Skip to main content

Per la terza intervista #VocidalGad ha dato la parola a Lorenzo Marcucci, consigliere del Movimento 5 Stelle ed attivista del “Comitato Zona Stadio”.

Lorenzo Marcucci

Iniziami a parlare della tua attività, che fai nella zona GAD in generale.
Sono arrivato in consiglio comunale nel 2011, quando sono tornato dall’estero a Ferrara. Presi casa in questo quartiere perché i prezzi erano relativamente più bassi rispetto alle altre zone. Da allora ho cominciato ad interessarmi delle problematiche della zona e, piacendomi molto l’idea di Grillo del blog, ho creato quello dei residenti della zona stadio, per parlare delle problematiche che secondo me possono essere collegate al 95% allo spaccio.

C’è ancora questo blog?
Si è http://ferrarazonastadio.blogspot.com/. Lì c’è tutta la mia storia.

Poi l’avvicinamento al Movimento..
Si, essendo molto affine al Movimento, quando si venne a creare la lista a Ferrara, mi avvicinai ai 5 Stelle. Avevo un problema e cercavo qualcuno che potesse aiutarmi a risolverlo. Questo è, appunto, lo spaccio o il poter uscire con mia figlia al parco senza preoccupazioni.

Ti faccio un esempio su questa problematica: vicino all’area di “sgambamento” per i cani di via Sauro, c’è un’altalena dove mia figlia voleva andare a giocare. Di fianco si spacciava, per cui quando arrivavo lì con mia figlia, lo spacciatore ci allontanava con atteggiamenti intimidatori. Questo tipo di comportamenti qui è lo standard. All’epoca la polizia rispondeva spesso “lo sappiamo ma non possiamo farci niente”.

Le cose da allora sono cambiate ed è nato anche il “Comitato zona stadio” con il quale collaboro.

Si sono fatti dei passi avanti quindi?
Sicuramente le forze di polizia hanno preso coscienza che il problema c’era ed era grosso ed hanno cominciato a fare degli interventi interessanti. Parlo dal 2012 in poi anche se in realtà anche il questore che c’era prima del 2012 si impegnava molto su questo fronte. Ricordo che c’è stato anche uno scambio interessante sul Resto del Carlino, fra l’allora questore e il sindaco, in cui il questore disse “la situazione è ingestibile alla Gad” e il sindaco intervenne per dire “no non è vero”. Questa è l’accusa più grande che faccio al sindaco, cioè l’aver sottovalutato il problema, anche perché oggi ammette che qui “c’è un problema di ordine pubblico”. Quindi sì, le cose sono cambiate perché hanno preso molta più consapevolezza e anche la ‘botta’ politica che ha ricevuto il Pd il 4 marzo lo ha smosso da quelle che erano le “percezioni soggettive”.

Ti riferisci alla famosa dichiarazione dell’assessore Sapigni?
Certo. Ero presente quando la Sapigni disse questa frase e ne disse anche altre ma che ora non ricordo bene…

Molti del Pd, tra cui Ilaria Baraldi, sostengono che la legalizzazione potrebbe essere un deterrente al problema dello spaccio, cosa ne pensi?
Anche secondo me, ma il problema principale è che non posso aspettare una legge a livello nazionale perché il problema è del quartiere ed i tempi sarebbero troppo lunghi. Comunque spacciano anche droghe pesanti come la cocaina e l’eroina, e queste non le puoi legalizzare. Io non sono contro lo spaccio in sé, lo spaccio è un problema quando non viene gestito in modo coerente con i giovani, anche e soprattutto i minorenni. Da quello che mi riferisce il Sert anche la marijuana non è più quella di una volta.

Sono cambiate le componenti?
Si e oltretutto con modifiche genetiche, semplicemente selezionando le piante oppure con modifiche più pesanti a livello chimico, il che fa anche della cannabis una droga pesante per cui non puoi lasciare che i ragazzini escano dalla scuola ed arrivino alla stazione e vengano intercettati dagli spacciatori che gli vendono la droga. Ho visto io stesso i minorenni che venivano fermati, discutevano, si scambiavano della roba. Ricordo anche che nel 2011 ci fu un’operazione di polizia chiamata “November Rain” in piazzetta Toti, in cui videro una sedicenne vendere il berretto firmato allo spacciatore per la dose. Minimizzare, come hanno fatto all’epoca, è un danno per la città, non solo per il quartiere ed io sono convinto che ci sia, per volontà o per incapacità di gestione, una ‘zonizzazione’ dello spaccio.

Il Comitato zona stadio ha avuto anche una fase collaborativa con il Comune rispetto ad altre associazioni. Cosa ha ottenuto?
Non moltissimo, c’è un aiuola con tante piantine, però gli spacciatori sono ancora da quelle parti.

L’arrivo dell’esercito ha migliorato le cose o ha spostato solo i luoghi di spaccio?
Non sono così sicuro che l’esercito stia veramente incidendo così tanto sugli spostamenti, è una cosa che non mi sento di dire perché ci vorrebbe un’analisi approfondita.

Vorrei aggiungere una cosa al riguardo: ci sono in giro per la città tanti giardini che dopo le 19 diventano vuoti, però non c’è presenza di spacciatori. Qui invece il problema c’è e il Comune vorrebbe occupare gli spazi con delle iniziative per ‘riappropriarsi’ degli spazi. Però da un po’ ci sono anche in via Carlo Mayr i pushers, dove c’è talmente tanta gente che non puoi parlare di “occupare gli spazi”.

