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Comunicato Stampa Europa Verde.

Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna: “È inaccettabile il ritardo accumulato in quasi trent’anni nel completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM), un’opera prioritaria per il potenziamento del trasporto pubblico e il risanamento ambientale dei territori nelle province di Bologna, Modena e Ferrara. Aspettiamo la messa a regime del SFM dal 1994, ora abbiamo la possibilità di accelerare: chiediamo alla giunta dell’Emilia-Romagna di spingere sul governo affinché inserisca il Servizio Ferroviario Metropolitano tra le opere da finanziare con i fondi del Next Generation Eu”.

Bologna, 29 marzo 2021 – A quasi trent’anni dagli Accordi per il passaggio dell’Alta velocità nel nodo ferroviario bolognese, occorre che la Giunta della Regione Emilia-Romagna s’impegni per completare e mettere finalmente a regime il Servizio Ferroviario Metropolitano, un’infrastruttura strategica per il raggiungimento degli obiettivi di risanamento ambientale e di riduzione del traffico motorizzato privato principalmente nel territorio della provincia di Bologna ma con effetti positivi anche nei limitrofi  territori delle province di Modena e Ferrara.

A chiederlo è il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa con un’interrogazione in cui si ripercorre il lungo iter di progettazione e parziale implementazione del SFM, un’infrastruttura ancora in gran parte da completare per quanto riguarda sia la realizzazione di stazioni e fermate, sia il cadenzamento delle corse e l’attivazione di linee passanti che colleghino i vari bracci del SFM utilizzando i binari della Stazione Centrale di Bologna dall’11 al 15 liberati già da diversi anni grazie all’attivazione della Stazione dell’Alta Velocità sotterranea.
Il completamento del SFM permetterebbe di raggiungere un elevato livello di competitività del trasporto pubblico rispetto all’uso dell’auto privata, contribuirebbe a raggiungere gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria e di riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti da traffico motorizzato, in linea con le prescrizioni del Piano Aria dell’Emilia-Romagna. Stime specifiche sulla sola Bologna hanno evidenziato la necessità di trasferire 440.000 spostamenti al giorno su modalità di trasporto diverse dall’auto privata. La realizzazione delle opere collegate al completamento del SFM costituirebbe anche un importante volano per gli investimenti e l’occupazione, oltre a rientrare nell’obiettivo di indirizzare gli investimenti pubblici verso il trasporto pubblico sostenibile, in linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo e con i criteri europei per l’impiego delle risorse del Next Generation EU.

È inaccettabile il ritardo nel completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano. Dal 1994 siamo in attesa della messa a regime di un’infrastruttura strategica per potenziare il trasporto pubblico, sviluppare l’intermodalità e ridurre il traffico privato con benefici per l’incremento dell’uso dei mezzi pubblici di mobilità sostenibile nei territori delle province di Bologna, Modena e Ferrara – dichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna –.  Ora abbiamo la possibilità di accelerare il completamento del SFM grazie ai fondi del Next Generation EU ed alle altre risorse europee da utilizzare per finanziare le modalità di mobilità sostenibile e lo sviluppo del trasporto pubblico su ferro. A questo fine serve una volontà politica forte a livello nazionale e regionale per inserire il SFM nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per questo, nell’interrogazione depositata oggi, oltre a chiedere un aggiornamento puntuale sullo stato dell’arte della realizzazione del  SFM, chiedo alla giunta della Regione Emilia-Romagna sia di agire sul governo affinché inserisca il Servizio Ferroviario Metropolitano tra le opere da finanziare con il Next Generation EU sia di convocare rapidamente un tavolo con Città Metropolitana e Comune di Bologna, FER, RFI, Trenitalia, TPER e tutti gli stakeholder coinvolti, per definire la tabella di marcia per il  completamento e la messa a regime del SFM”.

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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