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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Il via libera dell’Assemblea legislativa. Gualmini: “Contenti di confermare i valori e gli obiettivi che da sempre sono alla base delle politiche per l’infanzia della nostra regione: qualità dei servizi , formazione del personale, centralità dei coordinamenti pedagogici”

Bologna – Mentre si attende che la riforma sui servizi educativi per la fascia di età 0-3 anni diventi legge, la Regione Emilia-Romagna pensa a garantire il sostegno economico e la qualità dell’offerta educativa in regione. Via libera, quindi, oggi da parte dell’Assemblea legislativa agli “Indirizzi di programmazione degli interventi per la qualificazione e il consolidamento del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie per l’ anno 2016”, che consentiranno alla Giunta di procedere, semplificando procedure e tempi di assegnazione dei finanziamenti per i servizi pubblici e privati, al riparto delle risorse direttamente ai Comuni e loro forme associative e a modalità di qualificazione del sistema dei servizi attraverso la funzione del coordinamento pedagogico e la promozione di iniziative di formazione.

“Approviamo gli indirizzi 0-3 in attesa che la nuova legge sui servizi alla prima infanzia venga approvata in via definitiva. Siamo contenti di confermare i valori e gli obiettivi che da sempre sono alla base delle politiche per l’infanzia della nostra regione: qualità dei servizi, formazione del personale, centralità dei coordinamenti pedagogici- ha dichiarato Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare-. I nidi d’infanzia rappresentano il primo esempio nella vita dei nostri cittadini di comunità, in cui si cresce, si impara, ci si relaziona, si sviluppano le proprie potenzialità. Speriamo con la nuova legge di andare con ancora più forza in questa direzione”.

Il documento approvato è valido solo per la programmazione 2016, in attesa che si completi il processo complessivo di revisione organica della normativa nazionale di riferimento per il sistema dei servizi per l’infanzia (sul piano regionale, il riordino istituzionale per la ridefinizione dei nuovi assetti territoriali e, a livello nazionale, l’emanazione dei decreti attuativi della legge n. 107/2015, la cosiddetta legge sulla “Buona scuola”).

L’Atto, gli obiettivi e i contenuti in sintesi

L’impegno della Regione Emilia-Romagna per il 2016, è garantire un sostegno economico alla gestione dei servizi educativi per la prima infanzia. La Regione ripartirà le risorse tra gli Enti locali e loro forme associative in base al numero dei bambini iscritti ai servizi educativi e, limitatamente ai centri per bambini e genitori, presenti nei singoli territori tenendo conto delle differenti situazioni territoriali, sociali e organizzative. Parallelamente gli “Indirizzi di programmazione”, introducono alcune novità sul piano della qualificazione dei servizi educativi che riguardano la nuova collocazione dei coordinamenti pedagogici territoriali, prima in capo alle province e, a seguito del riordino istituzionale, nel Comune capoluogo di provincia (fino al complessivo riordino delle aree vaste) e la formazione permanente degli operatori dei servizi educativi.

Il sistema educativo in Emilia-Romagna
Il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia in Emilia-Romagna è rappresentato da nidi d’infanzia che possono accogliere bambini in età 3 – 36 mesi, sia a tempo pieno che a tempo parziale, organizzati con modalità diversificate in riferimento sia ai tempi di apertura (tempo pieno e part-time) sia alla loro ricettività; dai servizi domiciliari organizzati in piccoli gruppi educativi; da quelli integrativi, come lo Spazio bambini e i Centri per bambini e genitori.

Secondo i dati regionali riferiti all’anno educativo 2014-2015 in Emilia-Romagna i bambini iscritti nei 1.214 servizi educativi della regione sono 33.140, di cui l’82% frequenta i 997 nidi, nidi aziendali, micronidi e sezioni primavera e il restante 7% frequenta i 137 servizi integrativi e gli 80 servizi domiciliari e sperimentali.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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