Skip to main content

Da Coldiretti

L’accordo con il Canada riconosce solo 12 prodotti su 44 della nostra regione. Contro le penalizzazioni per la nostra agricoltura è partita una mobilitazione di Coldiretti ed altre associazioni per delibere No Ceta.

L’accordo Ceta con il Canada penalizzerà l’agricoltura dell’Emilia Romagna. Lo afferma Coldiretti che ha incontrato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al quale è stato consegnato un dossier sugli effetti dell’accordo di libero scambio Ue-Canada (Comprehensive Economic and Trade Agreementr), sottolineando che ad essere messi sotto scacco nella nostra regione saranno produzioni di eccellenza, ma anche importanti colture estensive come i cereali.
Il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, e il direttore, Marco Allaria Olivieri, hanno sottolineato che dei 44 prodotti a denominazione di origine dell’Emilia Romagna, solo 12 vengono riconosciuti dal Ceta, mentre gli altri 32 non avranno nessuna tutela. Anche per i prodotti riconosciuti dall’accordo, si profila comunque – secondo Coldiretti Emilia Romagna – una situazione di grande ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale, ottenuto nel rispetto d precisi disciplinari, da imitazioni di bassa qualità come il caso del Parmigiano Reggiano che verrà venduto a fianco di produzioni locali di “Parmesan”.
Situazione ancora più complessa per il Prosciutto di Parma Dop, denominazione che da diversi decenni proprio in Canada è stata usurpata dalla società Maple Leaf Foods, la più grande industria alimentare canadese, che ha registrato il marchio “Parma” e che quindi può regolarmente commercializzarlo. La conseguenza – spiega Coldiretti – è che il vero prosciutto di Parma Dop non può essere al momento venduto in Canada ma per essere comunque presente su quell’importante mercato, il prodotto italiano viene commercializzato con il nome “Prosciutto originale”, e sugli scaffali dei negozi si trova acconto al “Parma” canadese, senza poter portare il suo vero nome.
Neanche i 30 mila produttori di grano dell’Emilia Romagna potranno dormire sonni tranquilli in quanto – spiega Coldiretti regionale – l’accordo di libero scambio prevede l’azzeramento del dazio per il grano, spalancando le porte all’invasione di grano duro canadese che per di più viene trattato in fase di preraccolta con il glifosato, vietato invece nel nostro Paese perché accusato di essere cancerogeno.
“Non siamo certamente contrari agli accordi internazionali – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – ma nelle trattative va riservata al settore agroalimentare una attenzione specifica che salvaguardi la distintività delle produzioni, garantisca la tutela della salute, la protezione dell’ambiente e la libertà di scelta dei consumatori. Il Ceta così come definito oggi è un regalo alle lobby industriali che nell’alimentazione puntano all’omologazione e al livellamento verso il basso della qualità”.
Secondo il direttore, Marco Allaria Olivieri l’accordo con il Canada “Crea una situazione di concorrenza sleale nei confronti del vero made in Italy, in cui a perdere saranno produzioni che hanno fondato il loro successo e la loro capacità di competere proprio sulla qualità, come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma, prodotti di punta della nostra regione. Per questo, oltre alla consegna deldossier, abbiamo sollecitato il presidente Bonaccini ad inserire all’ordine del giorno della Giunta regionale gli argomenti proposti da Coldiretti per difendere le produzioni regionali e nazionali in seno all’accordo di libero scambio con il Canada”.
L’azione di sensibilizzazione sugli effetti della ratifica del trattato da parte del Parlamento italiano, riguarda in questi giorni tutte le istituzioni e le forze politiche, dai sindaci di tutti i Comuni italiani, ai consiglieri regionali, ai deputati e senatori, sia nazionali che europei, invitati a riflettere sulle conseguenze della firma del trattato per il nostro sistema produttivo e le eccellenze Made in Italy.
Per Ferrara – sottolinea Coldiretti – i prodotti esposti alla mancata protezione sono numerosi, dalle pere IGP, all’Asparago, all’aglio di Voghiera, al riso del delta, sino ai cappellacci, al pampepato, alla salama da sugo. Forti timori anche per i nostri cereali, in primis il grano, che già oggi subisce la pesante concorrenza diquello canadese, e che con ulteriori agevolazioni tariffarie subirà ancora più pesantemente la spinta al ribasso dei prezzi.
Auspichiamo – conclude Coldiretti – che le amministrazioni locali siano al nostro fianco per difendere il nostro made in Italy ed i nostri produttori da un accordo che mal si sposa con la trasparenza di un commercio libero ma anche giusto.

tag:

COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it