci di Afric Racine – che tutti i mercoledì sera tengono presso L’Urlo un corso di danze africane – hanno aperto la festa di sabato con un’esibizione intensa e coinvolgente, una coreografia intitolata “Fumi Fumi”, dedicata al tema del conflitto e della pace. Il buffet è stato messo gentilmente a disposizione dalla cooperativa sociale Il Germoglio, che presso il centro ospita il proprio doposcuola. I ragazzi della ludoteca Ludus Iovis Diei – situata al piano terra – hanno organizzato contestualmente una maratona di gioco della durata eccezionale di ventiquattro ore e una grigliata all’americana, finalizzata a raccogliere per il gattile comunale, gestito dall’associazione A coda alta.

“Mi auguro che continuiate nel tempo ad essere così – ha concluso Maisto -, aperti nel raccogliere e ospitare tante persone e tante passioni diverse”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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