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da; ufficio stampa Emilia Romagna Coraggiosa

“Visti gli ulteriori dati presentati questa mattina in Commissione Sanità dall’Assessore Donini, mi pare chiaro sia il momento di agire con decisione e tempestività”.
Per il capogruppo di Emilia-Romagna Coraggiosa Igor Taruffi, “il dilagare della nuova variante inglese, l’innalzamento della curva epidemiologica e le conseguenti percentuali di saturazione dei posti letto ordinari (39%) e di posti di terapia intensiva (31%) indicano la necessità di applicare all’intera regione le misure previste dalla zona rossa. Perché la decisione della cabina di regia nazionale arriverà venerdì e partirebbe solo la prossima settimana quindi in ritardo rispetto alle nostre esigenze.
Per questo è necessaria la decisione della Regione ed è fondamentale che il Governo, già nel prossimo Consiglio dei Ministri, disponga tramite Decreto i ristori e i congedi parentali, applicabili anche alle decisioni prese in emergenza dalle Regioni.
I dati indicano chiaramente che i luoghi di contagio sono famiglie, scuole, incontri tra amici.
Ma anche e soprattutto i luoghi di lavoro: per questo credo sia necessario intervenire su tutti gli ambiti,
quindi imponendo lo smartworking anche per il settore privato, salvo impossibilità che dovrà però essere motivata.

La situazione è preoccupante ma non è minimamente paragonabile a marzo 2020.
Oggi abbiamo un’arma straordinaria come i vaccini.
Un bene comune salva-vita che sarà centrale per i mesi a venire.
Crediamo sia giunto il momento che la Conferenza delle Regioni sollevi al Governo la questione sospensione dei brevetti per i vaccini affinché l’esecutivo ponga il tema alla Commissione U.E.
Ci aspettano settimane molto difficili. Ma sappiamo che esiste una prospettiva. Se tra 5/6 settimane avremo vaccinato le persone più fragili ed esposte (l’85% dei decessi è stato registrato tra gli over 75 anni), potremo affrontare il contrasto al virus con misure differenti.
Ora però serve una stretta”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it