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Da: Regione Emilia Romagna.

Il presidente della Giunta regionale presente insieme al cardinale Matteo Maria Zuppi, con il sindaco Roberto Lodi. Il ripristino dell’edificio di culto che era stato gravemente danneggiato dal sisma e la riqualificazione dello spazio urbano, con l’unione delle due piazze. “Diamo risposta a bisogni e progetti del territorio, il cui ascolto è per noi fondamentale”

Per Terre del Reno, comune del ferrarese nato dalla fusione di Mirabello e Sant’Agostino, oggi è davvero una domenica di festa: prima l’inaugurazione della nuova piazza Marconi/Pertini e successivamente la riapertura al culto della chiesa di Sant’Agostino, con la Santa Messa di consacrazione del nuovo altare. Presenti, insieme al sindaco Roberto Lodi, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e il cardinale Matteo Maria Zuppi.

“E’ un giorno bello e importante, per la comunità locale, il territorio e l’intera società regionale- afferma il presidente Bonaccini- perché da un lato segue il filo conduttore di una ricostruzione post sisma portata avanti insieme e con efficacia da istituzioni, amministrazioni locali, cittadini e autorità ecclesiastiche, come nel caso della chiesa di Sant’Agostino, bene prezioso per i fedeli e per il suo valore storico e monumentale; dall’altro, testimonia la volontà, anche in questo caso condivisa, di ridisegnare gli spazi urbani, recuperandoli a una dimensione nuova per farne sempre di più elementi identitari per la collettività. Spazi vivi e vitali, come la nuova piazza Marconi/Pertini, che unisce le due piazze vicine. Ed è motivo di orgoglio e soddisfazione il fatto che in entrambi i casi la Regione abbia sostenuto gli interventi, stanziando complessivamente quasi due milioni e mezzo di euro, risorse che anche in questo caso vogliamo leggere come risposta a bisogni e progetti espressi dal territorio, il cui ascolto è fondamentale”.

Sant’Agostino, intervento e cenni storici
Dopo il sisma che ha danneggiato irrimediabilmente la chiesa parrocchiale di Sant’Agostino, è stata realizzata una struttura temporanea e successivamente alcuni interventi provvisionali per la messa in sicurezza di chiesa e campanile.

Per i lavori di consolidamento sono stati necessari oltre 2 milioni e 100 mila euro, di cui poco meno di 1 milione e 400 mila euro con fondi regionali del Commissario alla ricostruzione e quasi 721 mila derivanti da fondi assicurativi. Il fabbricato è tutelato dai Beni Culturali. Sono stati finanziati dal Commissario anche l’oratorio e la canonica, facenti parte dello stesso complesso, rispettivamente per 51 mila e 474 mila euro (i lavori sono in corso).

Nel dettaglio, per la chiesa si è proceduto al ripristino delle lesioni nella muratura e delle volte; realizzazione di catene di acciaio; cordolo metallico nel sottotetto per dare maggior collegamento alle diverse parti della struttura; riparazione dei decori delle statue in facciata; sistemazione intonachi e tinteggiatura.

La prima chiesa di Sant’Agostino venne edificata nel 1507 dalla famiglia Bianchetti lungo via Matteotti. Nel 1566 la chiesa venne riedificata perché compromessa dalle continue rotte del fiume Reno. Nel 1626 venne poi costruito il campanile per interessamento dell’arciprete Cremonini. L’immobile venne ampliato nel 1791-1792. Nel 1823 venne edificato il nuovo campanile, nel 1879 la facciata. Nel 1895 venne costruito accanto alla chiesa, in quello che era il vecchio cimitero, l’oratorio della Compagnia del SS. Sacramento, dedicato alla Beata Vergine della Consolazione.

La nuova piazza
Attraverso il programma Speciale d’Area è stata finanziata la riqualificazione delle piazze Marconi e Pertini, situate a poche decine di metri dalla chiesa di Sant’Agostino, per un importo totale di 1 milione e 400 mila euro, di cui risorse regionali per 1 milione di euro.

Obiettivi principali dell’intervento sono stati l’unione delle due piazze, la conservazione della memoria dell’ex municipio mediante la realizzazione di uno spazio coperto e la creazione di una serie di ambiti con intensità d’uso differente.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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