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da: Fai Ferrara

Sabato 21 e domenica 22 marzo 2015 avrà luogo la ventitreesima edizione delle Giornate FAI di Primavera, una grande festa popolare che dalla sua prima edizione nel lontano 1992 è cresciuta ogni anno di più arrivando a coinvolgere un totale di oltre 7.000.000 visitatori.

– FAI, non solo una sigla, ma anche voce del verbo fare.
– Il FAI ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano, gestendo e mantenendo vivi, per sempre e per tutti, castelli, ville, parchi storici, aree naturali e paesaggi di incontaminata bellezza.
– Questa è la missione del FAI: promuovere in concreto una cultura ed una educazione di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare il patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità.

Le Giornate di Primavera un grande spettacolo di arte e bellezza dedicato a tutti coloro che hanno a cuore il patrimonio artistico e naturalistico italiano. E’ ambientato in centinaia di siti particolari, spesso inaccessibili ed eccezionalmente a disposizione del pubblico: per festeggiare le ventitreesime Giornate FAI verranno aperti 780 beni in tutte le Regioni italiane.

Le Giornate di Primavera sono un momento molto importante perché sono finalizzate alla raccolta fondi per consentire di coprire le infinite spese di restauro dei beni FAI che vengono poi aperti al pubblico provocando conseguentemente un valore aggiunto al nostro turismo culturale con positive ricadute sull’economia del nostro Paese.
E’ già operativa la possibilità di lanciare un SMS al numero 45507 per un contributo di 2 Euro o chiamando da rete fissa per donare 5 o 10 Euro.
La ventitreesima edizione delle Giornate FAI di Primavera è realizzata con il prezioso contributo di Banca Generali, Ferrarelle SpA, DHL Express, che e in qualità di principali sponsor sostengono il FAI in queste straordinarie aperture. Abbiamo pure il sostegno come Media Partner il Gruppo Editoriale L’Espresso e il patrocinio della RAI Segretariato Sociale.

La Delegazione di Ferrara quest’anno aprirà due beni:
Il primo il “Palazzo dei Diamanti e la sua Pinacoteca” in Corso Ercole I d’Este (angolo Via Biagio Rossetti) concesso dalla Sovrintendenza di Bologna.

Sarà aperto dalle ore 10,00 alle 17,30 a tutta la cittadinanza con ingresso a offerta libera e possibilità di iscriversi al FAI o rinnovare la tessera scaduta, (quota singola ordinaria annua € 39,00 quota “giovani” fino a 25 anni € 20,00, quota coppia € 60,00 e quota famiglia € 66,00). Corsie preferenziali per gli iscritti FAI e nuovi iscritti.
Le visite a gruppi saranno guidate da studenti “Apprendisti Ciceroni” del Liceo Scientifico Statale “A. Roiti” di Ferrara appositamente preparati dal Prof. Giorgio Rizzoni docente del Corso Beni Culturali e dalla Prof.ssa Brigida Balboni docente di Disegno e Storia dell’Arte che ringraziamo per questa costruttiva collaborazione col FAI.

Il secondo sarà il Palazzo Fabiani-Genta (Ex Collgio Polo) concesso dal Provveditore agli Studi Dott. Antimo Ponticiello in via Madama 35/37. Anche per questo bene ingresso a offerta libera, venerdì 20 dalle ore 14 alle 16,30, e solo sabato 21 dalle 10 alle 17,30 con visite guidate da Apprendisti Ciceroni studenti dell’Istituto Superiore “Giovan Battista Aleotti” di Ferrara preparati dalle docenti di italiano e storia Prof.sse Paola Di Stasio e Adriana Giacci che pure ringraziamo per la loro attiva collaborazione.

Un ringraziamento alla Regione Emilia-Romagna e Comune di Ferrara per il loro patrocinio, agli sponsor locali Distillerie Moccia, Felloni Confezioni, Tipografia Sociale, La Lente Ottica, Panetteria Amati e a tutti i volontari che incondizionatamente lavorano per la migliore riuscita della manifestazione.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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