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da: 3ntini Editore

Una festa di compleanno speciale. 3ntini Editore compie trent’anni. Una ricorrenza importante per una casa editrice che – da tre decenni – è emblema di vivacità, d’inesauribile creatività, di approccio giovane, brillante, coraggioso e sempre in anticipo sui tempi.
Poteva essere una festa di caratura nazionale, in una grande città e in una location da sogno. Stefano Trentini – l’anima di 3ntini Editore – ha preferito la sua Argenta (FE), il paese dov’è nato, cresciuto, che ama profondamente e dove la sua creatività – dopo una parentesi milanese durata cinque anni – ha definitivamente spiccato il volo.

Perché 3ntini Editore è tutt’uno con Argenta. Un rapporto strettissimo fra “sconosciuti”. Le riviste di 3ntini Editore occhieggiano nelle edicole di tutta Italia. Migliaia di lettori italiani e stranieri conoscono Argenta grazie a Tattoo 1, Idea Tattoo, CasAntica, GiardinAntico, Apparecchiare la Tavola, Unghie & Bellezza… Ma tanti argentani non sanno che, a due passi dalla loro casa, si trova una case editrice apprezzata in tutto il mondo (il caso più eclatante è rappresentato dalle riviste di tatuaggio, da vent’anni le più vendute, tradotte in 9 lingue e distribuite in 22 Paesi, fra Europa, America del Nord e Australia).

Per spegnere le 30 candeline, 3ntini Editore ha puntato sul 3.
La festa di compleanno durerà tre giorni – il 24, 25 e 26 ottobre – e si intitola 3ntanni Celebration Expo. È sufficiente osservare il variopinto logo per rendersi conto che sarà un evento in pompa magna, dislocato in due sedi.
Venerdì 24 ottobre, alle 18.00, sarà inaugurata la sezione espositiva allestita nel Palazzo ex-sede Gruppo Campana, in viale Roiti 6.
Alle 19.00, invece, sarà inaugurata la sezione ospitata dal Centro Culturale Mercato, in piazza Marconi. E, in questa seconda sede, Stefano Trentini darà ufficialmente il via alla festa.
Ci sarà una mostra che ripercorre trent’anni di formidabili idee e progetti creativi. Visitando i due centri espositivi gli argentani – ma non solo loro – rimarranno di stucco. Tanti penseranno: “Possibile che queste idee abbiano preso forma a due passi da casa e che, da qui, siano partite per il mondo?”.

Le due giornate si articoleranno in numerosi incontri. Alcuni dei quali imperdibili. Qualche anticipazione?
Sabato 25 ottobre, alle ore 11, il Centro Culturale Mercato ospiterà Alle Tattoo (tatuatore modenese che ha battuto cinque diversi record al World Guinness Record), che racconterà le esilaranti domande a lui rivolte dai clienti in procinto di essere tatuati per la prima volta.
Alle 11.30, il critico d’arte Gian Ruggero Manzoni esplorerà l’evoluzione del linguaggio tattoo, spalleggiato da due tattoo artist meneghini: Maurizio Brughera e Lord Pepper.
Alle 15.00, Charlie – ricordate il tormentone Faccia da pirla? – ripercorrerà la favola di un successo “durato una notte”. Il titolo dell’incontro è più che mai illuminante: “Dalle stalle alle stelle… alle stalle”.

Domenica 26 ottobre, sempre al Centro Culturale Mercato, alle 11, incontro con il maestro Antonio Saliola, il pittore dei giardini e della memoria, apprezzato in tutto il mondo (basti dire che fra i suoi estimatori c’è Bill Clinton), parlerà di case, giardini antichi e poesia. Con lui, i caporedattori di CasAntica e GiardinAntico, due pubblicazioni amatissime.
Alle 17.00, Marco Caravita, Alessandro Dalla, Luca Tarlazzi e Stefano Trentini racconteranno Nuvola Bianca, il periodico di fumetti e musica che, nell’ottobre 1984, ha dato il via all’avventura di 3ntini Editore. Oggi, Nuvola Bianca è un piccolo fenomeno di culto, ricercatissimo dai collezionisti (eBay parla chiaro). E i quattro fondatori ne racconteranno gli avvincenti esordi, fra irresistibili nottate di musica, risate e fumetti, stampa artigianale e distribuzione fai da te.
Alle 17.30, Jacopo Fo – scrittore, attore e creativo a tutto tondo – sarà protagonista dell’incontro “Alcatraz, imprigionati nei sogni”, incredibile resoconto della sua “isola felice” nei dintorni di Gubbio, dai tempi di Nuvola Bianca ai giorni nostri.

Tanti altri appuntamenti imperdibili sono in fase di definizione.
L’ingresso è gratuito per tutte le iniziative.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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