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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Un “Celebration day” per il servizio civile in Emilia-Romagna. La vicepresidente Gualmini: “Sarà un momento di festa per i giovani e di vicinanza da parte delle istituzioni per chi sceglie quest’impegno”. Insieme all’attestato di partecipazione verrà consegnata la YoungER Card. In bilancio 100mila euro in più per aumentare i posti disponibili

Un anno speso al servizio del bene comune e delle fasce più deboli. Dell’assistenza alle persone, della tutela dell’ambiente, del patrimonio artistico e culturale. Un’esperienza straordinaria, dunque, che merita un “Celebration day”. E’ la proposta, approvata dalla giunta riunita oggi a Piacenza in vista dell’Expo, della vicepresidente e assessore al WelfareElisabetta Gualmini per valorizzare il servizio civile regionale. “Sarà un momento di festa per i giovani e di vicinanza da parte delle istituzioni per chi sceglie quest’impegno” spiega Gualmini. Un’occasione per premiare un’esperienza importante, degna di una cerimonia ufficiale che verrà ospitata nell’Aula dell’Assemblea legislativa, con la consegna degli attestati di partecipazione al servizio. Non solo: insieme verrà distribuita anche la YoungER Card, la tessera personale ideata dalla Regione che consente di usufruire di agevolazioni, offerte, sconti e opportunità in diversi settori convenzionati ai giovani dai 14 ai 29 anni.

Le risorse: 100mila euro in più dalla Regione per il 2015
“Con l’approvazione del bilancio – prosegue la vicepresidente – vogliamo destinare 100mila euro in più per il servizio civile regionale. Un incremento del 20%, quindi, sulla quota annuale di 500mila euro, in modo da aumentare il numero dei posti disponibili e portarli a più di 200”. Nel 2014 la Regione – con i 500mila euro annuali – è riuscita a “coprire” 168 posti a fronte di ben 1714 domande per il servizio civile regionale. “I giovani rappresentano per noi una priorità – sottolinea la vicepresidente – , ed è il motivo per cui, aumentando le risorse, vogliamo offrire l’opportunità a un numero ancora maggiore di ragazze e ragazzi di poter fare un’esperienza straordinaria, nella sua quotidianità. Un’esperienza che permette di consolidare e incoraggiare lo spirito civico e il capitale sociale già così diffusi nella nostra regione”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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