IL CONCERTO SOTTO L’ALLUVIONE. Una superstar che arriva, un sindaco sordo, un governatore distratto, un parco in pericolo

Ieri, 16 maggio, un’altra giornata di passione. Piove piove piove, In tutta la Romagna è emergenza rossa. Faenza, Forlì, Ravenna sott’acqua, spiagge mangiate dal mare, fiumi esondati, gente sui tetti, 2 morti . Pochi giorni fa, la stessa scena, ed altri 2 morti in Emilia, 100 chilometri più a Ovest. Sempre Ieri,  a leggere il Resto del Carlino, in mezzo c’è un’isola felice, una terra mezza Emilia e mezza Romagna, una città chiamata Ferrara.
Naturalmente non è vero, anche qui piove con brevi interruzioni da più di una settimana, la città è nel caos ma il “grande cantiere” al Parco Urbano Bassani non si ferma. Ci lavorano giorno e notte più di mille persone: italiani e americani , a pestare l’erba verde diventata fango, a montare un palco mastodontico e pali, torri di 30 metri per dare luce, strutture al coperto per distribuire magliette, birra e panini. Passando dalla via che separa le Mura rinascimentali dall’oasi verde del parco, si vede un viavai di camion e mezzi pesanti. In mezzo, altissima troneggia una gru.

A Ferrara, l’alluvione (morti compresi) diventa un semplice maltempo. Ecco l’incipit dell’articolo osannante del Carlino. Un reperto che vi invito a stampare e conservare, un caso esemplare di giornalismo  non solo codino (quel che fa un sindaco di destra è sempre buono e giusto), ma cieco, cinico, vergognoso.

Eccolo:
” Sembra di vedere un’orchestra nel pieno dell’esecuzione di un’ouverture. Ognuno ha la sua partitura. Tutto procede armonicamente, nulla si sovrappone. Nulla è di più, nulla è di meno. L’allestimento del parco Urbano per il concerto di giovedì si presenta più o meno così.  La macchina organizzativa procede a ritmi serrati, nonostante il maltempo. Il palco sta via via prendendo forma. Un lungo braccio di una gru giganteggia sull’area. Il lavoro per la realizzazione dello show di Bruce Springsteen ha una portata mastodontica. Il maltempo? Poco male. Le pompe sono in azione e l’area in cui si terrà il concerto, ieri mattina, si presentava percorribile. Certo, il maltempo previsto nella giornata di oggi potrebbe essere di impiccio, ma i messaggi che arrivano anche dalle maestranze sono rassicuranti.
Ieri mattina ai primi raggi di sole si percepiva entusiasmo. Molti dei lavoratori hanno lavorato fino a tarda sera, l’altro giorno, per garantire lo svolgimento del tutto. “Ma la soddisfazione di vedere tutto procedere in questo modo è tantissima”, ci dice uno di loro.”

E via di questo passo e con questo tono.

Oggi, 17 maggio, c’è un cielo nero. Ha piovuto per tutta la notte, ora la pioggia si è fermata, ma si sentono i tuoni, è solo una pausa: le previsioni danno piogge intense fino alla fine del mese.

Il Resto del Carlino pubblica una complicata mappa (la chiama proprio così, “mappa”) a beneficio  dei cittadini ferraresi, che devono districarsi  in una città piena zeppa di cartelli di divieto e di transenne, zone off limits, linee di autobus soppresse, scuole semichiuse, mega parcheggi improvvisati, strade chiuse al traffico…

La Nuova Ferrara, l’altro giornale locale – nato come contro altare del Carlino e ora fotocopia dello stesso – partecipa alla grande attesa e informa i lettori che, pioggia o non pioggia, il concerto si farà.  Tranquilli: Bruce Springsteen è già atterrato in Italia (dove dorme? nessuno lo sa), ma arriverà puntuale e proprio a Ferrara inaugurerà il tour europeo.

Da anni i presidenti di regione sono stati promossi a governatori, proprio come i governatori dei 51 Stati della grande America. Governatore anche perché, eletto direttamente, ha molti poteri. Può fare tante cose.  Stefano Bonaccini, ad esempio, ha chiesto a gran voce al Governo lo stato di calamità nazionale per la “sua” Emilia Romagna.

Ma il governatore Bonaccini poteva e doveva fare altro. Prima di tutto, e ha avuto un anno di tempo per farlo, convincere (con le buone o con le cattive) un sindaco cocciuto e in cerca di gloria (il leghista Alan Fabbri, Primo cittadino di Ferrara) a desistere dalla sua idea folle. E a spostare un maxi evento super impattante, da un parco stupendo, ma con un fragile equilibrio ambientale, ad un’altra zona più periferica e meno problematica. Insomma: fare il concerto, ma farlo da un’altra parte. Spostare la location, come gli chiedevano decine di associazioni ambientaliste e culturali nella petizione online Salviamo il parco ‘Giorgio Bassani’ di Ferrara #Save the Park , che ha raccolto più di 55.000 firme.

Oggi, anzi ieri, il governatore, davanti a una Regione sconvolta dall’alluvione, con 4 morti e migliaia di sfollati, doveva proclamare 3 giorni di lutto regionale. Non si è mai visto un “lutto regionale”? Lo decida lui per la prima volta, è o non è il governatore?

Perché la musica è una cosa meravigliosa, e dal vivo è ancora meglio, ed è sacrosanto divertirsi, ma non se sei dentro ad una tragedia (mentre scrivo il bilancio è salito a 9 morti)  e hai davanti altri dieci giorni di allarme rosso. Anche per questo il concerto di Bruce Springsteen non si doveva fare. E sono convinto che anche lui avrebbe capito. E anche tanti suoi appassionati fans.

Domani, 18 maggio, il concerto si farà. Costi quello che costi. Come vuole la legge (planetaria) del business. Come ha voluto e vuole un sindaco sordo ad ogni ragione. Dopo ci saranno da contare i danni e raccogliere i cocci.

Il Comitato Save the Park, dopo essersi impegnato per mesi e fino ad oggi per “salvare il parco” dallo scempio, ha formato una commissione di osservatori che verificherà tutti i guasti subiti dal Parco Urbano. Già l’impatto delle megastrutture, milioni di decibel e di 50.000 persone ammassate faceva prevedere danni ingenti al parco e alle decine di specie di uccelli che lo abitano. Pioggia e fango aggraveranno di molto il bilancio.

Per il Sindaco Alan Fabbri e la sua Giunta doveva essere il coronamento di 4 anni di un governo all’insegna della festa: fiere, festival, spettacoli, specchietti e luci tutti i giorni. Il gran botto del Boss a Ferrara avrebbe fatto da traino alla campagna elettorale per le amministrative della primavera del 2024. Probabilmente non andrà in questa maniera: invece di Austerlitz sarà una Waterloo.

Purtroppo, finita la battaglia nel parco, non ci sarà nessun vincitore.

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “ferraraitalia”, ora “periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

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Francesco Monini
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