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da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

Un autentico fiume di persone che ha invaso il centro storico di Cento: ci riferiamo ai primi tre mercoledì, in giugno, di Cento Street Festival, il mix apprezzato e collaudato tra musica dal vivo, esibizioni di gruppi sportivi e storici, vetrine animate e shopping. I commercianti vera anima della manifestazione stimano in oltre 15mila le presenze complessive sommando i flussi più che positivi delle prime tre serate ed auspicano, stagione permettendo, un autentico rush finale da primato per le date rimanenti del 22 e 29 giugno.
La manifestazione – che vede il supporto di Ascom Confcommercio, del Consorzio Cento in Centro, di Cofiter, dell’Amministrazione Comunale, di Carice, Avis e Radio Bruno – in definitiva ripete ed anzi cerca di superare l’eccellente risultato del 2015, la prima edizione. La soddisfazione è concreta tra gli operatori commerciali in un rapido giro d’orizzonte: Gabriele Resca (Tabaccheria il Cerino): “Ottimo l’afflusso di pubblico. Bisogna proseguire su questa strada di concerto tra operatori, associazioni ed istituzioni”. Entusiasta Marco Bregoli (Antica Osteria Da Cencio): “Il centro storico si riempe davvero. E questa manifestazione, che offre ai gruppi musicali una bellissima vetrina, ha grandi possibilità di crescita in futuro”. Dal canto suo Simona Toselli (Colazione da Tiffany) aggiunge: “Le presenze di pubblico sono super positive e Cento Street Festival è la bella dimostrazione di cosa può fare mettendo insieme le forze”.
“Cento Street Festival, è sotto gli occhi di tutti – conclude Marco Amelio, presidente di Ascom Cento – come sia un format vincente che può essere annoverato tranquillamente tra gli altri grandi eventi del Centese: Carnevale, Fiera e Sbaracco. La Street Festival nasce grazie al lavoro ed alla determinazione dei commercianti che sono gli autentici promotori di questo appuntamento che realizza in pieno il concetto di centro storico come centro commerciale naturale dove sia possibile in un clima festoso ascoltare proposte musicali, andare a cena con la propria famiglia ed approfittando dell’apertura serale dei negozi fare shopping. Un modo sereno per per valorizzare vivere il cuore di Cento e che pone le basi per eventi periodici e condivisi che seguano questa stessa logica”.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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