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Sarà tutto incentrato sul tema della solidarietà e delle ong sotto attacco il terzo giorno degli Emergency days in programma Giovedì 5 Luglio presso la Factory Grisù in via Poledrelli 21. Ed è proprio sul argomento che si svilupperà l’incontro pubblico delle ore 18:30 dal titolo ‘Solidarietà sotto attacco’ che vedrà tra i relatori Rossella Miccio (presidente di Emergency), Alba Bonetti (vice presidente di Amnesty International Italia), Veronica Alfonsi (coordinatrice della sede italiana di Proactiva Open Arms) ed Alberto Osti (presidente Ibo Italia). A moderare l’incontro sarà invece Silvia Stilli (portavoce dell’associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale).
Al termine dell’incontro pubblico, dalle ore 21, concerto dei Camelot Combo (formazione di percussionisti in larga parte nigeriani e tutti richiedenti asilo) e poi dalle 22:30 si balla con lo ska/punk energico de Le Iene (in programmazione i Coska che, a causa di un contrattempo personale non potranno essere presenti).
Dalle ore 19 apre poi lo stand gastronomico gestito dai volontari del gruppo di Ferrara in collaborazione con il circolo Arci Bolognesi e dalle ore 18 la possibilità di visitare la libreria tematica LibrieLetture, l’infopoint, il banchetto con tanti gadget e la mostra fotografica ‘La nostra Africa’. Da non perdere inoltre l’occasione di vivere dall’interno cosa un ospedale di Emergency grazie all’esperienza di realtà virtuale ‘Le polveri di Ashti’.
Non mancherà uno sguardo rivolto ai più piccoli e così dalle ore 18 partirà il progetto ‘Non ti butto ti suono’: un laboratorio per costruire strumenti musicali con materiali di recupero, a cura di Paolo Pasini. Tubi di cartone, listelli e cassette di legno, vecchi vasi da fiori, di plastica o di terracotta, lattine da bibita, bottiglie di plastica, tappi a corona, ritagli di nylon, si trasformano in bastoni della pioggia, tamburi, maracas, flauti, trombe, arpe.
Sempre dalle ore 19 poi ‘Giochiamo in pace’: uno spazio in cui i bambini possono disegnare e giocare assieme alle volontarie e ai volontari del gruppo di Emergency Ferrara.
Il ricavato della manifestazione servirà per finanziare il centro pediatrico di Emergency a Bangui in Repubblica Centrafricana: attivo dal 2009, offre assistenza ai bambini fino a 14 anni affetti da drepanocitosi, asma, sindrome nefrotica, epilessia, diabete e cardiopatia. Nel centro, aperto dal lunedì al venerdì, è presente una corsia per l’osservazione e la stabilizzazione dei pazienti in fase acuta prima del trasferimento al Complexe Pédiatrique.

Da: EMERGENCY ONG ONLUS Gruppo di Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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