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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Calano i fallimenti (-19%), gli scioglimenti e le liquidazioni volontarie, e i protesti, sia per quantità che importo.
Mercato del lavoro in lento recupero. Stabili commercio e manifatturiero. In lieve risalita il settore delle costruzioni.

Mercato del lavoro in lento recupero, stabili commercio e manifatturiero, in risalita – seppur lieve – il settore delle costruzioni. Un 2015 sostanzialmente in equilibrio (+0,1% la crescita del PIL provinciale), dunque, con un 2016 che dovrebbe segnare – il condizionale è d’obbligo – variazioni più consistenti (+1%) e in linea con quanto si presume avvenga in regione (+1,4%) e a livello nazionale (+1,2%). Questi i principali dati diffusi dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara.

Gli indicatori sul commercio internazionale in particolare, elaborati sulla base delle informazioni diffuse da Istat e riferiti a tutto il 2015, registrano una variazione positiva del 3,2%, che rappresenta certamente un risultato confortante per le vendite all’estero da parte delle imprese ferraresi. Le esportazioni crescono nella maggior parte delle province della regione, fanno eccezione Ravenna e Rimini. Ferrara, dove il valore supera i 2,5 miliardi di euro, registra una variazione leggermente inferiore alla performance regionale (+4,4%). La quota dell’export ferrarese sul totale regionale rimane così ferma al 4,6%, mentre sono in aumento anche le importazioni. La crescita è stata trainata in particolare dal buon andamento sul mercato statunitense (+9,7%) verso cui è diretto il 26,9% dell’export ferrarese. La tendenza positiva ha prevalso in tutti comparti, con le uniche eccezioni di sistema moda e metallurgia, per quest’ultimo comparto si tratta di un andamento in analogia con quanto riscontrato a livello nazionale.

Per il mercato del lavoro, i dati ISTAT sulle forze di lavoro per il 2015 registrano un tasso di occupazione in crescita, soprattutto nella sua componente maschile, mentre il tasso di disoccupazione, pur ancora a due cifre, è in fase di ridimensionamento.

Stabili, nel 2015, i principali indicatori congiunturali del settore manifatturiero (fatturato ed export). La produzione, in particolare, segna un +0,7%, dopo tre anni consecutivi di valori negativi e un 2009 che rilevava addirittura una variazione del -16,1%. Nel commercio rimane ancora consistente la riduzione delle vendite al dettaglio nel comparto dell’alimentare (-1,9%), mentre la variazione positiva per la grande distribuzione non riesce a compensare le contrazioni degli altri settori. La variazione media delle vendite per l’intero anno, pur rimanendo ancora negativa (-1,0%), rappresenta il miglior risultato dal 2009.

Già dal secondo trimestre del 2015 il mercato immobiliare e le costruzioni hanno rilevato i primi segnali di recupero, confermati anche dal trend positivo del volume d’affari delle costruzioni nel 4° trimestre 2015, nonostante la variazione risulti ulteriormente rallentata rispetto a quanto rilevato nei trimestri precedenti. Il 2015 si è chiuso con un aumento del volume d’ affari del +3,4%. La produzione del periodo rimane stabile per oltre l’80% del campione, così come il volume d’affari (quota in aumento rispetto al trimestre precedente), mentre è previsto in crescita per il 5%, registrando previsioni in ulteriore miglioramento rispetto alla scorsa rilevazione.

Buoni i risultati per il turismo. Nel complesso della provincia gli arrivi e le presenze sono cresciuti, con un aumento sia del turismo nazionale sia di quello straniero (in particolare per quanto riguarda le presenze). Sulla costa, al lordo degli alloggi ad uso turistico, i dati confermano questo andamento, con variazioni positive di maggior valore, grazie anche ad un’ottima estate. Tra gli stranieri emergono tedeschi, olandesi, svizzeri e cinesi, soprattutto nel comune capoluogo. In città, dopo le consistenti variazioni positive dello scorso anno, si continuano a registrare aumenti, in particolare per quanto riguarda il turismo straniero. Arrivi e presenze crescono anche negli esercizi alberghieri.

L’immagine che si ricava dalla lettura della dinamica dei dati di demografia delle imprese è quella di un sistema imprenditoriale che, in termini di vitalità anagrafica, fatica a rientrare verso i numeri degli anni ante-crisi, ma cerca almeno di stabilizzare lo stock di imprese. Se le cessazioni fanno segnare il migliore risultato, con il valore più basso dal 2004, le iscrizioni a stento riprendono quota e segnano un valore appena superiore a quello dello scorso anno quando si registrò il dato meno brillante della serie. Il saldo della movimentazione per il 2015 risulta così pari a -133 unità, per un totale di imprese registrate pari a 36.394, poco inferiore a quanto rilevato all’inizio dell’anno, e contrazioni soprattutto nei settori delle costruzioni, della manifattura e della logistica.
A fronte di una diminuzione del numero di imprese condotte da under 35, la cui movimentazione è però sempre largamente positiva, prosegue l’aumento delle imprese estere e di quelle femminili.

Per quanto riguarda il credito, il deterioramento dei prestiti continua a ridursi in tutte le branche di attività. Il trend rimane più pesante per le imprese, in particolare nell’ultimo trimestre del 2015 per quelle di piccole dimensione che detengono poco meno di un terzo dei prestiti del mondo imprenditoriale. Andamento migliore in regione, dove le contrazioni sono più ridotte rispetto a quanto si rileva in provincia e l’aggregato delle famiglie registra addirittura una lieve ripresa. Prosegue anche il trend positivo dei depositi, condizionato dal sempre significativo apporto del risparmio delle famiglie, comunque in rallentamento. Quasi la metà della consistenza provinciale è rappresentata da depositi con durata prestabilita o rimborsabili con preavviso. Per quanto riguarda la componente del risparmio finanziario dei titoli a custodia, è confermato un trend decrescente, più accelerato per la componente delle obbligazioni di banche italiane rispetto ai titoli di stato nazionali.

Nel 2015 il numero dei fallimenti registra un calo del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, infatti dalle 78 aperture avvenute nel 2014 si passa ad un più contenuto numero di 63. Così come sono in calo il numero degli scioglimenti e liquidazioni volontarie, a cui si aggiunge la contrazione dei protesti, sia per quantità che importo.

Nel complesso, dalla lettura dei dati disponibili si colgono alcuni dati positivi, come ad esempio l’aumento della quota di imprese che sia nell’industria che nel commercio hanno investito nel corso del 2015, ma il passo con il quale si procede appare ancora incerto. Pesano anche sulle imprese ferraresi gli scenari globali soggetti a tensioni geopolitiche e il rallentamento dei paesi emergenti che condizioneranno le vendite all’estero, componente determinante della domanda, e sulla quale anche la dinamica del cambio giocherà un importante ruolo, soprattutto per l’export provinciale particolarmente concentrato sul mercato statunitense. Altro elemento di inquietudine è determinato dai livelli attuali dell’inflazione mensile, con tutti i rischi che una dinamica dei prezzi molto bassa per molto tempo potrà comportare.

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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