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Da: Ufficio Stampa Teatro Nuovo Ferrara

“L’Acqua E Sale”
Sabato 9 febbraio ore 21.00
Omaggio a Mina e Celentano

Voce: Ornella Serafini
Voce: Flavio Furian
Tastiere: Marco Ballaben
Chitarre: Amir Karalic
Basso: Alessandro Leonzini
Batteria: Paolo Muscovi
Violino, tastiere: Tony Kozina
Cori, chitarra: Giulia Crocini

Tutte “Le migliori” canzoni del repertorio di Mina e Celentano? No, tutte no, ma un bell’estratto, dai tempi di Studio Uno (il celebre varietà in onda sulla RAI tra il 1961 e il 1966) ed ancor prima, fino alla storia recente con “Le Migliori”, album uscito nel 2016. I più bei duetti, le più belle canzoni e un po’ di aneddoti e notizie, conditi dalla peculiare verve comica di Flavio Furian (visto anche a Colorado su Italia 1), e dalla vena interpretativa di Ornella Serafini. Furian/Celentano e Serafini/Mina sono accompagnati da una band veramente eccezionale con musicisti già affermati nel corso di lunghe ed importanti carriere.

lo spettacolo che omaggia la coppia d’oro della canzone italiana. Adriano Celentano e Mina, «Hanno, insieme, rivoluzionato la canzone italiana alla fine degli anni 50, muovendosi sull’onda del nascente rock’n’roll, conquistando negli anni 60 e 70 i rispettivi scettri di re e regina del nostro pop» (scrive Ernesto Assante su La Repubblica).
“Il molleggiato” e “la tigre di Cremona” nelle loro carriere si sono incrociati e hanno collaborato spesso ma il primo disco assieme arriva solo nel 1998 e contiene una canzone destinata a diventare uno standard del pop italiano, “Acqua e sale” (disco d’oro nel 2017). Il successivo disco assieme è arrivato dopo ben diciotto anni, “Le migliori” del 2016, e ha ottenuto uno straordinario successo, con il record di vendite e l’assegnazione di cinque dischi di platino.Avvicinarsi al repertorio di mostri sacri non è mai semplice, ma la formazione triestina F24 lo fa con rispetto e grande passione, in uno spettacolo studiato nei minimi dettagli: nulla è lasciato al caso, dagli arrangiamenti curatissimi alle dinamiche e scenografie, fino alle videoproiezioni, ai costumi di scena e il trucco. Il progetto nasce nel 2017 a Trieste quando Flavio Furian (abile imitatore che nei suoi show ha sempre inserito una personale versione del molleggiato) e la dotatissima cantante Ornella Serafini decidono di mettere in scena uno spettacolo che omaggi la coppia d’oro della musica italiana trovando la disponibilità e la competenza di musicisti già affermati in altri progetti, che possano garantire un livello qualitativo molto alto, come queste canzoni meritano. I primi due show di prova al Teatro di San Giovanni a Trieste vanno entrambi sold out, non sono da meno la prima ufficiale, tenutasi nella serata di ferragosto nella splendida cornice del Castello di San Giusto e a febbraio 2018 al Bobbio di Trieste. Dopo un mini tour in Montenegro, a dimostrare che la grande musica italiana può raccogliere entusiasti apprezzamenti anche fuori dai nostri confini, ha avvio il tour nei teatri italiani (Brescia, Padova, Ferrara…). Brani senza tempo come “Brava”, “L’emozione non ha voce”, “Azzurro”, “Acqua e Sale”, “Il Tuo bacio è come un rock”, “Il Ragazzo della Via Gluck” dimostrano di far parte del dna di tutti gli ascoltatori e non smettono mai di emozionare.

BIGLIETTI DISPONIBILI

biglietteria del

TEATRO NUOVO DI FERRARA

aperta dal martedì al sabato
dalle ore 11.00 alle ore 13.00
dalle ore 16.00 alle ore 19.00

ON LINE

sul sito www.vivaticket.it

PREZZO BIGLIETTI
POLTRONISSIMA intero € 22,00 ridotto € 20,00
PLATEA intero € 22,00 ridotto € 20,00
I GALLERIA intero € 19,00 ridotto € 17,00
II GALLERIA intero € 17,00 ridotto € 15,00

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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