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Sono andato a trovare Maria Luisa che con il suo compagno vive in uno storico rimorchiatore ormeggiato sull’isola della Certosa a Venezia perché avevano aderito nel 2022 alla 24 ore per Assange (tra pochi giorni, sabato 11 febbraio 2023, una nuova grande iniziativa iniziativa; vedi il programma degli eventi in Italia e nel mondo e aderisci ). Da lì è nata una chiacchierata che abbiamo insieme trasformato in una intervista sulla loro bellissima iniziativa di una Biblioteca Galleggiante.

Come è nata l’idea?

Noi abitiamo su questo rimorchiatore dismesso da vari anni il mio compagno Paolo ed io. Paolo aggiusta motori delle barche ma per passione e divertimento è scultore; la barca qui accanto è il suo laboratorio. Durante il covid abbiamo sentito tutto l’isolamento e ci siamo detti che ognuno deve dare una risposta. Chi ci ha venduto il rimorchiatore ci ha lasciato tutto quello che c’era dentro tra cui una notevole quantità di libri che, uniti ai nostri, abbiamo messo in esposizione sul ponte, creando una piccola biblioteca consultabile gratuitamente.

Come funziona?

La Biblioteca galleggiante è aperta tutti i giorni dispari della settimana, il pomeriggio; in più organizziamo delle presentazioni di libri il sabato o la domenica di solito, ovviamente finché la stagione lo permette. In quelle occasioni prepariamo un piccolo aperitivo; anche questo è tutto gratis, lo precisiamo perché qualche volta qualcuno ha pensato che fosse un’attività in affitto.

Perché lo fate?

Il nostro guadagno è un guadagno umano, in termini di relazioni, di calore, di quella socialità che si sta perdendo. Io avevo un negozio in centro a Venezia, ho deciso di venderlo e dedicarmi ad altro; recentemente ho disegnato un paio di occhiali ispirati alle gondole, Paolo fa le sue sculture. Ci sono cose che si fanno per vivere ed altre che danno senso alla propria vita. I libri danno una mano al senso della vita e sono anche una buona scusa per stare insieme, fare due chiacchiere, approfondire temi, scambiarsi idee.

Cover: Venezia, la biblioteca-galleggiante (foto Olivier-Turquet)

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Olivier Turquet

Si occupa di scrivere per raccontare la realtà da circa 40 anni. Ha collaborato con testate cartacee, radiofoniche ed elettroniche tra cui ama ricordare Frigidaire, Radio Montebeni, L’Umanista, Contrasti, PeaceLink, Barricate, Oask!, Radio Blue, Azione Nonviolenta, Mamma!. Ha fondato l’agenzia stampa elettronica umanista Buone Nuove e il giornale di quartiere Le Bagnese Times. E’ stato addetto stampa di svariate manifestazioni come: l’Internazionale Umanista, Firenze Gioca, la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Attualmente coordina la redazione italiana di Pressenza. Ha pubblicato Interviste per cambiare il mondo Raccoglie ciò che scrive su: olivierturquet.wordpress.com

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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