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da:Ferrara sotto le Stelle 2015

La data è ora completamente esaurita, non ci saranno biglietti disponibili alle porte.

Paolo Nutini, considerato uno dei cantautori più raffinati della scena internazionale, artefice di uno show avvolgente che gli è valsa schiere di fan adoranti, il musicista scozzese, con soli tre album all’attivo, è diventato una presenza fissa sui principali palchi europei. Il suo marchio di fabbrica è inconfondibile: una voce bassa e roca ma graffiante e piena di passione e grinta, un sound carico di funk, blues e soul e canzoni anticonformiste, che spesso prendono direzioni musicali imprevedibili.
Quella del giovane scozzese di chiare origini italiane è la più bella e “classica” delle favole.
Nato a Pasley, vicino a Glasgow, padre toscano e madre scozzese, gestori di un negozio di fish and chips, entra nel mondo della musica dalla gavetta, ricoprendo i ruoli di roadie e tecnico di studio, in attesa di dare sfogo alle sue velleità artistiche, prima di finire catapultato, un giorno, sul palco di un festival locale come rimpiazzo di un artista che non si era presentato in tempo.
L’occasione è sfruttata appieno se è vero che da lì l’escalation di Paolo non si è più fermata, ed è tuttora in rapida ascesa: il ragazzo, allora diciassettenne, viene notato dal produttore dei Coldplay Ken Nelson, che lo porta a Londra a firmare un contratto con la Atlantic.
Il web fa il resto: alcuni suoi brani diventano immediatamente popolari grazie al passaparola e Nutini si ritrova ben presto ad aprire le date di artisti quali Amy Winehouse.
Il 2006 è l’anno della svolta, con l’uscita di These Streets, 2.300.000 copie vendute, un disco, a detta sua, registrato in fretta, con l’urgenza di esprimersi e di fissare su supporto quel talento che stava letterlamente esplodendo: quella sorta di “X-factor” che si cerca oggigiorno con morbosa ostinazione in televisione e che è invece quasi sempre capace di esprimersi e di trovare la via di affermarsi per strade del tutto diverse.
Il repertorio poggia inevitabilmente su ballate stranianti e strazianti, intrise di angoscia e ingenuità adolescenziale da diario personale, tratto che Nutini non si vergogna a sbandierare, nelle quali la voce calda e sabbiosa impasta gli accordi della chitarra che imbraccia, venature bluesy figlie anche di ascolti non scontati per un diciottenne degli “Anni Zero”: i classici Stax, i re del soul, Cab Colloway, Louis Armstrong.
Quello che si va via via affermando su scala planetaria è un’artista che è anche autore e produttore dei suoi brani e che non si può certo liquidare come “fenomeno pop” nonostante l’immensa popolarità che gli piove improvvisamente addosso. La qualità del suo lavoro gli viene riconosciuta anche da ben più illustri colleghi, tramite inviti ad aprire e a duettare con Rolling Stones e Led Zeppelin, tra gli altri.
Il secondo album, Sunny Side Up (2009), arriva a confermare le ottime premesse, anzi se possibile a migliorarle, e da subito rivaleggia col predecessore in termini di vendite e mesi al top delle charts britanniche (ben sei), per non menzionare l’incetta di premi e award-nominations conseguite.
Finalmente Paolo ha ora la possibilità di focalizzarsi maggiormente su composizione e registrazione e di coinvolgere la sua affiatatissima band nel processo creativo, dimostrando di saper mescolare i generi con eleganza, senza mai tradire l’organicità del tutto. Il frutto sono pezzi folksy che vanno alla ricerca delle origini, sempre densi di emozioni, specchio di sé, che però si espandono verso note e colori ragtime e swing, pieni di fiati, gioiosi e trainanti.
Finalmente il musicista si afferma anche in Italia: viene invitato al Concerto del 1° Maggio e addirittura in qualità di super-ospite al Festival di Sanremo 2014.
Ed è proprio nel corso del 2014 che Nutini dà alle stampe il suo terzo album, Caustic Love: un successo istantaneo e la stampa anglosassone è un coro di elogi: “Il cantante scozzese ci ha messo cinque anni per dare vita a questo terzo album, una pugnalata ambiziosa dentro l’anima di un uomo maturo. E funziona”, sentenzia The Observer, “Caustic Love può essere il miglior disco di rhythm’nblues del Regno Unito dal periodo di massimo splendore di Rod Stewart e Joe Cocker”, ribadisce The Independent. Ma forse la sintesi migliore arriva dal prestigioso mensile Mojo: “Nutini è cresciuto e la sua musica è cresciuta con lui: in un mondo disseminato di bei giovani cantautori che diventano obsoleti dopo un po’ di tempo tra il primo successo e il primo album, il suo è un risultato ammirevole”.

Claudia Lagona, in arte Levante, è una giovane cantautrice di origine siciliana, ora di stanza a Torino. Dopo avere spopolato nelle radio con il tormentone “Alfonso”, ha pubblicato lo scorso anno l’album d’esordio “Manuale Distruzione”, quasi un compendio del suo universo musicale fatto di melodie pop trasognate e pillole nazional-popolari ciniche e graffianti. Dopo essere stata finalista al Premio Tenco, ha dato alle stampe, nel maggio 2015, “Abbi cura di te”, consacrazione di un talento eccentrico che l’ha proiettata di scatto tra le promesse più in vista del panorama pop italiano.

PAOLO NUTINI + LEVANTE
Piazza Castello – Ferrara
Venerdì 17 luglio

Orari:
Apertura porte: ore 19:00
Levante on stage: ore 20:45
Paolo Nutini on stage: ore 21:45

Ingresso: il concerto è sold-out.
Info: 348-6117254
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it

Risorse in rete:
www.paolonutini.com

Il Festival è organizzato dall’Associazione “Ferrara sotto le Stelle” con il sostegno del Comune di Ferrara, dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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