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da: organizzatori

Nell’ambito del progetto “Violenza di genere e rete locale” è allestita in queste settimane la mostra “Mozzafiato 2 – Storie di ordinaria violenza” nella quale gli artisti ferraresi prendono la parola contro la violenza di genere.
La mostra è alla seconda edizione ferrarese (la prima nel novembre 2013) e coinvolge, in questo caso, cinque spazi espositivi.
Altra particolarità di questa edizione è quella di esporre lavori non di singoli ma di due o più artisti.
In questo modo le diverse sensibilità e visioni si sono mescolate ed anche i linguaggi: scrittura e fotografia, pittura e video, musica e danza.

La mostra sarà allestita fino al 7 giugno e sono tanti gli eventi che ospiterà in queste settimane. Di seguito il calendario dei prossimi otto giorni:

– Domenica 24 Maggio ore 18.00 proiezione del fotoracconto di Pino Cosentino “impronta di Donna” con musiche di Stefano Trevisani ed intervento di Rita Marconi che leggerà alcune poesie tratte dalla sua silloge “D come donna – Figure di donna in poesia” . Alcune di queste poesie accompagnano le opere di Alberta Grilanda in mostra al Carbone.

Lunedì 25 Maggio ore 21.00 – due uno, uno due _ UNO – Pratiche di ABBRACCIO guidate da Marco Maretti ed Elisa Mucchi con interventi a cura di Elisabetta Bianca

Giovedì 28 maggio alle 17,30, presentazione del libro “Il lato oscuro degli uomini. La violenza maschile contro le donne: modelli culturali di intervento” a cura di Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini. In coda a questa mail maggiori informazioni sulle tematiche affrontate.

Venerdì 29 Maggio ore 21.00, Fill Rouge – Fabio Mangolini leggerà alcuni brani letterari negli spazi espositivi, nell’ordine: – Studio d’Arte Tiberio Savonuzzi (via Borgovado, 6), Studio Art Melograno (via della Paglia, 35/a), Studio Carmelino di Flavia Franceschini (via Carmelino, 15-17) ed infine Galleria del Carbone (via del Carbone,18/a)

Il progetto è coordinato dal Comune di Ferrara e coinvolge diversi partner. Particolarmente coinvolti nella mostra sono la Galleria del Carbone, che ha ideato e coordinato tutti i lavori preparatori e favorito le collaborazioni tra gli artisti, il Movimento Nonviolento, il Centro Donna Giustizia e il Centro di ascolto per uomini maltrattanti.

Giovedì 28 maggio alle ore 17.30 presentazione del libro

Il lato oscuro degli uomini.

La violenza maschile contro le donne: modelli culturali di intervento
a cura di Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini

Seconda edizione ampliata con la mappatura aggiornata dei Centriche si occupano degli uomini violenti
Comprendere che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema degli uomini, tutti, significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori.

Il volume analizza profili, comportamenti, ragioni e vissuti degli uomini autori di violenze sulle donne e di femminicidio. Chi sono? Perché sono violenti? Come intervenire? Bisogna agire sui modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate.
Nell’ultimo anno la tematica ha riscontrato un interesse sempre maggiore, portando a una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Le discussioni nate attorno al libro hanno senz’altro contribuito alla crescita di consapevolezza del fenomeno anche da parte degli uomini. In questa seconda edizione si fa il punto della situazione e si propone una mappatura aggiornata al 2014 dei centri che in Italia si occupano degli uomini violenti.
La fotografia che l’aggiornamento della mappatura ci consegna, a circa due anni di distanza dalla prima, mostra un certo fermento: sono nati nuovi Centri rivolti agli uomini che hanno agito/agiscono violenza e altri sono in fase di progettazione. Un dato significativo, elemento di interesse e discussione anche nella dialettica che si è aperta con i centri antiviolenza.

Altrettanto importante è l’aumento della partecipazione di gruppi, associazioni, singoli professionisti, ma anche operatori/operatrici di servizi pubblici interessati al tema e disposti ad avviare un dialogo sul piano operativo per uno scambio sulle metodologie di intervento.

Né va dimenticata la riflessione di taglio più teorico che nel frattempo si è andata ampliando e approfondendo sulle trasformazioni dell’identità maschile da parte sia di un’associazione

come Maschile Plurale ma anche di altri gruppi di uomini attivi in diverse aree dell’Italia.

Insomma, c’è ancora tanto da fare. Ma un cammino nuovo è stato intrapreso.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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