Sono agli angoli…
Esatto. Ce n’è uno ogni 20 metri. Allora mi chiedo come si fa a giustificare ancora oggi che il problema al Gad è portare la gente nei giardini quando oramai si è accertato che gli spacciatori vanno anche in centro? Senza parlare dei problemi burocratici e della furbizia degli stessi perché non hanno mai grosse quantità addosso e quindi i poliziotti, anche quando li prendono, non possono fare molto.

Nei fatti questa giunta comunale fa le feste e le attività perché doveva spendere i soldi ma sono solo scelte elettorali. Quando poi gli arriva il ‘Piano periferie’ da 18 milioni di euro cosa fa? Il Meis, La Darsena, San Paolo, l’Ex mof… Io se avessi 18 milioni di euro da investire sulla riqualificazione delle periferie comincerei a pensare in modo concreto al commercio, comincerei a pensare ad avere hotel aperti davanti alla stazione, delle attività che riqualifichino davvero la zona.

Si tende un po’ al “mordi e fuggi”?
A me sembra proprio che si tenda a uno “spendiamo i soldi come vogliamo noi”. In pratica si tratta di investire soldi in una certa categoria che se vuoi possiamo chiamare “gli amici degli amici”. Maisto ha parlato esplicitamente di una precisa scelta politica.

Ti riferisci alla presunta vicinanza tra Maisto e delle associazioni?
Sì, non so se sia giusto o sbagliato, però i soldi per i bandi li spende non ragionando prima sul da farsi. I famosi 400mila euro per la riqualificazione non verranno spesi per fare ciò, a parer mio.

Sembra quasi che il Pd si sia costruito delle piccole “isole di felicità” all’interno del quartiere Gad, al di fuori delle quali però regna la Lega..
Ci sono dei pozzi che assorbono fondi in un modo incredibile, perché i 400mila euro sono andati sostanzialmente al Wunderkammer, dove fanno anche dell’ottimo lavoro, però l’obiettivo principale è l’attività culturale e non la riqualificazione, che va in secondo piano, infatti sono quasi 15 anni che si fanno questi tipi di lavori, ma il quartiere non ne risente in un modo positivo.

Anche la Baraldi, tornando al discorso di prima, ha detto che il problema del degrado è stato “sottovalutato”…
Ci sono delle persone che in Gad non ci sono mai venute e che leggendo solo dei giornali vedono che il sindaco dava dei razzisti ai residenti, quindi la gente pensava che qui non ci fossero gli spacciatori e che fosse solo un problema di razzismo.

Io definisco il Gad come ‘Grande Area Degradata’, una zona che comprende oramai più parti che sono messe come noi della zona stadio.

I richiedenti asilo che vengono portati qui e non riescono a sbarcare il lunario sono avvicinati da quella che secondo me è un’organizzazione mafiosa e quindi entrano nel giro della malavita. Non è una questione di razzismo.

C’è quindi una vera e propria organizzazione criminale di origine nigeriana in zona Gad che gestisce lo spaccio?
Ti posso dire questo. Quando andammo io e il collega Balboni a parlare col nuovo questore e toccai il punto proprio della mafia nigeriana, lui non ammise palesemente che ci fosse ma disse c e “Se ci fosse una mafia sarebbe una struttura organizzata e gli spacciatori cercherebbero di intimidire le persone che vanno in giro per il quartiere per riuscire a controllare il territorio”, alchè io gli dissi che era esattamente quello che succedeva. In sostanza non so darti una risposta precisa alla tua domanda ma ho la netta impressione che sia così. Comunque spero che ci sia un’analisi attenta su questo fenomeno.

Ma ti racconto un aneddoto: nel 2012 avevo un cane che quando usciva si sedeva spesso. Gli avevo insegnato a farlo dove sostavano gli spacciatori, però fui aggredito verbalmente e addirittura cercarono lo scontro, perché gli avevo occupato la zona. L’operatore della polizia che chiamai mi disse “Lei non può fare così perché in questo modo occupa il loro spazio di spaccio”. Anche questa riposta fu uno dei motivi che mi fece dire “non ci siamo”. Oggi sono un po’ più accorti perché la polizia sta ponendo più attenzione.

Cambiando un attimo argomento: alle amministrative dell’anno prossimo il Movimento che farà?
A livello locale non credo ci sia modo di fare un’alleanza come quella nazionale, però noi dobbiamo continuare a porre l’attenzione su determinate questioni. Secondo me il Movimento dovrebbe porsi come soggetto che superi la divisione destra-sinistra.

C’è una vicinanza di obbiettivi però tra voi e la Lega locale, e sicuramente il Gad potrebbe essere un punto di unione.
Anche se mandassimo a casa i 2 o 3 delle persone che non hanno diritto di stare qui, non si cambierebbero le cose, è la ghettizzazione che si è creata che va combattuta.

Quindi l’immigrazione clandestina non il problema?
Non mischio immigrazione e spaccio. Se non sono migranti ci sarà qualcun altro a farlo. Sicuramente andrebbe gestita diversamente e su questo mi trovo d’accordo con la linea del ministro Toninelli.

Aggiungo anche che molti dei migranti che arrivano sulle coste vedono l’Italia solo come zona di passaggio, ma con le attuali leggi a livello europeo rimangono bloccati in un Paese che non offre loro sbocchi lavorativi se non il doversi “vendere” a caporali, spacciatori o protettori.

In sostanza il Gad è una zona vivibile o no?
Io mi lamento solo dello spaccio per il resto è un quartiere bellissimo ed è proprio per questo che io sono molto arrabbiato. La comodità di uscire di casa e sapere che in 4 minuti e 30 secondi sono davanti alla pensilina del treno non la baratterei con nulla. I giardini, le attività all’Acquedotto, tutto bellissimo ed è per questo che va assolutamente salvaguardato.

tag:

Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it