Trasmissione interpellanza Consigliere Sergio Simeone ‘Ciclabile di Cona’
Da: Movimento 5 Stelle
Ferrara ‘Città delle biciclette’ ma la ciclabile più importante ancora NON c’è
Anche quest’anno è arrivato, puntuale. Come l’emigrazione degli uccelli, come gli alberi che perdono le foglie, come le caldarroste in centro. Stiamo parlando dell’annuncio fatto dall’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi (http://www.estense.com/?p=580035) dell’inizio dei lavori di realizzazione della agognata pista ciclabile per l’Arcispedale Sant’Anna di Cona. Ad ogni autunno, infatti, puntuale la promessa si rinnova, la stampa ne dà notizia, poi arriva Natale e infine l’Epifania, che tutte le promesse porta via. I ferraresi che hanno buona memoria se lo ricorderanno sicuramente bene.
Il M5S, già l’autunno scorso, nella speranza di indurre l’Amministrazione comunale a mantenere finalmente questo impegno, presentò una specifica interrogazione alla quale l’Assessore stesso rispose, nero su bianco, che il primo stralcio dei lavori della ciclabile, tratto da via Colombara a via Aldo Moro, sarebbe stato eseguito nel corso dell’anno 2016, come previsto nel ‘Piano Annuale delle Opere Pubbliche’. Il 2016 è ormai agli sgoccioli e, a dispetto di tanta ufficialità, anche questa volta la promessa non è stata mantenuta.
Non ci interessa in questa occasione rimarcare sulla follia di aver scelto di portare a Cona l’ospedale cittadino, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come un tale spostamento, senza alcun adeguamento infrastrutturale, si sia dimostrato incosciente, sia sotto il profilo della mobilità sostenibile che soprattutto in un’ottica di servizio al cittadino, per di più in un contesto di difficoltà.
Infatti, dopo troppi anni dalla sua apertura, gli utenti si vedono ancora costretti, in caso di necessità, a raggiungere l’unico ospedale pubblico rimasto nella zona con l’automobile, per di più con la realistica previsione di essere tassati per il parcheggio.
Eppure il tempo per dotarsi delle previste e adeguate infrastrutture pubbliche ci sarebbe stato abbondantemente, visto che i lavori per la costruzione dell’ospedale si sono protratti per circa trent’anni!
Ad esempio il progetto della metropolitana leggera, nato insieme all’ospedale per collegarlo a Ferrara, infrastruttura fondamentale oltre che per gli utenti di Cona per il futuro della città, a tutt’oggi fermo tra appalti, ritardi e fallimenti.
Per non parlare del collegamento mezzo treno, come indicato sul sito web dell’ospedale stesso che segnala la stazione di fermata ‘Ospedale Cona’: peccato che sia a tutt’oggi solo una bufala perché non è mai entrato in funzione. Forse, invece di compiacersi per Italo Treno che sbarca a Ferrara, meglio farebbe la nostra Amministrazione ad occuparsi della linea ferroviaria Ferrara- Codigoro e della fermata fantasma dell’ospedale.
Unica altra opzione di trasporto pubblico praticabile, in alternativa al mezzo privato, resta la linea 6 del bus cittadino ma, oltre alla bassa frequenza di corse offerte, il servizio non copre le ore serali e notturne.
Tra le opzioni avrebbe dovuto esserci anche la ciclabile, se l’Amministrazione, come già detto, si fosse decisa a dare il via ai lavori non solo a parole. Rimane il fatto che, nella ‘Città delle biciclette’, manca il collegamento ciclabile, forse, più importante per i ciclisti.
Secondo i dati di UnipolSai Assicurazioni è Ferrara la provincia dell’Emilia-Romagna in cui si percorrono più chilometri annui in automobile. Crediamo che i nostri Amministratori dovrebbero preoccuparsi di tale primato ed operare un deciso cambio di rotta: se davvero si intende implementare la mobilità sostenibile, non basta il facile slogan ‘Ferrara città delle biciclette’, è necessario anche supportarlo con un piano concreto di sostegno per i trasporti pubblici locali e la ciclabilità. Cominciando con il mantenere gli impegni, più che decennali, presi. È una questione di capacità di governo, oltre che di rispetto nei confronti dei propri concittadini.

Sostieni periscopio!
Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)