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Da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

“Fino a quattro anni fa era luogo di sbandati ed in preda al degrado: oggi Piazza della Repubblica è punto di incontro vivo e glamour della nostra città di Ferrara”. L’area a ridosso del Castello Estense vide però la reazione forte e positiva dei commercianti Ascom che decisero di porre fine a quella terra di nessuno e come dire di riprendersi – di rigenerare appunto – quel pezzo di città . Insomma di dare un segnale concreto e costruttivo.
Ora in quella stessa piazza l’ora dell’aperitivo diventa sinonimo a Ferrara di eleganza, accoglienza ed ospitalità per i ferraresi (e non solo ovviamente), tra i tavolini dei locali che lì insistono e lavorano con entusiasmo e passione (pizzeria, caffetteria, ristorante, gastronomia, albergo…) tant’ è da essere ribattezzata e riconosciuta informalmente come “piazza del gusto” per via della sua vocazione enogastronomica.
Il progetto di rigenerazione urbana – coordinato da Ascom Ferrara – è stato tra i protagonisti del concorso nazionale Urbanpromo Progetti per il Paese – promosso dalla Confcommercio negli spazi della Triennale di Milano – e diventa esempio riconosciuto e premiato oggi pomeriggio (22 novembre) per come si è intervenuti – come associazione di categoria di riferimento del Terziario – per risanare una porzione della città.

“E’ una grande soddisfazione aver avuto questo riconoscimento non solo per noi ma sopratutto per gli operatori e per la città. Abbiamo creduto da subito che rigenerare quel comparto urbanistico – spiega il presidente di Ascom Ferrara Giulio Felloni – fosse centrale. E’ importantissimo rigenerare con interventi architettonici ed urbanistici, ma soprattutto bisogna lavorare nelle relazioni e nel contesto delle attività commerciali che lì insistono” considera Felloni.
In pratica Ascom “E’ stata l’autentica cabina di regia – con la collaborazione del Comune di Ferrara e della locale Camera di Commercio, con il totale coinvolgimento dei commercianti della piazza ed in fase iniziale addirittura del mondo della scuola – per attivare una serie di iniziative ed eventi di marketing integrato che permettesse di riportare in auge Piazza della Repubblica. Attraverso una rete di impresa i commercianti hanno ottenuto uno specifico finanziamento dal locale ente camerale – ricorda il direttore Davide Urban – e poi hanno continuato ad investire ed a realizzare iniziative su quella Piazza. A noi il compito – specifica il direttore Ascom Ferrara – di coordinare le iniziative, di mantenere attive e quotidiane le relazioni con gli operatori e le istituzioni nella consapevolezza – che diventata anno dopo anno un evidente certezza sotto gli occhi di tutti – che rigenerare quel porzione del centro storico abbia direttamente ed indirettamente favorito lo sviluppo non solo delle attività economiche ma certamente creato le premesse per realizzare relazioni sociali vivaci, positive e sicure nella città”. Un esempio da seguire e che è stato illustrato nel dettaglio per immagini oggi (22/11) in un’articolata relazione dallo stesso Urban a Milano nell’ambito della manifestazione confederale per illustrare le buone pratiche di rigenerazione nelle città.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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