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da: organizzatori

Dopo l’inganno della riqualificazione milionaria dell’Ospedale S. Camillo e la beffa del suo declassamento, ora siamo alla derisione istituzionale della Città di Comacchio. Basta! La recente affermazione del neo assessore alla sanità della nostra Regione che annovera tra i motivi principali del suddetto investimento il contrasto alla ‘brezza marina’ è di una gravità inaudita. Sia sul piano squisitamente istituzionale, in quanto così dicendo si offende una intera comunità. Ed è incredibile -si fa per dire- che il Sindaco Marco Fabbri non colga il punto politico della questione e non sappia trarne le logiche conseguenze, innanzitutto personalmente per i ruoli che ricopre dentro e fuori Comacchio. Sia su quello più propriamente politico: a tanto può arrivare il declino del decantato modello emiliano. Un declino che ha dato negli ultimi tempi il peggio di sé proprio nel Delta. Per responsabilità politiche che travalicano di molto il livello locale. Ora, si è toccato veramente il fondo. E bisogna reagire subito e coralmente. Voltando radicalmente pagina innanzitutto a Comacchio che ne è di più colpita. Ponendo in soffitta quelle politiche fallimentari che da troppo tempo minano le reali vocazioni economiche della Città del Trepponti e la funzionalità ed il ruolo della sua Municipalità. Il Sindaco Marco Fabbri ed il gruppo consiliare di maggioranza che lo sostiene hanno sufficientemente dimostrato con il loro vacuo dirigismo di non avere assolutamente la statura per farlo. Come conclamato proprio dalla tartufesca e fuori tempo massimo replica del Sindaco a riguardo dell’ultima presa di posizione regionale al ‘salso-iodico’ sull’ospedale di Comacchio. E solo dopo essere stato criticato aspramente per il suo silenzio assordante dalla minoranza consiliare. Per non parlare poi dell’eccezionale mutismo genetico che affligge dall’elezione il suo gruppo consiliare. Ad entrambi si chiede ora il minimo sindacale. Che abbiano un soprassalto finale di dignità politica, dimettendosi dalle loro cariche. Per ritornare rapidamente alle urne e ridare finalmente voce a chi deve averla: il popolo sovrano di Comacchio.

Alternativa Democratica, Consulta Popolare San Camillo, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Il Faro, Lega Nord, L’Onda, Partito Democratico, Partito Repubblicano, Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia Libertà, Unione Democratica di Centro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it