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da: ufficio stampa Bologna Jazz Festival

Il Take Five Genuine Music Club prolunga la sua programmazione primaverile: le serate live nel salotto in stile newyorkese di via Cartoleria 15 a Bologna continueranno sino a maggio inoltrato. Non più una data fissa settimanale, ma una serie frequente di serate in cui jazz di solido stampo moderno si alternerà a manouche, swing, funk, canzoni d’autore ripensate in nuove vesti stilistiche.
Tra il 29 aprile e il 19 maggio si potranno ascoltare il quartetto del chitarrista Gonzalo Bergara, in cui si incrociano musicalmente Argentina e Stati Uniti (29 aprile), il pianista Teo Ciavarella con i giovani musicisti del Conservatorio “Frescobaldi” di Ferrara (30 aprile, in coincidenza con la giornata internazionale UNESCO del jazz), l’eMPathia Jazz Duo con la vocalist Mafalda Minnozzi (4 maggio), un promettente duo con il sassofonista Ben Wendel e il pianista Alessandro Lanzoni (5 maggio), una serata col cantante e chitarrista Federico Stragà (7 maggio), il jazz gitano del Minor Swing Quintet (11 maggio), il giovanissimo cantautore bolognese Enrico Zoni (in trio, il 12 maggio), il tributo ai Beatles a opera degli Sbaiztles (14 maggio), il jazz virato verso il funky-soul del quartetto della cantante Rossella Graziani (18 maggio), il solo del poliedrico Giulio Capurso, con la sua peculiare chitarra a 14 corde (19 maggio).

PROGRAMMA CONCERTI JAZZ

venerdì 29 aprile, ore 21:30
GONZALO BERGARA 4ET
Gonzalo Bergara, chitarra; Leah Zeger, violino; Jeffrey Radaich, chitarra; Brian Netzley, contrabbasso
Ingresso: 10 euro

sabato 30 aprile, ore 21:30
GIORNATA INTERNAZIONALE UNESCO DEL JAZZ
CON TEO CIAVARELLA e i ragazzi del conservatorio FRESCOBALDI
Ingresso: 5 euro

mercoledì 4 maggio, ore 21:30
EMPATHIA JAZZ DUO
Mafalda Minnozzi, voce e percussioni; Paul Ricci, chitarra
Ingresso: 10 euro

giovedì 5 maggio, ore 21:30
BEN WENDEL & ALESSANDRO LANZONI DUO
Ben Wendel, sassofoni; Alessandro Lanzoni, pianoforte
Ingresso: 10 euro

sabato 7 maggio, ore 21:30
FEDERICO STRAGÀ duo
Federico Stragà, voce e chitarra; Aldo Betto, chitarra
Ingresso: 10 euro

mercoledì 11 maggio, ore 21:30
MINOR SWING QUINTET
Paolo Prosperini, chitarra; Tommy Ruggero, percussioni; Alessandro Cosentino, violino; Laura Masi, chitarra; Francesco Angelini, tastiera
Ingresso: 5 euro

giovedì 12 maggio, ore 21:30
ENRICO ZONI ACUSTIC TRIO
Enrico Zoni, voce, chitarra, pianoforte e flauto traverso; Roberto Gaiba, basso; Simone Giubbilei, batteria
Ingresso: 5 euro

sabato 14 maggio, ore 21:30
THE SBAIZTLES
Emanuele Sbaiz Sciurello, voce; Matteo Sbaiz Cincopan, chitarra, voce; Paolo Sbaiz Odoardi, chitarra;
Silvia Sbaiz Manca, pianoforte, tastiere e violino; Andrea Martino Sbaiz Vandelli, basso; Paolo Sbaiz Pinto, batteria
Ingresso: 5 euro

mercoledì 18 maggio, ore 21:30
ROSSELLA GRAZIANI 4ET
Rossella Graziani, voce; Massimo Mantovani, organo Hammond; Federico Benedetti, sax; Lele Barbieri batteria
Ingresso: 10 euro

giovedì 19 maggio, ore 21:30
GIULIO CAPURSO
Giulio Capurso, chitarra 14 corde
Ingresso: 5 euro

***

Informazioni:
Take Five Genuine Music Club
Via Cartoleria 15, Bologna
tel.: 051 229039
e-mail: info@takefivebologna.it
web: www.takefivebologna.it

Direzione artistica: Vito Meci

Ingresso:
ingresso riservato ai soci Arci (la tessera Arci si può fare in loco)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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