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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Conoscere ed apprezzare la cultura, le tradizioni anche enogastronmiche della nostra terra: una quindicina di studenti universitari statunitensi del Contra Costa College di San Francisco (corso di arte culinaria) sono approdati ieri pomeriggio (10 giugno) presso l’Accademia del Gusto di Ferrara, in via Giuseppe Fabbri: presso la struttura ideata e voluta da Ascom ed Iscom (ente formativo di Ascom) gli studenti americani hanno avuto una lezione di gastronomia e prodotti tipici lavorando direttamente tra i fornelli, come dire live, coordinati dallo chef ferrarese Maura Ferrari. Un modo dunque per apprezzare le eccellenze del nostro territorio: dagli asparagi, al melone passando dalle fragole al pane, dall’aglio al riso, in un trionfo di sapori e gusti made in Italy anzi made in Ferrara. Al pomeriggio è intervenuto il presidente provinciale FIPE Matteo Musacci: “Esiste un turismo enogastronomico e qui a Ferrara è assolutamente da incentivare. Bisogna lavorare in rete mettendo in sinergia con questo importante obiettivo le capacità e le esperienze di ristoratori ed associazioni di categoria”.
Il tour prevedeva una conoscenza enogastronomica passando su diverse realtà da Roma ad Asti ed ovviamente Ferrara dove sono arrivati grazie all’intervento dell’associazione Ferrara Culture: “Il nostro scopo – spiega l’agronomo Stefano Giatti – è quello dli promuovere a tutto tondo le eccellenze enogastronomiche emiliane e ferraresi a partendo dalle origini rinascimentali, dal grande Messisbugo, ilmaestro di corte degli Estensi”. Nader Sharkes lo chef californiano che accompagna gli studenti: “E’ la sesta volta che ci rechiamo in Italia ed anche a Ferrara, we love la cultura mediterranea, e di conseguenza le sue specialità gastronomiche. La cosa che apprezziamo maggiormente è la freschezza della materia prime soprattutto qui a Ferrara, ed in particolare i primi piatti di pasta for example…i cappellacci di zucca …. I cappellacci permettono il giusto mix tra innovazione e tradizione . Cappellacci over the top” è la gustosa conclusione.
Entusiasti gli studenti a stelle e strisce: “Qui capiamo – spiega Margareth Fowler alla sua seconda esperienza a Ferrara – il valore dell’ tradizione gastronomica trasmessa di generazione in generazione e poi ogni regione ha una sua utilizzazione delle materie prime valorizzando gli ingredienti locali. Here in Ferrara….cuisine si identifica nelle persone, nella loro passione e non soltanto in una ricetta”
“E’ un modo concreto di fare promozione – commenta il direttore generale Davide Urban – andando ben oltre i confini nazionali. La nostra cultura gastronomica è da promo commercializzare e questa è un’occasione che si inserisce nel percorso di valorizzazione che l’Accademia ha come suo obiettivo; dalle numerose disfide – sui cappellacci, a quello del riso – fino ai corsi di formazione per operatori del settore e privati”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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